Una donna di 33 anni di origine ucraina è in stato di coma ed è ricoverata nel reparto di terapia intensiva, in prognosi riservata, all'ospedale di Perugia. La donna è stata soccorsa nel tardo pomeriggio di venerdì 1 dicembre dagli operatori sanitari del 118 dopo una richiesta di intervento arrivata al numero unico di emergenza. Quando sono arrivati in casa sua era ancora vigile, tanto che al Pronto soccorso è stata inizialmente registrata come codice arancione. Poi, mentre veniva sottoposta a esami diagnostici ha avuto una crisi ed è stata trasferita d'urgenza in rianimazione. Oltre al trauma cranico la donna presentava diverse contusioni in varie parti del corpo, una lacerazione gengivale e delle ferite ai gomiti, tipicamente "da difesa". Chi l'ha visitata non ha avuto dubbi sulla traumatica di quelle ferite e della sua condizione. Tanto che, di lì a poco, sono intervenuti i carabinieri della compagnia di Perugia. Purtroppo la donna prima di andare in coma non è riuscita a raccontare nulla. Purtroppo non parla italiano e nel breve lasso di tempo prima del peggioramento non è stato possibile trovare qualcuno che parlasse la sua lingua. Ma degli elementi, tutt'altro che secondari, ci sono già. Il primo è i segni che la donna ha sul corpo: per i medici è frutto di violenza. Il secondo: a chiamare il 118 è stato il fidanzato, un italiano che prima è arrivato con lei in pronto soccorso e poi, almeno dall'ospedale, si è dileguato. Lo stesso fidanzato al 112 ha detto che non riusciva a parlare con la compagna e non gli apriva la porta di casa. Motivo per cui, all'arrivo del 118 i vigili del fuoco hanno buttato giù la porta. Ma lei era in camera vigile che parlava al telefono. Come mai non apriva al fidanzato? Ne aveva paura? Lui, durante le fasi di soccorso in casa avrebbe detto agli operatori di aver colpito per sbaglio la compagna con una gomitata mentre dormivano.