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Chi è Vittoria Ferdinandi, prima sindaca di Perugia: due lauree, il cavalierato e il Numero Zero

Vittoria Ferdinandi Vittoria Ferdinandi, sindaca di Perugia

Ha 37 anni, sorriso perenne, grinta e tenacia a chili, il nuovo sindaco di Perugia. Anzi sindaca, come preferisce lei. Si chiama Vittoria Ferdinandi - Dada per gli amici - ed è la prima donna, nella storia della città del Grifo, a sedersi sulla poltrona di prima cittadina. Non era mai capitato prima, è successo ieri 24 giugno 2024, data destinata ad entrare nei libri di storia. La sua candidatura si è rivelata come un gancio al mento di una sinistra in letargo che si è risvegliata di colpo, ma non solo. La plurilaureata - a una laurea in filosofia politica ne ha affiancata un'altra in psicologica clinica - ha saputo far andare d'amore e d'accordo la parte più dura e pura della sinistra, Rifondazione, con Pd, M5s, Avs, ci ha aggiunto il progetto Pensa Perugia con dentro Azione e una spruzzata di socialisti, europeisti e civici, mixato bene la variopinta formazione trascinandola di peso prima al sorpasso, sfiorando anche la vittoria al primo turno (49,01%, 40.925 preferenze), poi al trionfo nel ballottaggio. Un 52,12%%, 40.696 voti, che ha già fatto il giro d'Italia (e non solo). Ferdinandi con la sua leadership ha riconsegnato la città al solco della tradizione, a sinistra. Ha citato Paolo Vinti con la sua "emozione altissima" e don Lorenzo Milani ("le mani pulite non servono a nulla se restano in tasca") al momento dell'ufficializzazione della sua candidatura, ha immediatamente pizzicato l'ormai ex sindaco e predecessore Andrea Romizi ("ha piegato la città su se stessa, l'ha spaventata") per poi accarezzarlo riconoscendogli recentemente "gentilezza e moderazione" dopo averlo applaudito, con convinzione, durante il discorso del 25 aprile. D'altronde lei stessa, alla fine del tour on the road sul bus (a proposito tutte vincenti le idee messe in campo dal suo entourage), ha detto di aver dato più carezze che pugni chiusi nella sua vita.
Quando lo scontro con gli avversari del centrodestra si è spostato sullo scivolosissimo tema dell'estremismo - chissà che avrà pensato il Mario Brega dell'immortale scena "io mica sò comunista così, sò comunista cosììììì" con grintosissimo doppio pugno alzato nella pellicola Un sacco bello di Verdone - ha ribattuto colpo su colpo dimostrando di saper reggere anche l'urto del corpo (ma ora a partita vinta probabilmente sarebbe meglio spiegare alcuni post sui social, datati sì ma scritti in età più che adulta e che stridono con la sua capacità di smuovere le corde emozionali delle persone, dote innata e che ha fatto la differenza in queste settimane). Adesso, paradossalmente, viene il bello. O il brutto. Dipende dai punti di vista. Continuare a far andare d'amore e d'accordo il campo largo - anzi larghissimo - che l'ha sostenuta, creare una giunta di spessore (Sartore, la prima chiamata, sulla carta è un profilo di livello per il Bilancio), evitare i trappoloni delle varie correnti che animano il partito più votato della sua maggioranza, governare. Perché un conto è la teoria, un altro la pratica.
Di sicuro la felice e riuscita esperienza inclusiva del ristorante Numero Zero - che è valsa la nomina a Cavaliere dell'Ordine al merito della Repubblica italiana da parte del presidente della Repubblica Sergio Mattarella - sarà ispiratrice anche per il suo nuovo ruolo. D'altronde per una che ha portato Perugia al mare ("fai come sai fare tu, portali a piedi fino al mare" come le ha consigliato in sogno la mamma che non c'è più, prima di dire sì alla candidatura), che studia e si applica, niente può sembrare impossibile (e il voto comunque dice la città è spaccata in due e va comunque ricompattata dopo qualche veleno di troppo). E allora buon lavoro Vittoria Ferdinandi, primo sindaco, anzi sindaca, donna della storia di Perugia.

Nicola Uras, classe 1980, fa parte della redazione cronaca. Nato in Sardegna, a Nùoro (rigorosamente con l'accento sulla u), ha perí² ormai trascorso più di metí  della sua vita in Umbria. Laure...