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Alfa Milano: 410 km di autonomia in elettrico, più avanti la Q4 ibrida, ora solo l'anteriore

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Prendi una piattaforma Stellantis (la stessa di 600, Avenger, Ds3 ed altro), prendi un 3 cilindri del gruppo, prendi anche la tecnologia elettrica Abarth, shakera il tutto e versa questo cocktail fumante in casa Alfa. Un bel: "Milano". Questo "B Suv", ultima creazione della casa del biscione sarà disponibile in 4 versioni: 2 elettriche e due ibride, una a trazione anteriore, l'altra integrale. Il linguaggio stilistico, per interni ed esterni, è indiscutibilmente Alfa. L'auto è lunga 4,17 metri, larga 1,78 ed alta 1,5, con un bagagliaio, che arriva a 400 litri. Le elettriche, poi, hanno una sorta di vano anteriore (in gergo tecnico un frunk), dove mettere i cavi di ricarica. Il look ha un impatto sportivo e muscoloso, con sbalzi corti, un frontale caratterizzato da fanaleria "3+3" e gruppi ottici Full Led Matrix adattivi ed un posteriore tronco, alla moda della gloriosa Giulia TZ, carrozzata Zagato. Gli interni sono classici, con strumentazione a cannocchiale ed un touchscreen da 10,25", sviluppato secondo la logica dei widget, stile smartphone, per intenderci.
Passiamo subito a parlare di assetto, con le informazioni che abbiamo, un po' confuse, a dire il vero. "Forte del peso più basso nel segmento e di una ottimale distribuzione delle masse", si legge nel comunicato, la Milano elettrica è stata sviluppata dallo stesso team della GTA. Lo sterzo, infatti, è il più diretto del segmento (14,6), l'assetto si giova di un differenziale Torsen (tanta roba) e l'impianto frenante, sull'anteriore, monta dischi da oltre 380mm con pinze monoblocco a 4 pistoncini. Il dubbio nasce spontaneo: tutto questo, solo sulla versione Veloce (la elettrica più cattiva, da 240 Cv), quella con l'assetto ribassato di 25 mm e sull'altra elettrica e le ibride? Comunque, diamo uno sguardo alle motorizzazioni, iniziando proprio dalle elettriche. Due le potenze, 156 e 240 CV (la versione Veloce), entrambe servite dalla stessa batteria da 54 kWh, agli ioni di litio, il che dovrebbe garantire la medesima autonomia di: 410 km (Ciclo WLTP), che diventano 590 su percorsi prettamente urbani. In continua, la Milano ricarica fino a 100 kW, il che gli consente di fare dal 10 all'80% del pieno, in meno di 30 minuti. Due anche le ibride, su architettura a 48V: una anteriore, motorizzata con il 3 cilindri di 1.2 litri, ciclo Miller, da 136 Cv, supportato da un motore elettrico da 21 kW, integrato nel cambio automatico (un doppia frizione a 5 rapporti), alimentato da una batteria, anche questa agli ioni di litio, poi in seguito, arriverà la Q4, con un elettrico montato sull'asse posteriore. La ibrida, comunque, in città, dovrebbe fare almeno il 50% della percorrenza in elettrico e, anche su extraurbano, può andare in elettrico, per pochi km, fino a 150 km/h.
In quanto a sistemi di assistenza, sulla Milano è disponibile: il controllo longitudinale e laterale del veicolo (la guida autonoma è di livello 2), la telecamera posteriore a 180°, sensori di parcheggio a 360°, per un sistema semi-autonomo di parcheggio, tecnologia proximity access (la vettura si apre da sola, basta avvicinarsi). Sulla Milano è disponibile il sistema Alfa D.N.A., che comprende: la modalità "Dynamic", per le massime prestazioni; la Natural, per l'utilizzo quotidiano; la "Advanced Efficiency", per la massima efficienza energetica; ovviamente, solo sulla Q4, il settaggio per i terreni a scarsa aderenza. La navigazione è supportata dal sistema EV-Routing, integrato e connesso, che gestisce in automatico le necessità da ricarica. Tutti i software interni, si aggiornano on line, con tecnologia Ota (Over The Air). Non manca l'assistente virtuale "Hey Alfa" (anche qui "Che fantasia"), che integra Chat GPT (A.I), con tutte le possibilità offerte dal riconoscimento vocale. I prezzi della elettrica partono da 39.500?, poi c'è l'edizione Speciale ibrida, che parte 29.900?.

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Giovanni Massini, romano, classe 1956, professionista, laureato in Legge nel 1979. Inizia a scrivere di motori, infrastrutture e trasporti nel 1990, per diventare presto capo redattore, presso la rivi...