IL REPORTAGE
La Blue Lagoon è il luogo più fotografato di tutta Malta Un paradiso naturale che però è minacciato dal commercio e dai troppi turisti
Un angolo di Malta che dovrebbe essere un santuario naturale è diventato, un bazar da spiaggia. Colpa dell’overtourism, ma anche di affaristi con pochi scrupoli e di un periodo troppo lungo di mancati controlli al quale, ora, si sta cercando di mettere un freno. La Blue Lagoon di Comino, acqua turchese da cartolina e fondale bianco che sembra disegnato da un pittore impressionista, è ormai prigioniera del turismo di massa.
NEL 1942 ERA IN PROGRAMMA L'INVASIONE DEGLI ITALIANI: Comino è la più piccola delle isole abitate dell’arcipelago maltese. Si estende per appena 3,5 chilometri quadrati, si trova tra Malta e Gozo e oggi conta soltanto 2 abitanti permanenti. Il nome deriva dal cumino, la pianta aromatica che un tempo cresceva abbondante sull’isola.
Interamente dichiarata riserva naturale e zona protetta Natura 2000, Comino custodisce un paesaggio arido, poche macchie di macchia mediterranea, scogliere a picco e numerosi sentieri naturalistici.
La fauna è composta soprattutto da uccelli marini che qui nidificano, come il berta maggiore, mentre i fondali ospitano una biodiversità che attrae subacquei da tutto il mondo.
La vera perla dell’isola è però la Blue Lagoon, lo stretto braccio di mare che separa Comino dall’isolotto di Cominotto.
Acque trasparenti dalle sfumature turchesi, fondale sabbioso e rocce piatte per tuffarsi la rendono un luogo da cartolina. È una delle mete più fotografate di Malta e in estate diventa il cuore del turismo balneare, scelta da chi pratica snorkeling, immersioni e sport acquatici. La sua popolarità, però, è anche il suo tallone d’Achille.
Sull’isola sorge la Torre diSanta Maria, baluardo difensivo creato nel 1618.
Durante la Seconda guerra mondiale l’isola fu usata dagli inglesi come avamposto di difesa, ma fu un'area con poca attività militare diretta e non fu un punto focale di atti bellici.
L’ “operazione C3” studiata dai Paesi dell’Asse per invadere Malta (operazione mai compiuta) aveva comunque previsto, nel 1942, l’invasione dell’isola da parte della divisione italiana di fanteria di montagna Superga.
L’immagine che le guide di Malta riportano in bella vista - pochi metri di mare trasparente incastonato tra Comino e Cominotto - non racconta quello che oggi si trova davanti agli occhi arrivando fin qui.
Approdare a Comino è facile, troppo facile.
Decine di barche, barchette e barconi scaricano, ogni giorno, frotte di turisti.
Nei mesi di punta si era arrivati a superare abbondantemente le 10 mila presenze quotidiane. Un assalto che, finalmente, ora è stato riconosciuto insostenibile per un’isola che conta appena due residenti stabili.
Il governo maltese, da quest’anno, ha infatti deciso di imporre un limite: numero chiuso, massimo 4 mila visitatori e accessi con tre fasce orarie.
Il provvedimento era partito il primo maggio, ma c’è stato subito un ricorso di commercianti e gestori dei servizi turistici che ha fatto finire la questione in tribunale. Dopo un’iniziale sospensione il provvedimento è stato comunque confermato e ora si accede alla laguna solo dopo aver ricevuto un braccialetto numerato.
Una misura di civiltà. Ma il colpo d’occhio conferma che le orde di turisti restano, comunque, anche se decisamente più contenute nel passato. E, soprattutto, resta in piedi il gran bazar di venditori che le accoglie attorno alla laguna.
Così lo spettacolo che si presenta ancora oggi di questo luogo incantato è fatto di lettini e ombrelloni piantati sulle rocce e turisti ammassati come aringhe in scatola lungo i pochi spazi piani.
Prezzi? Anche il doppio rispetto al resto di Malta dove la media è di 15 euro per due sdraio e un parasole. Chi non paga resta in piedi o accovacciato su uno scoglio, in attesa di un varco. Tra gli ombrelloni, l’assalto dei chioschi. Cocktail serviti dentro ananas modellati a coppa e noci di cocco importate dal Vietnam usate come coppe scenografiche e, soprattutto, come accessori da selfie “tropicali” di facciata, con lo sfondo della Laguna.
Le barche hanno approdi riservati, ma il traffico resta sostenuto.
La Blue Lagoon, tolto il piacere di un bagno in un’acqua dai colori fantastici, è un panorama di giovani che urlano musica trap dalle casse portatili, barche a motore che si alternano e offrono perfino lunghi scivoli per tuffarsi in acqua a tutta velocità e file per scattare la stessa foto identica all’influencer di turno.
Tutto condito da cibi veloci, fritti e serviti con poca grazia. Se vuoi un gelato c’è anche la barchetta con coni e ghiaccioli pronta a raggiungerti anche nelle altre baie limitrofe. E mentre l’acqua resta miracolosamente limpida, sulle scogliere l’aria si mescola con odori di griglia improvvisata, birre rovesciate e spray solari.
Non stupisce, quindi, che gli ambientalisti maltesi parlino di “turismo cafone”. Anche perché l’illusione del vero paradiso resiste solo se guardi l’orizzonte, non se ti volti verso la folla.
Gli ambientalisti lanciano anche un allarme: la pressione umana continua a mettere a rischio l’ecosistema fragile di Comino.
Le colonie di uccelli marini sono minacciate; la flora selvatica calpestata senza ritegno da chi non rispetta i percorsi guidati. I rifiuti non sempre trovano la via dei bidoni e attirano ratti che qui non dovrebbero esserci.
Comino è riserva protetta, inserita nella rete Natura 2000. Ma l’etichetta, da sola, non basta.
Senza regole rispettate da tutti e controlli ancora più severi, il rischio è che la Blue Lagoon diventi, prossimamente, solo un ricordo da cartolina.
Le autorità parlano di ulteriori soluzioni in arrivo: concessioni da rivedere; chioschi da regolamentare; ingressi ancora più contingentati; infrastrutture adeguate. Intanto, ci sono anche squadre di attenti custodi: nessuno sfugge ai controlli d’ingresso e i supercafoni vengono richiamati, di tanto in tanto, col fischietto. Ma la gente che arriva è davvero ancora tanta. E l’isola di Comino resta così: un gioiello naturale in mano a un turismo che lo consuma invece di goderlo.
In fondo, la Blue Lagoon è l’immagine della contraddizione maltese: un paradiso naturale trasformato in attrazione di massa. Qui si fanno selfie tropicali con gli improbabili ananas in mano, ma in molte altri parti del Paese il cemento avanza.
In tutta Malta la natura resiste, ma è sotto pressione continua.
Ripartendo da Comino, mentre un barcone ci riporta verso Malta, l’ultima immagine resta sempre quella: il mare di un turchese abbagliante, circondato da un’umanità che si accalca senza tregua.
Il paradiso c’è ancora, ma non può rimanere a lungo ad attendere il suo effettivo salvataggio.
Se oltre agli ingressi contingentati si avesse il coraggio di liberarla anche da tutto il contorno artificiale che oggi la circonda, la Blue Lagoon smetterebbe di sembrare un luna park balneare. E tornerebbe finalmente ad essere ciò che è davvero: un miracolo della natura capace di regalare, senza filtri e senza inganni, il piacere puro di una inimitabile bellezza.
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