Per aprire questo sito web è necessario che javascript sia abilitato, correggi le impostazioni del tuo browser e ricarica la pagina. Buona lettura!

Attacco Iran a Israele. Siamo sospesi nel vuoto

iran attacca israele

L'unica speranza è che quanto accaduto abbia reso chiaro a tutti che l'orlo del baratro è stato già superato. Ora: o si balza subito indietro; o precipitare sarà inevitabile. Fondamentale, adesso, è il ruolo del presidente degli Stati Uniti, Joe Biden, nel rapporto con il premier israeliano, Benjamin Netanyahu. Gli Stati Uniti non potranno mai portare la pace in Medio Oriente, ma possono evitare che il mondo venga trascinato in una nuova guerra, se c'è la forte determinazione del loro presidente. Non basta, però, telefonare a Netanyahu per soli 25 minuti; dire che un'eventuale reazione non sarà appoggiata; e arrogarsi il diritto di convocare un G7 anticipando il Paese che ne ha la presidenza di turno e che la regola dell'alternanza vuole sia l'Italia. Biden deve fare di più. E in maniera diretta perché il ruolo di interlocutore e sostenitore privilegiato di Israele lo hanno voluto da sempre gli Usa, tagliando le gambe a qualsiasi altro tentativo di diplomazia. Biden è l'unico che può ancora evitare che la nuova fiamma accesa in Medio Oriente divampi senza più controllo. Con l'imminente risposta di Israele all'attacco dell'Iran, siamo di fronte all'irreparabile. Perché Israele - a torto o a ragione, secondo i punti di vista - ha già dimostrato a quali conseguenze possono portare queste sue risposte. Come colpire una sede diplomatica.

Sergio Casagrande inizia l'attività giornalistica all'età di 14 anni, nel 1981, come collaboratore de Il Tempo e della Gazzetta di Foligno. E' stato il più giovane pubblicista (1985), il più giov...