Il caso
Il Tar dell'Umbria ha respinto il ricorso della studentessa
Ha superato brillantemente le prove d’esame suppletive, ma il Tar dell'Umbria è stato inflessibile: la studentessa di Terni trovata alla maturità con il telefonino dovrà ripetere il quinto anno del liceo di scienze umane, le ex magistrali. Secondo l’avvocato Maria Di Paolo, legale della ragazza ternana, “la mia assistita ha dimostrato di avere raggiunto un’adeguata preparazione e dunque trovo sproporzionata ed infondata la sanzione che ha ricevuto. In più, leggendo la sentenza, ho ravvisato più di un errore di diritto. A mio parere ci sono tutti gli estremi per un ricorso in appello al Consiglio di Stato”.
Nell’attesa di una decisione in tal senso, la studentessa al momento dovrà ripresentarsi in classe il mese prossimo o comunque ripetere l’esame di Stato a giugno. Una decisione, piuttosto inaspettata, quella dei giudici amministrativi della prima sezione che hanno motivato il rigetto del ricorso in base alla ricostruzione dei fatti eseguita dal ministero dell’Istruzione e del Merito che smentisce le affermazioni della difesa, secondo cui la giovane avrebbe tenuto sempre spento il secondo cellulare, senza nasconderlo, e dopo aver consegnato un altro smartphone.
Nella sentenza, peraltro, si ricorda che la stessa presidente di commissione aveva accuratamente informato i ragazzi presenti dell’obbligo di consegnare tutti gli smartphone prima dell’inizio della prova d’italiano. Prova che, insieme alle altre, la ragazza ha poi sostenuto con profitto grazie alla prima riammissione del Tar con riserva. Tra l’altro la giovane ha frequentato il liceo Angeloni con la media dell’8,64 e l’attribuzione di 34 crediti formativi. Alla studentessa, secondo il Tar dell’Umbria, “neppure possono scriminare in senso favorevole le considerazioni circa il suo brillante curriculum” perché altrimenti si finirebbe per “giustificare l’utilizzo dei dispositivi elettronici solo da parte dei candidati più preparati”.
Per il Tribunale amministrativo regionale “il senso di responsabilità ed il rispetto delle regole sono una componente importante della maturità personale anche di uno studente”. Il ministero dell’Istruzione, che si era costituito in giudizio, ha confermato la legittimità del provvedimento espulsivo, opponendosi alla “cessazione della materia del contendere perché l’esito favorevole dell’esame è arrivato dopo l’ammissione con riserva alle prove suppletive”. Il braccio di ferro continua.
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