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IL PERSONAGGIO

La morte di Mia Martini e la nomea di portare sfortuna. Loredana Bertè: "Rimarrò con il dubbio di aver perso la telefonata della vita"

Annalisa Ercolani

29 Novembre 2024, 21:30

Mia Martini

Mia Martini

Mia Martini e la storia della sua tragica scomparsa. In questa vicenda è proprio il caso di dire "gli uomini non cambiano" e a volte la stupidità regna sovrana. La cantautrice, Domenica Rita Adriana Bertè, nasce a Bagnara Calabra il 20 settembre 1947 e scompare il 12 maggio 1995. Gli avvenimenti relativi alla sua morte sono molteplici e alcuni aspetti poco chiari. Parlando della sua carriera di successo è inevitabile aprire una triste parentesi, che poi tanto parentesi non è stata, ma anzi si è rivelata purtroppo decisiva. Di cosa sto parlando? Della nomea che Mia Martini "porta sfortuna". Elencare i motivi della nascita di questa maledizione, non serve per sottolinearla o credere che sia vera, ma per dimostrare, come dicevo poc'anzi, che "gli uomini non cambiano". 

La storia della maledizione

Nel mondo dello spettacolo iniziò a circolare la voce che la cantante portasse sfortuna, una storia che la distrusse psicologicamente e la convinse, nel 1983, a ritirarsi temporaneamente dalle scene. "Tutto è cominciato nel 1970 - a raccontarlo fu la stessa Mimì al settimanale Epoca - allora cominciavo ad avere i miei primi successi. Fausto Taddeu, un impresario soprannominato Ciccio Piper perché frequentava il famoso locale romano, mi propose un'esclusiva a vita. Era un tipo assolutamente inaffidabile e rifiutai. E dopo qualche giorno, di ritorno da un concerto in Sicilia, il pulmino su cui viaggiavo con il mio gruppo fu coinvolto in un incidente. Due ragazzi persero la vita. Ciccio Piper ne approfittò subito per appiccicarmi l'etichetta di porta jella". Una vendetta meschina che marchiò la cantante per tutta la vita. Alcuni episodi sono stati raccontati da Mia Martini nella stessa intervista.

Nel 1973, alla Mostra della canzone, l'hotel dove alloggiava prese fuoco; nessuno lo diceva, ma tutti pensavano a lei. Nel 1983, in un incidente automobilistico, morì l'impresario Pierluigi Premoli e lei rimase ferita. Mia Martini dichiarò: "All'inizio ridevo di questa fama, poi mi accorsi che non soltanto i nemici e gli invidiosi, ma anche le persone che amavo, si lasciavano condizionare da questa mia fama". Tra le persone che la colpirono alle spalle ci fu l'amico Gianni Boncompagni "una volta fui ospite a Discoring, lui era il regista. Appena entrai in studio sentii Boncompagni dire alla troupe: ragazzi attenti, da adesso può succedere di tutto, salteranno i microfoni, ci sarà un black out". Queste cattiverie la costrinsero a ritirarsi nel silenzio più assoluto e il panorama artistico musicale perse una delle sue più eccezionali interpreti.

Per capire quanta ignoranza e cattiveria si sia riversata su Mia Martini basta leggere una sua dichiarazione: "La mia vita era diventata impossibile. Qualsiasi cosa facessi era destinata a non avere alcun riscontro e tutte le porte mi si chiudevano in faccia. C'era gente che aveva paura di me, che per esempio rifiutava di partecipare a manifestazioni nelle quali avrei dovuto esserci anch'io. Mi ricordo che un manager mi scongiurò di non partecipare a un festival perché con me nessuna casa discografica avrebbe mandato i propri artisti. Eravamo ormai arrivati all'assurdo, per cui decisi di ritirarmi". 

In passato, Loredana Bertè ha accusato Donatella Rettore di aver diffamato la sorella. Riferimenti, smentiti dall'interessata, ci sono stati anche nei confronti di Patty Pravo che a Sanremo avrebbe rifiutato il premio della critica intitolato alla Martini con una scusa: "Non ho spazio nel mio salotto". La stessa Mia Martini disse al giornalista Gianfranco Moriondo di Gente: "Tra coloro che diedero risalto a questa menzogna secondo la quale io porti jella ci sono Fred Buongusto e Patty Pravo. Poi anche la Rai ci ha messo del suo, evitando di mandare in onda le mie canzoni. E dopo lo stesso lo hanno fatto anche i discografici, che rifiutavano i miei brani". Di recente Patty Pravo ha rigorosamente smentito queste dichiarazioni con un comunicato ufficiale.

Biagio Antonacci, che collaborò con Mia Martini durante la preparazione di Liberatemi, il terzo album del cantautore romano, dichiarò: "Certe persone che mi dissero allora di non lavorare con lei perché portava sfortuna (e furono tanti in quel periodo) alla fine la presero sui denti perché il disco vendette moltissimo alla faccia di quelli che oggi non fanno più nemmeno i discografici". 

In occasione dello speciale Mia Martini, dieci anni senza te, Renato Zero rivelò di aver dovuto addirittura firmare un contratto in cui si assumeva qualsiasi tipo di responsabilità in caso di incidenti che si sarebbero potuti verificare durante la performance della cantante all'Ariston, cosa smentita dall'organizzatore Adriano Aragozzini. Pochi giorni dopo la morte di Mia Martini, Adriano Celentano scrisse sul Corriere della Sera: "Finalmente si è capito chi sono quelli che veramente portano jella: quelli del mondo dello spettacolo. Certo non tutti, ma una gran parte di questo mondo di m, pieno di ipocrisia, deve avere qualche rimorso: in fin dei conti hanno contribuito non poco ad accorciare la vita di Mia Martini. E non parlo solo dei colleghi cantanti, ma dei fonici, dei musicisti, microfonisti, editori, arrangiatori e affini, che quando la vedevano si toccavano dando corso al barbarico rito degli scongiuri, mentre lei (una delle migliori interpreti d'Europa) l'unica cosa che chiedeva ai falsi dello spettacolo era solo un po' di affetto".

La morte di Mia Martini

Il corpo senza vita della cantante venne ritrovato riverso nel suo letto, in pigiama, con le cuffie del mangianastri portatile nelle orecchie e con il braccio proteso verso un vicino apparecchio telefonico. La Procura di Busto Arsizio aprì un'inchiesta e dispose l'autopsia, il cui referto stabilì che l'artista era morta nella notte tra l'11 e il 12 maggio 1995, all'età di 47 anni, e indicò come causa del decesso un arresto cardiaco da overdose di stupefacenti, segnatamente cocainaLe ipotesi di suicidio succedutesi nei giorni seguenti il ritrovamento del cadavere sono state più volte smentite.

Mia Martini

Loredana Bertè raccontò in un'intervista:"Molti anni fa mia sorella Mimì mi regalò un cellulare. Era uno dei primi, ce n’erano pochissimi in circolazione. Il messaggio era chiaro, voleva che ci sentissimo, ma io, senza un perché, lo gettai. Tempo dopo il telefono di casa inziò a squillare, ma io non risposti. Quella sera è morta Mimìio rimarrò sempre con il dubbio di avere perso la telefonata della vita”.

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