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UMBRIA

Case Ater, oltre 8.000 domande in attesa per gli alloggi popolari

L'assessore Barcaioli: "La casa torni al centro della politica regionale". Santi (Ater Umbria): "Obiettivo: -60% di abitazioni sfitte"

Sabrina Busiri Vici

09 Luglio 2025, 16:18

Case Ater, oltre 8.000 domande in attesa per gli alloggi popolari

In Umbria sono 8.000 le domande presentate per accedere a un alloggio popolare. “La casa deve tornare al centro della politica regionale”, ha dichiarato l’assessore regionale Fabio Barcaioli, aprendo l’incontro promosso da Ater Umbria per segnare l’avvio di una nuova fase dell’ente, caratterizzata da una governance rinnovata con Federico Santi al vertice. Tra i temi prioritari: diritto all’abitare, sostenibilità e riqualificazione urbana.

"La recente indagine della Caritas parla chiaro – ha proseguito Barcaioli - : l’emergenza abitativa è una delle criticità maggiori, sia per le giovani coppie che per gli anziani, costretti a vivere con pensioni minime, sia per chi percepisce salari troppo bassi per affrontare un affitto di mercato”. Durante l’incontro, Santi, ha illustrato la nuova missione dell’azienda, affiancato da Chiara Fioroni, membro del consiglio d’amministrazione e da dirigenti e funzionari. Un momento, quindi, per riposizionare il tema dell’abitare pubblico al centro del dibattito regionale.

Le priorità

Una delle priorità è il recupero delle oltre 1.200 abitazioni attualmente sfitte. “L’alto turn over registrato quest’anno - ha spiegato Santi - comporta la necessità di ristrutturare gli appartamenti prima di riassegnarli. Inoltre, crea un vuoto nei bilanci: chi esce pagava un canone medio di 200 euro, mentre chi entra spesso ha diritto a canoni agevolati intorno ai 50 euro. Questo ricambio, seppur giusto, apre un ampio squilibrio finanziario.”

Oltre al turn over, pesa anche la difficoltà nell’assegnare gli alloggi disponibili: “Attualmente – ha aggiunto Santi – abbiamo 243 appartamenti che potrebbero essere locati, ma che rimangono vuoti a causa delle complesse procedure previste dalla normativa regionale. Questo genera tre danni economici: mancato incasso dei canoni, aumento delle spese condominiali per le abitazioni sfitte e pagamento dell’Imu da parte di Ater”. Altro nodo critico è quello della morosità. “Registriamo una morosità pari al 30% – ha dichiarato il presidente –. Non denunciamo chi è in difficoltà, ma intendiamo verificare se esistono margini per recuperare almeno una parte di questi crediti. Serve più equilibrio: da un lato comprensione per chi non può pagare, dall’altro maggiori controlli per evitare abusi”. Tra le urgenze della nuova fase ci sono anche il rafforzamento dell’organico e un miglioramento dei servizi.

Gli obiettivi

Da qui gli obiettivi per il prossimo quinquennio come un maggio accesso ai fondi europei, un miglioramento dei servizi per l’utenza, lo sviluppo delle comunità energetiche regionali, il co-housing, creare più riserve per le emergenze abitative e il ridurre del 60% le case sfitte, arrivare almeno a meno di mille unità.

Il piano regionale

Fondamentale quindi la realizzazione di un nuovo piano regionale. “Ci stiamo lavorando – ha annunciato Barcaioli – guardando anche a quanto fatto da altre regioni, come l’Emilia-Romagna, che ha investito 300 milioni di euro nella riqualificazione del patrimonio abitativo. Stiamo dialogando con il Ministero e con le nostre partecipate per costruire un piano casa che tenga insieme sostenibilità, equilibri economici e risposta al bisogno sociale. Non è più tempo dell’edilizia popolare isolata nei quartieri periferici: il futuro sta nel social housing. L’obiettivo è restituire all’Umbria un ruolo guida, a livello nazionale, nella tutela del diritto all’abitare.”

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