Calcio
Lamberto Boranga al Corriere dell'Umbria
“In che anno sono nato? Sa, sono di Foligno, quando c’è stato il terremoto l’anagrafe ebbe dei danni. Così non ci sono più certezze sul mio anno di nascita”.
La definizione “mito” è spesso abusata, quando ci si trova di fronte personaggi che hanno fatto la storia in questo caso dello sport (non solo del calcio), ma dovendo parlare con e di Lamberto Boranga lasciatecela tranquillamente usare. Il medico-portiere, numero 1 di tante squadre, secondo le biografie è un classe 1942 ma il dato è del tutto fittizio e completamente inattendibile, perché - come lui stesso ama dire - “gli anni sono solo dei numeri. L’espressione dell’età è quello che vedi, quello che senti”.
Mercoledì 30 aprile 2025 Boranga ha fatto visita alla redazione centrale del Corriere dell’Umbria dove, oltre alla nostra chiacchierata, è stato ospite della trasmissione “L’Umbria in Diretta”, condotta da Paola Costantini.
- Boranga, ma il Perugia lo segue? Che idea si è fatto di questa nuova società?
Non la conosco, quindi non esprimo giudizi. Dico che il calcio è cambiato, mi ricordo una partita che giocai con la maglia del Perugia, in serie C, dove in campo c’erano undici giocatori su undici umbri. Il Perugia a mio avviso deve tornare ad essere punto di riferimento delle società del territorio, una specie di faro in Umbria.
- E’ una fase di transizione dopo la lunga era Santopadre...
Che alla fine era diventato un po’ un padre padrone. All’inizio però non era così, e i risultati arrivavano. L’errore fu mandare via Comotto, che era l’unico in grado di fare da tramite tra squadra e società, avendo anche una bella esperienza pregressa da calciatore di ottimo livello. Santopadre vendeva l’abbigliamento, Comotto stava nel calcio da una vita, avrebbe dovuto continuare a farsi consigliare da lui.
- Cosa ci vorrebbe per rilanciare il Perugia?
Detto che i programmi di questa società non li conosco, credo comunque ci sia da investire almeno 2-3 milioni di euro se si vuole tornare nel calcio di alto livello. E’ chiaro che un presidente umbro metterebbe quella passione dettata dal fatto di essere del posto. Penso a un Cucinelli, anche se so che non succederà mai. O nel passato agli Spagnoli o ai D’Attoma. Insomma, nel Perugia deve entrare un po’ di “peruginità” che manca da tempo. Anche l’allenatore, perché prenderlo chissà dove quando qui abbiamo gente come Novellino o Cosmi?
- Boranga, parliamo di lei. Fa sempre le gare master?
Certo che sì. In Florida ho vinto il bronzo nel triplo al Mondiali, over 75. Adesso mi sto preparando per i tricolori e poi gli Europei, ma nel salto in alto e soprattutto lancio del peso. Lì vinco sicuro.
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