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Pesticidi, sempre più veleni in fiumi e laghi: le nostre acque soffrono. Dati allaramenti

polizia locale

Nelle nostre acque ci sono sempre più veleni. I pesticidi aumentano. In quasi un terzo dei bacini superficiali, fiumi e laghi, sono stati misurati valori superiori alla norma. Nei corsi sotterranei la situazione è leggermente migliore, ma comunque più che allarmante. Il 12 aprile è stato pubblicato il Rapporto nazionale pesticidi nelle acque. Questo rapporto fa parte una serie di documenti tecnici prodotti dal Sistema Nazionale Protezione Ambiente (SNPA), istituto operativo dal 2017 e creato con l'intento di ottenere un miglior coordinamento a livello nazionale tra ISPRA (l'Istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale) e le relative agenzie regionali per la protezione ambientale (Arpa). Il rapporto recentemente pubblicato si pone come obiettivo quello di valutare lo stato delle acque interne al territorio italiano, sia superficiali che sotterranee, riguardo la contaminazione derivante dall'uso di pesticidi.
LO STUDIO
Secondo la definizione della Fao, un pesticida è una "qualsiasi sostanza [...] destinata a prevenire, distruggere o controllare qualsiasi parassita, compresi i vettori di malattie umane o animali, specie vegetali o animali indesiderate", durante la produzione, la lavorazione, la conservazione, il trasporto e la commercializzazione di varie merci tra cui: prodotti alimentari, prodotti agricoli, legname e mangimi. Sono pesticidi, per esempio, i battericidi, gli insetticidi, gli alghicidi ed i fungicidi. Le norme dell'Unione Europea che regolano l'utilizzo ed i limiti dei valori dei pesticidi nell'ambiente suddividono questi prodotti in due categorie: i prodotti fitosanitari, utilizzati per la protezione e la conservazione delle specie vegetali, ed i biocidi, ovvero tutti i prodotti utilizzati per eliminare batteri, animali o piante nocive, ad uso non agricolo. Lo studio ha analizzato più di 4'800 siti di monitoraggio, distribuiti in tutta Italia, per controllare i valori delle concentrazioni di più di 400 tipi di pesticidi. I dati ottenuti, relativi al 2021, mostrano che nel 28,3% dei punti di monitoraggio i valori di pesticidi trovati nelle acque superficiali sono superiori ai limiti, mentre lo sono nel 6,8% nelle acque sotterranee. Il basso valore di concentrazioni nelle acque sotterranee non deve trarre in inganno: la rilevazione di contaminazioni è spesso difficoltosa, ed i tempi di risanamento sono molto lunghi a causa della struttura idrogeologica delle falde acquifere (possono impiegare anche decenni). In Italia quasi l'85% delle risorse di acqua dolce sono di origine sotterranea.
I VELENI
Le sostanze trovate in maggiori concentrazioni sono state, in ordine: erbicidi, insetticidi e fungicidi. Dal confronto con i dati raccolti negli anni precedenti si nota una tendenza in crescita delle contaminazioni sia per le acque superficiali che sotterranee, anche se meno marcata nel secondo caso. La diffusione maggiore di questi inquinanti si riscontra nella pianura padano-veneta, a causa dell'intensa attività agricola e alla struttura idrogeologica del territorio, ma i nuovi dati raccolti mostrano come siano in aumento anche le contaminazioni nel centro/sud. Alcune regioni hanno dati parziali o del tutto mancanti a causa di vari problemi: in Calabria, per esempio, si hanno misurazioni solo per le acque potabili (non presenti nel rapporto) ed in Basilicata si hanno dati unicamente per le acque superficiali in quanto le strutture di misurazione per le acque sotterranee sono in ristrutturazione. Anche le Marche hanno pubblicato i dati solo per una frazione di tipi di pesticidi a causa di un attacco informatico che ha comportato la perdita di alcuni dati. Soltanto per l'agricoltura italiana vengono importate 116 mila tonnellate di prodotti fitosanitari, anche se le vendite sono in leggero calo da qualche anno. Non si hanno invece informazioni analoghe per l'altra classe di pesticidi, i biocidi, e questo ne rende più complicato il monitoraggio ed il controllo.