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Morta in casa a Passignano. Indagato il figlio, 2 ipotesi di reato: maltrattamenti e abbandono

ambulanza 118

Un'iscrizione formale. Un atto dovuto, necessario per capire quanto accaduto a Giulia Spini, la ex infermiera 78enne di Passignano, deceduta mercoledì 4 gennaio a casa sua. Al figlio 59enne è stato recapitato un avviso di garanzia con, al momento, due ipotesi di reato: quelle di maltrattamenti in famiglia e di abbandono di persona incapace. Le successive indagini e le risultanze dell'esame medico-legale, serviranno a delineare il proseguo dell'inchiesta e le possibili responsabilità del figlio. E' stato lui a chiedere aiuto per la mamma. Purtroppo però per lei non c'è stato nulla da fare. Ma i lividi che aveva addosso, anche sul volto, un precedente intervento dei carabinieri per una lite in casa, hanno imposto l'apertura di un fascicolo per fare chiarezza sulla vicenda i cui contorni restano, per ora, non del tutto definiti. Il primo nodo da sciogliere è la causa della morte: la donna, molto amata e benvoluta, era affetta da diverse problematiche fisiche e per questo, non era autonoma nella deambulazione. Ma se a determinare il decesso sia stata una caduta, come quelle di cui era rimasta vittima nei giorni scorsi, è tutto da chiarire. Non è escluso nemmeno che possa essere stata colta da malore. Ad ogni modo, la versione, rilasciata ufficiosamente dal figlio - anche lui con problemi fisici causati da un ictus avuto qualche anno fa - è che la donna sarebbe caduta anche mercoledì mattina. Lui avrebbe provato a rialzarla ma, a causa della sua patologia, non sarebbe riuscito e, prima di uscire di casa, le avrebbe messo un cuscino sotto la testa. Al suo rientro poi, dopo aver sbrigato diverse commissioni in paese, l'avrebbe trovata priva di sensi e, solo a quel punto, avrebbe chiesto l'intervento del 118. Se la versione venisse confermata si potrebbe quindi anche configurare un'ipotesi di omissione di soccorso. Impossibile non pensare infatti se un intervento tempestivo avrebbe potuto salvarla. Ma non è solo questo che agita gli inquirenti: nell'appartamento di via del Giuoco, i carabinieri c'erano già stati. L'estate scorsa i vicini li avevano chiamati per una brutta lite tra madre e figlio. E adesso che la tragedia si è consumata, nelle vie del paese si rincorrono le voci che parlano di grida e litigi anche accesi, di atteggiamenti violenti del figlio verso la madre. Il 59enne, affetto da deficit motorio e cognitivo lasciato dall'ictus, era disoccupato e trascorreva le giornate in casa con la mamma, salvo le uscite per le commissioni. Se le voci dei vicini, che comunque non hanno mai chiesto l'intervento dei carabinieri, fatta eccezione per l'unico episodio in estate, siano reali e il figlio abbia in qualche modo maltrattato la mamma, lo stabiliranno le indagini. Intanto va data una spiegazione a quei lividi che la donna aveva anche sul volto. Causati dalle cadute, confermate anche da una vicina di casa che nei giorni scorsi aveva aiutato il figlio a rialzarla, o peggio? Il pm titolare dell'inchiesta, Mara Pucci, che coordina gli accertamenti dei carabinieri conferirà l'incarico al medico legale, Eleonora Mezzetti per l'autopsia. Un primo passo verso la verità.

Francesca Marruco, classe 1980, giornalista professionista è redattrice al Corriere dell'Umbria. Si occupa principalmente di cronaca nera e giudiziaria. Dalla pandemia in poi, che ha costretto tutti ...