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Città di Castello, duello tra difese e Procura in aula sul lascito Mariani

Enrico Amante Il sostituto procuratore Enrico Amante, che ha sostenuto l'accusa in aula

Il lascito Mariani è stato disperso come sostiene la Procura contabile di Perugia o non c'è stata alcuna dispersione perché è ancora nelle casse della Usl, come affermano le difese dei convenuti? Secondo la Procura i citati in giudizio dovrebbero essere condannati a risarcire 3 milioni e 721 mila euro, ovvero i soldi che Clara Mariani nel 1984 volle destinare, come da testamento, "all'ospedale civile di Città di Castello" e mai utilizzati. Tesi, questa della condanna, alla quale, ieri mattina in aula, si sono opposti strenuamente i difensori dei 14 coinvolti, ovvero la presidente della Regione, Donatella Tesei, gli assessori della sua giunta, l'ex dg della Usl Umbria 1, Gilberto Gentili, l'ex sindaco di Città di Castello, Luciano Bacchetta, e alcuni dirigenti della Regione.
Nella relazione dell'accusa, ieri mattina in aula il sostituto procuratore, Enrico Amante, ha spiegato che "sono 20 anni che si gira intorno al problema senza trovare una soluzione e l'immobile versa in condizioni gravissime". Il magistrato ha pure svelato che nel 2019 l'inchiesta era stata inizialmente archiviata dopo la rassicurazione della Regione che un intervento per il recupero sarebbe stato messo in atto. Ma poi ha aggiunto: "Sono stati adempiuti tutti i compiti ordinari? È stato fatto il possibile per scongiurare il degrado? Ad avviso della Procura niente affatto". Secondo le difese la questione della fatiscenza dell'immobile sarebbe stato un tentativo dell'accusa di cambiare in corsa le contestazioni. Ma nell'atto di citazione, la procuratrice, Rosa Francaviglia, oltre che per la dispersione del lascito puntava il dito anche contro il "comportamento gravemente omissivo in sede di riqualificazione del patrimonio immobiliare".

Francesca Marruco, classe 1980, giornalista professionista è redattrice al Corriere dell'Umbria. Si occupa principalmente di cronaca nera e giudiziaria. Dalla pandemia in poi, che ha costretto tutti ...