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Un esercito di ciclisti ma per la Fiab servizi ancora carenti

In Umbria sempre più numerosi i ciclisti Pazzi per le due ruote: cresce l'esercito dei ciclisti in Umbria

Sempre più persone scelgono la bicicletta sia come mezzo di trasporto sia per diletto nel tempo libero ma l'Umbria ancora non ha risposte adeguate: mancano infrastrutture, servizi e manutenzione. A esserne convinto è Paolo Festi presidente di Fiab Perugia Pedala. Festi è sempre in sella alla sua bike e conosce bene sia la situazione dei percorsi ciclopedonali urbani di Perugia sia quella delle aree a valenza cicloturistiche della regione.
Il presidente di Fiab come prima cosa ci tiene a smentire la considerazione diffusa che Perugia non sia una città adatta a chi va in bici. Perché? "Perché con le e-bike i problemi di salite e tratti impervi sono facilmente superabili grazie all'uso del motore quindi alla pedalata assistita. Inoltre perché gran parte della popolazione del capoluogo di regione vive in un territorio pianeggiante, pensiamo ai ponti. E bisognerebbe partire proprio da qui per sviluppare le infrastrutture".
- Festi, che giudizio dà ai percorsi ciclopedonabili urbani?
Finora a Perugia, in particolare, è stato fatto molto poco. Abbiamo un percorso storico che dovrebbe collegare il dipartimento di Ingegneria a quello di Medicina, ma negli ultimi anni si è intervenuti solo sul tratto che va da Centova all'ospedale. Come Fiab, poi, siamo molto critici sull'intervento fatto in via Val Di Rocco a Ponte Felcino.
- Perché ritiene negativo quanto è stato realizzato a Ponte Felcino?
Contestiamo proprio il concetto di percorso ciclopedonale, pensiamo sia bene tenere separate le utenze: chi va a piedi deve poter usufruire di marciapiedi; mentre chi usa la bicicletta ha bisogno di un altro tipo di infrastruttura. Questo perché pensiamo che in città la bici debba essere un mezzo di trasporto non solo di diletto.
- Si sta intervenendo anche a Ponte San Giovanni?
Parliamo ancora solo di progetti. In concreto oggi non è stato fatto altro rispetto a quanto detto. Nemmeno le corsie ciclabili, che non prevedono la separazione con barriera ma semplicemente segnaletica orizzontale e verticale. A Perugia non ne esiste una.
- Con questa situazione quale sono le criticità che deve affrontare chi usa la bici come mezzo di trasporto?
Il problema maggiore è la sicurezza. Parliamo di una città con 79 auto ogni 100 abitanti, un tasso tra i più alti, se non il più alto, d'Italia. Con un tasso di motorizzazione così le criticità per chi va in bici aumentano. Se poi questo si unisce alla mancanza della moderazione della velocità e all'assenza di spazi adeguati, la situazione diventa da bollino rosso.
- In attesa di piste adeguate, cosa può fare l'amministrazione?
La città a 30 Km/h. E con questo s'intende non il cartello stradale di limite della velocità ma un vero ripensamento degli spazi pubblici.
- Passiamo ai percorsi cicloturistici, la situazione in questo caso migliora?
In Umbria i più noti sono la ciclovia del Trasimeno, la Spoleto-Norcia, l'Assisi-Spoleto e ora si lavora nel ternano alla Green way del Nera. Qui ci sono sia potenzialità non espresse che problemi reali. Questi ultimi soprattutto riferiti al tema della manutenzione. Come abbiamo visto in questi giorni proprio per l'Assisi-Spoleto. I percorsi non basta farli ma vanno mantenuti in buone condizioni. In alcuni casi poi le opere avviate devono essere completate. E, infine, mancano i servizi.
- Quali servizi ritiene che manchino?
Per esempio una efficiente combinazione bici+treni. In settimana Trenitalia dovrebbe annunciare dei servizi aggiuntivi in proposito. Speriamo. E' importante per quello che rappresenta anche il cicloturismo per l'economia di un territorio. E per questo la Regione dovrebbe investire di più. A titolo di esempio si pensi all'assurdo che chi arriva in treno a Perugia con la bicicletta deve caricarsela in spalla perché non c'è un apposito ascensore. E poi non ci sono stalli di sosta comodi dove legare la bici.
- C'è una città in Umbria più attrezzata in tal senso?
Storicamente Foligno ma la situazione non è ottimale per una città in cui la bicicletta dovrebbe essere il mezzo più diffuso di trasporto.
- La bicicletta come mezzo di trasporto ritiene che sia adatta a tutti?
Sì, in città consiglio l'e-bike perché si possono affrontare percorrenze maggiori, si fatica di meno e al lavoro non si arriva sudati.
- Quanto costa una e-bike?
Varia molto. In media siamo sui 1.300/1.400 euro
- Tanto?
Bisogna pensare a quello che fanno risparmiare: non c'è carburante, non ci sono i bolli, non ci sono costi di parcheggio e, inoltre, permettono di fare attività fisica anche con la pedalata assistita. Il tema della salute è centrale soprattutto in questo momento e per i più giovani.
- Qual è l'impegno di Fiab Perugia per diffondere la cultura della bici?
Siamo un centinaio di soci e siamo un'associazione di promozione sociale quindi facciamo iniziative per i nostri i nostri iscritti ma anche aperte a tutti, svolgiamo attività di volontariato nelle scuole e collaboriamo con le varie feste di quartiere. Posso assicurare: c'è un attenzione sempre maggiore sia a quanto facciamo che alla bicicletta in generale. Alle amministrazioni il compito di rispondere.

Nata a Perugia, classe 1963, Sabrina Busiri Vici è laureata in Scienze Politiche all'Università degli studi di Perugia. Giornalista professionista dal 1998. Nel 2005 entra nella redazione del Corrie...