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Calcio Serie C

Perugia, niente playoff ma a Faroni va dato un 6 di stima per la stagione

La nuova proprietà è subentrata a mercato già chiuso. Gettate le basi per un futuro migliore

Carlo Forciniti

06 Maggio 2025, 11:03

Perugia, niente playoff ma a Faroni va dato un 6 di stima per la stagione

Un “6” di incoraggiamento. Una sufficienza comunque piena per chi - già a partire da queste settimane che precederanno l’inizio della nuova annata - deve cominciare a porre le basi per un futuro di spessore. Il riferimento è al Perugia inteso come società e come management. Dopo una stagione che può essere considerata di apprendistato, dal Grifo targato Faroni è lecito aspettarsi di più. Anche perché e per bocca dei diretti interessati, l’obiettivo è quello di tornare in Serie B entro un paio d’anni.


L’ARRIVO Il Perugia cambia ufficialmente proprietà il 7 settembre 2024, passando da Massimiliano Santopadre all’imprenditore argentino. Il passaggio delle quote si materializza a mercato ultimato. A campionato cominciato. Ma non ancora indirizzato verso il basso. “La Serie C non è il posto che appartiene al Perugia. Dobbiamo uscire da questa situazione il prima possibile” - dichiara Faroni nel giorno della presentazione, aggiungendo che “va costruito alla base qualcosa di solido”.
Inizialmente, la stella polare da seguire è comprensibilmente quella di mettere in sicurezza il club dal punto di vista economico-finanziario.


L’ESORDIO Il nuovo corso inizia a Carpi alla terza giornata. Una “prima” bagnata causa pioggia, ma non fortunata. Perché Angella e compagni capitolano 2-0. Il gruppo è guidato da Alessandro Formisano che non riesce ad accendere il cuore pulsante del tifo biancorosso. L’uomo mercato è Jacopo Giugliarelli. Due figure della vecchia proprietà. Non i soli.
La squadra deve fare i conti con diversi infortuni. Che certamente hanno un peso nel cammino accidentato ma non spiegano tutto. I grifoni annaspano anche per demeriti propri. Mentali prima che tecnici.


IL PRIMO ESONERO Il crollo interno contro il Rimini a fine settembre comincia ad addensare nubi intorno alla permanenza di Formisano. Il ko al Curi contro il Milan Futuro all’undicesimo turno, spinge la società al ribaltone. Al posto del tecnico campano, arriva Lamberto Zauli.

“Ho chiesto spregiudicatezza, senso di responsabilità. La mia squadra deve essere credibile, bella e spensierata nel gioco” - puntualizza il neo allenatore -. “Il Perugia deve dimostrare di essere forte. Mi aspetto da tutti qualcosa in più” - gli fa eco il diesse -. In quel momento il Grifo è fuori dai playoff. Ma l’aggancio al treno con destinazione post season è alla portata. Difficile a fine ottobre immaginare che le cose peggioreranno. Ed invece… Zauli - lui pure per un certo periodo costretto a fare i conti con defezioni diffuse durante la sua permanenza in panchina - fatica ad imprimere la svolta al gruppo.


ECCO MELUSO A fine novembre, svolta ai piani alti. Perché entra nei ranghi societari Mauro Meluso che diventa il responsabile dell’area tecnica.
“Voglio dare il meglio per cercare di risollevare un club glorioso che va messo in sicurezza. Dobbiamo cercare di fare risultati senza mettere in pericolo la solidità del club” - è una delle linee guida che illustra il dirigente quando spende le sue prime parole pubbliche da biancorosso -. Ultimato un girone d’andata anonimo, Meluso affiancato da Giugliarelli non perde tempo.


IL MERCATO DI RIPARAZIONE Tra fine dicembre ed inizio gennaio oltre a qualche uscita necessaria data l’abbondanza della rosa, dota la squadra di due rinforzi di esperienza: Riccardi e Broh.
Al termine della sessione invernale in cui vi era l’assoluta necessità di sfoltire la rosa (missione compiuta), arrivano a Pian di Massiano anche Joselito, Kanoute e Yabre.
Poco più tardi, si separano le strade del Grifo e di Giugliarelli che alla prima esperienza da diesse cominciata nell’estate 2023 ha dovuto far fronte a delle sessioni di mercato (quelle sotto la gestione Santopadre) complesse anche e soprattutto data l’incertezza che regnava nel club in seno alla cessione delle quote. Mica facile. Senza più gli smottamenti dati dalla campagna trasferimenti, ci si attende il definitivo rilancio. Ma il Perugia continua ad annaspare. Soprattutto in trasferta. Nel girone di ritorno arriva addirittura al punto di dover pensare a salvarsi. In Serie C. Dalle parti di Pian di Massiano si è abituati a qualcosa di meglio.


ADDIO ANCHE A ZAULI A Lucca, il ko contro la Lucchese (che verrà poi penalizzato di 6 punti, ndr) molto più netto di quanto dica il 2-1 finale, spinge il management a tagliare i cordoni con Zauli per affidarsi a Vincenzo Cangelosi. Un allenatore per anni storico vice di Zeman e che Meluso conosce benissimo.
L’impatto del tecnico siciliano che prima dell’amaro pareggio casalingo contro il Sestri Levante incassa la rinnovata fiducia della società che gli allunga il contratto fino al 2027, è positivo. Anche al netto della sconfitta maturata all’esordio a Chiavari all’ultimo respiro.
Il Perugia - che ora ha recuperato più di un elemento prezioso - si scuote. Niente di trascendentale. Ma si scuote. Sembra tornare ad avere un’anima.


UN POSTO PLAYOFF IN PIU' Si allontana dalle zone basse della classifica e spera di agganciare l’ultimo posto utile per la post season che non è il decimo ma l’undicesimo considerata la vittoria del Rimini in Coppa Italia. Un regalo inaspettato. Un posto in più che sembra un’ancora di salvataggio. Così non è. Perché dopo la vittoria sul Pineto, i grifoni collezionano appena un punto in tre partite che chiude i giochi. Che in seno al futuro sono più che mai aperti. Alla società il compito di costruire un Grifo ambizioso. E vincente. Perché essere solidi e sostenibili non è affatto un dettaglio. Ma il risultato non è mai affare secondario. Ancora di più per il nuovo corso del Perugia che ambisce a tornare quanto prima in Serie B.

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