L'attacco sferrato dall'Iran contro Israele non muta le condizioni di sicurezza in Italia, già innalzata al massimo livello di allerta ad ottobre scorso, dopo l'aggressione di Hamas che ha riacceso la crisi in Medio Oriente. Quindi fari accesi e presidi attivati, in Italia, su tutti gli obiettivi sensibili, circa 250, a partire dalle sedi religiose e dalle rappresentanze culturali dei Paesi più esposti alle tensioni in atto. "Questa mattina (domenica 14 aprile, ndr) è stato convocato il Comitato di ordine e sicurezza pubblica mentre palazzo Chigi è stato aggiornato della situazione in maniera costante da ieri sera (sabato 13 aprile, ndr). Lo stato di allerta è già alto per le tutele preventive su forme emulative già dal 7 ottobre scorso, giorno dell'attentato di Hamas a Israele" conferma il deputato Emanuele Prisco, sottosegretario di Stato al ministero dell'Interno nel governo Meloni. "Per quanto riguarda la parte geopolitica e militare posso solo augurarmi che si arrivi a forme di tutela e di pace che rispettino i due stati. Così da pacificare il territorio" aggiunge Prisco. Tornando alla lista degli obiettivi sensibili, nei mesi scorsi il ministro Piantedosi aveva chiesto ai prefetti "di aggiornarli continuamente". Nel perugino non esiste una sinagoga, né vi sono sedi diplomatiche, tuttavia restano sensibili anche obiettivi minori, quali potrebbero essere realtà imprenditoriali israeliane o palestinesi o italiane che abbiano uno stretto collegamento con le comunità. Il tutto, con un occhio di particolare riguardo a quelli religiosi, culturali. Senza dimenticare i tradizionali obiettivi sensibili che in una regione come l'Umbria sono in primis i luoghi di culto, o di dialogo interreligioso, primo tra tutti, la basilica di San Francesco d'Assisi. Ma non solo, restano infatti sorvegliati speciali anche le zone turistiche e le infrastrutture.