Il caso
Stefano Bandecchi, presidente della Provincia di Terni
Consiglio provinciale infuocato, lunedì 23 giugno, a Terni. Al centro della seduta, due temi che hanno alimentato l'acceso dibattito: la proposta di nomina del direttore generale e del capo di gabinetto e la rendicontazione economica relativa al 2024. Ma veniamo ai fatti. Su richiesta della consigliera Cinzia Fabrizi (gruppo Misto) è stata presentata una pregiudiziale sul punto relativo alle nomine, giudicato “inammissibile”, poiché già respinto in una precedente seduta del 5 giugno del consiglio provinciale. Questa volta invece c'è stata la votazione in cui il consiglio ha votato all’unanimità il ritiro del punto dall’ordine del giorno, incluso il presidente Stefano Bandecchi e il gruppo di Alternativa Popolare.
Il ritiro non ha chiuso la questione, anzi Bandecchi ha subito annunciato l’intenzione di riproporre le nomine in una prossima seduta, rilanciando così uno scontro che sembra tutt’altro che risolto. A questo punto già si preannuncia che al prossimo consiglio la questione tornerà a far discutere. Non meno acceso il dibattito sulla rendicontazione economica del 2024, che è stata clamorosamente bocciata. A sorpresa, anche Alternativa Popolare - gruppo di maggioranza - ha votato contro. A chiudere la seduta, l’approvazione della sintesi programmatica dell’amministrazione, riassunta dallo stesso Bandecchi con una frase destinata a diventare simbolo del suo stile di governo: “Faccio quello che voglio”.
Un’affermazione che, se da un lato sottolinea l’approccio diretto e decisionista del presidente, dall’altro alimenta le polemiche su un metodo di gestione considerato da molti poco collegiale. La sensazione è che il clima politico a palazzo Bazzani sia destinato a restare infuocato in questa calda estate.
Da ricordare che questa seduta era in seconda convocazione dopo che lo scorso 19 giugno non era stato raggiunto il numero legale perché in aula non erano presenti gli esponenti del centrodestra e del centrosinistra. Erano invece presenti il presidente Stefano Bandecchi, il vicepresidente Francesco Maria Ferranti, assente invece ieri, e il gruppo di Ap. Il presidente della Provincia aveva definito il fatto “un tradimento dell’accordo da parte del centrodestra che si è alleato con il centrosinistra contro Alternativa Popolare e Bandecchi”. Aveva inoltre ricordato che con il centrodestra c'era un’intesa ormai stabilita mesi fa. Un accordo, invece, negato dallo schieramento di centrodestra.
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