Il caso
Ilaria Sula, la ragazza uccisa dal fidanzato
Si profila un'accelerazione per la vicenda giudiziaria che riguarda l'omicidio di Ilaria Sula, la ragazza ternana di 22 anni, trovata morta all'alba del 2 aprile scorso in un bosco, nel comune di Poli, ad una quarantina di chilometri da Roma. Al momento l'ex fidanzato 23enne Mark Antony Samson è in carcere con l'accusa di omicidio volontario aggravato ed occultamento di cadavere mentre la madre di lui, Nors Man Lapaz, è indagata a piede libero per occultamento di cadavere. Proprio in questi giorni sono state depositate le consulenze tecniche disposte dal pm Perna e che riguardano tanto le risultanze dell'esame autoptico, eseguito dal medico legale Tancredi, che l'analisi degli accessi sul pc della studentessa universitaria di Scienze Statistiche.
Top secret sull'esito di queste consulenze, ma l'impressione è che potranno contribuire in modo decisivo per fare piena luce sulle ultime ore di vita della giovane donna, massacrata a coltellate da chi diceva di amarla e poi, una volta morta, rinchiusa in una valigia e gettata in un dirupo.
La chiusura delle indagini è attesa entro il mese ed a quel punto la difesa dell'imputato potrebbe chiedere l'accesso a riti alternativi, come ad esempio il giudizio immediato. Ma è ancora presto per avere certezze anche da questo punto di vista. Mark Samson ha confessato l'omicidio, pur escludendo sempre di averlo premeditato. Non ci sarebbero dubbi, invece, sul non coinvolgimento del padre dell'assassino in tutta la vicenda. L'alibi dell'uomo, infatti, ha retto, confermandone la totale estraneità. A differenza della madre di Mark Samson che, secondo l'accusa, avrebbe invece contribuito a nascondere il cadavere della 22enne ternana.
Il corpo senza vita fu ritrovato una settimana dopo la scomparsa della ragazza dalla sua abitazione di Roma dove frequentava l'università La Sapienza e aveva conosciuto quello che sarebbe diventato il suo assassino. Sconvolti dal dolore i genitori ed il fratello di Ilaria. La tragica morte della figlia li ha condannati, nel cuore e nei sentimenti più profondi, ad una pena senza fine. Ad assisterli c'è l'avvocato Giuseppe Sforza che, alla sapienza dell'uomo di legge, ha unito una grande umanità. I prossimi giorni saranno comunque decisivi per avere un quadro più certo della vicenda e per conoscere con più esattezza quanto è emerso dalle indagini della Procura della Repubblica di Roma.
*Iscrivendoti alla newsletter dichiari di aver letto e accettato le nostre Privacy Policy