Giovedì 11 Settembre 2025

QUOTIDIANO DI INFORMAZIONE INDIPENDENTE

DIRETTORE
SERGIO CASAGRANDE

×
NEWSLETTER Iscriviti ora

LIVE

logo radio

IL REPORTAGE

I templi megalitici di Malta. Più antichi delle piramidi continuano a sfidare il tempo

Un patrimonio unico al mondo affacciato sul mare Mediterraneo e costituito da templi anche con più di 5 mila anni di storia che celano segreti e tecniche misteriose

Sergio Casagrande

11 Settembre 2025, 11:47

I templi megalitici di Malta. Più antichi delle piramidi continuano a sfidare il tempo

Nelle due principali isole dell'arcipelago di Malta - Malta e Gozo - regna il Sole e il vento, spesso, spazza incontrastato. Qui, dove ogni villaggio sembra un anello di pietre in equilibrio, si conservano i templi megalitici più antichi del pianeta.

Hagar Qim, Mnajdra, Tarxien, Ta’ Ħaġrat, Skorba (nell'isola di Malta) e Ggantija (in quella di Gozo) sono nomi che suonano più come incantesimi che come manufatti dell’uomo e sono le architetture più antiche ancora in piedi, più antiche delle piramidi e, molti di essi, perfino del più celebre sito megalitico di Stonehenge.

Nel cuore del Mediterraneo, infatti, migliaia di anni fa, qualcuno di una o più civiltà preistoriche di cui sappiamo molto poco disse “ora facciamo una struttura di pietra” e la fece, insieme alla sua comunità, davvero, ma non utilizzando dei semplici sassolini ma prendendo e spostando - chissà come - pietre enormi, molte delle quali anche i più potenti mezzi di oggi faticherebbero a muovere.

Il bello non è solo che siano state fatte e che queste opere ancora restino in piedi a fare bella mostra di loro stesse. Ma che nessuno, ancora oggi, sia riuscito a scoprire perché siano state fatte e come fossero realmente utilizzate. Concludiamo quindi il nostro reportage da Malta con una breve descrizione di queste opere colossali, indubbiamente da visitare - almeno le principali - se si approda su queste coste.

Hagar Qim e il tempio dell'oracolo


Costruito e ampliato tra il 3600 e il 3200 a.C. su una cresta vista mare, Hagar Qim è un blocco di pietre enormi e robuste, con facciata trilithon, sale ovali e un foro acustico - chiamato buco dell’oracolo - che amplifica il suono tra le stanze. In realtà è un gruppo di più edifici megalitici. La pietra più imponente pesa 57 tonnellate e rimane lì, immobile e solenne.

Mnajdra: dove il tempo è geometria


Scendendo la collina, Mnajdra è un trio di templi in corallina che si affacciano sui solstizi: all’equinozio, un fascio di luce attraversa la porta centrale e illumina l’asse magico. All'interno, resti di aree sacrificali, panchine di pietra e disegni che suggeriscono un culto legato alle stagioni o forse alla fertilità. La realizzazione del tempio più antico è datata tra il 3600 e il 3200 a.C.; quello più recente tra il 3150 e il 2500 a.C.

Tarxien, Ta’ Hagrat e Skorba


Tarxien, a due passi da La Valletta, è un intrico di almeno tre templi con sale decorate on bassorilievi: animali, spirali e una figura femminile con gonna plissettata, l’unica metà superstite di una statua raffinata. A TaHagrat Ħemergono, invece, tra abitazioni antiche, templi gemelli che vengono fatti risalire tra il 3600 e il 3200. Poco distante, poi, c’è Skorba, dove ci sono altri due templi, uno dei quali tra i più completi dell’isola di Malta. Il più antico viene fatto risalire al 3600-3200 a.C. il più recente al 3000-2500.

Kordin III e Tal-Qadi: i piccoli segreti

Due monumenti silenti, come malinconie che resistono all’asfalto. Nascosti dietro a vie trafficate, il sito di Kordin III offre il raro privilegio di veder tracce megalitiche nel cuore urbano: lastricati in pietra costruiti tra il 3500 e il 3300 a.C. e, forse, anche prima. Tal‑Qadi, invece, è povero di rovine ma interessante per la sua insolita orientazione verso nord-est. Viene fatto risalire al 2500-1500 a.C.).

Saflieni: il tempio sotterraneo


Non solo templi all’aperto. Nel cuore di Paola, poco lontano da La Valletta, c’è anche l’ipogeo di Ħal Saflieni, l’unico tempio preistorico sotterraneo del mondo, scavato nella roccia tra il 3600 e il 2500 a.C. Tre livelli, corridoi, nicchie e camere tondeggianti che sembrano imitare l’architettura dei santuari in superficie. Qui sono state ritrovate le ossa di migliaia di individui e la celebre statuetta della Dormiente, una figura femminile distesa che sembra addormentata per l’eternità.
Un luogo di culto, di sepoltura e forse di riti misteriosi, che ancora oggi lascia senza fiato chi ha la fortuna di visitarlo.

I giganti di Ggantija

Se a Malta i colossi di pietra impressionano per armonia e precisione, sull’isola di Gozo, la seconda per grandezza dell’arcipelago maltese che si raggiunge con un brevissimo tragitto via traghetto. L’effetto è ancora più travolgente: qui sorge Ggantija (3600 - 2800 a.C.), complesso megalitico che prende il nome dai “giganti” di una leggenda locale.
Due templi, muraglie ciclopiche alte oltre 6 metri e massi dal peso che si stenta a credere fosse davvero possibile sollevare con i mezzi della preistoria: tutto, infatti, lascia pensare a una costruzione al di là delle forze umane. Non a caso, quindi, ancora oggi, gli abitanti dell’isola amano ripetere che soltanto creature gigantesche potevano aver eretto quelle mura.

Il grande mistero che rimane


Gli archeologi intanto discutono da anni: tutti questi erano luoghi di culto, stazioni astronomiche, templi della fertilità, capanne rituali? Una recentissima ricerca, da poco resa nota, sostiene che alcuni templi sarebbero allineati alle stelle, come fari in pietra per naviganti antichi. E poi c’è il silenzio che avvolge ogni pietra, come se custodisse una promessa che oggi non sappiamo più leggere.

Un patrimonio fragile


Sei di questi luoghi (Ggantija, Hagar Qim e Mnajdra, Tarxien, Ta’ Hagrat e l’ipogeo di Hal Saflieni) fanno parte del patrimonio Unesco perché sono tra le architetture monumentali più antiche del mondo e costituiscono un’eredità che, se ignorata, potrebbe svanire sotto il pressing turistico e delle nuove costruzioni che avanzano in tutta malta. Per fortuna le autorità maltesi sembrano essere consapevoli del loro inestimabile valore e stanno dando prova di volerle preservare da qualsiasi minaccia.
Oggi, visitarli significa restare in silenzio e ascoltare la pietra. E camminare tra questi megaliti di Malta è una lezione di umiltà: qualcuno sollevò pietre enormi quando la maggioranza dell’umanità ancora non sapeva neppure spostarle e quelle pietre, millenni dopo, parlano ancora. E’, insomma, una storia da vedere e da tastare con le mani.

Prima puntata

Seconda puntata 

Terza puntata

Quarta puntata

Quinta puntata

Newsletter Iscriviti ora
Riceverai gratuitamente via email le nostre ultime notizie per rimanere sempre aggiornato

*Iscrivendoti alla newsletter dichiari di aver letto e accettato le nostre Privacy Policy

Aggiorna le preferenze sui cookie