Il genero del defunto boss Carmine Schiavone, Nicola Pezzella, 61 anni, alias Palummiello, esponente di spicco del clan camorristico omonimo e aspirante nuovo apicale, esce dal carcere per riprendere il giro. In particolare dello smercio di droga. E' il 2022. Ma non trova collaboratori, i ragazzi "preferivano starsene a casa a dormire". E così decide di mettersi in affari con i nigeriani che gestivano l'importazione dell'eroina dall'Olanda a Perugia sino in Campania, a Casal di Principe. Nasce il sodalizio fra camorristi e nigeriani dove Perugia, in particolare il locale affittato in via San Giuseppe 16/A, a Monteluce, è l'hub di smistamento per oltre due quintali e mezzo di eroina poi venduta in Umbria, Toscana, Marche e Campania. Ecco come si è creata la jount venture sgominata dal Nucleo investigativo dei carabinieri di Perugia, che lunedì 8 aprile ha portato all'emissione di 24 custodie cautelari, di cui 10 in carcere e 3 ai domiciliari. E' tutto ricostruito nell'ordinanza. A tratteggiare la genesi dell'associazione per delinquere - è la contestazione della procura di Perugia - uno degli indagati, Emiliano Amata, il corriere dei casalesi. Il gruppo di trafficanti nigeriani con base operativa a Perugia "è inserito in una compagine più ampia, essendosi associati a fornitori esteri, allo stato non identificati, per lo più collocati in Olanda, nonché ad importatori italiani legati al clan dei Casalesi (Amata e Pezzella), il cui anello di congiunzione è il nigeriano Bigjoe Nwaebi", è scritto nell'atto firmato dal gip di Perugia. E' stato accertato che Palummiello, dopo un periodo di lunga detenzione, tornato in libertà nel 2022, "ha ripreso a condurre l'attività illecita nel settore del narcotraffico e che Amata era corriere per conto di Pezzella" (che chiamava Zio Nicola).