Giovedì 11 aprile è stato il giorno dello sciopero per dire basta morti sul lavoro. Una protesta proclamata da Cgil e Uil dopo la tragedia avvenuta nella diga di Suviana, con l'esplosione alla centrale elettrica che ha provocato cinque morti accertati e due dispersi. In Umbria i manifestanti hanno fatto due presidi davanti alle prefetture di Perugia e Terni: "Incrociamo le braccia e scendiamo in piazza per dire adesso basta morti sul lavoro, basta con un fisco che pesa tutto su lavoratori e pensionati, basta con un modello di impresa che mette al centro il profitto e non la persona. È ora che si prenda davvero coscienza del fatto che in questo Paese si consuma una strage quotidiana, che non può più essere tollerata e l'Umbria è purtroppo maglia nera in Italia per morti e infortuni sul lavoro". Due delegazioni dei sindacati sono state ricevute dal prefetto di Perugia, Armando Gradone, e dal capo gabinetto del prefetto di Terni, Luca Iervolino. "Lavoratori dipendenti e pensionati pagano oltre il 90% del gettito Irpef - hanno detto nei loro interventi i segretari generali di Cgil e Uil dell'Umbria, Maria Rita Paggio a Perugia e Maurizio Molinari a Terni - E questo mentre intere categorie economiche continuano a non pagare fino al 70% delle imposte dovute. L'evasione complessiva continua ad essere pari a 90 miliardi all'anno". "Buoni i primi dati disponibili - fa sapere in una nota Uil Umbria - sulle adesioni allo sciopero di 4 ore (ma esteso ad 8 in alcuni settori) che continuerà nei turni pomeridiani e notturni. Nelle realtà più importanti del settore manifatturiero i sindacati registrano un'adesione media intorno al 60-70%, con punte del 90%".