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Perugia, nuovo regolamento per i giochi. Pucci scrive al Comune: "Posti di lavoro a rischio"

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A Perugia rivedere in questo momento il regolamento comunale in materia di giochi e renderlo più restrittivo, sarebbe intempestivo e metterebbe a rischio posti di lavoro. Così si legge in una lettera scritta da Massimiliano Pucci, presidente di Astro (Associazione degli operatori del gioco lecito), al consiglio comunale, dove nei giorni scorsi è stata proposta una modifica del regolamento comunale in materia di giochi. Secondo Pucci non è il momento perché è in corso "un processo di riforma i cui contorni potranno delinearsi già nei prossimi mesi" e un regolamento più rigido "avrebbe, come unico effetto, quello di avvantaggiare ulteriormente il gioco on line, mettendo a rischio i posti di lavoro delle persone occupate nel settore del gioco terrestre, un settore che, peraltro, proprio per la forte crescita dei canali di gioco on line, sta già soffrendo forti ricadute economiche ed occupazionali". La proposta, spiega AgiPro News in una nota, prevedrebbe un'ulteriore restrizione degli orari di esercizio delle attività, rispetto a quelle già previste dal vigente regolamento comunale, nonché l'introduzione di nuovi luoghi sensibili da aggiungere a quelli già previsti dalla legge regionale. Secondo Pucci questa sarebbe una scelta non fruttuosa, in quanto è stato demandato alla Conferenza delle Regioni il compito di redigere un regolamento comune in materia, e una riforma potrebbe arrivare a breve. Viene, inoltre, criticata la scelta di inserire tra i luoghi sensibili "biblioteche comunali, stazioni ferroviarie e degli autobus". Questa ipotesi, si legge, sconvolgerebbe il principio su cui si basa il distanziometro: "evitare la prossimità delle attività di offerta di gioco da luoghi che, per loro natura, sono destinati ad essere frequentati prevalentemente da persone, che per età o particolari condizioni personali, sono da considerare particolarmente vulnerabili rispetto ai fenomeni di dipendenza". Se rientrassero le stazioni in questa categoria, si rischierebbe, secondo Astro, "di poter considerare anche i supermercati e le farmacie come dei luoghi sensibili".