Il caso
Il carcere di vocabolo Sabbione a Terni
Una rivolta è scoppiata nel carcere di Terni nel corso del pomeriggio di lunedì 16 giugno. La violenza è stata originata da motivi futili che hanno condotto alla devastazione di un intero reparto e al ferimento di un agente della polizia penitenziaria. La protesta ha avuto inizio in seguito a un litigio durante una videoconferenza familiare di un detenuto che, colto dalla disperazione, si è ferito tagliandosi la gola. Un altro detenuto di origine straniera, presente nelle vicinanze, ha frainteso il gesto interpretandolo come una reazione a presunti maltrattamenti da parte del personale, anziché a motivi personali.
"Tale errata convinzione - spiegano dal sindacato Sappe - ha scatenato disordini immediati, rapidamente estesi a tutta la sezione di media sicurezza. In un atto di violenza indiscriminata, i detenuti hanno distrutto telecamere, suppellettili, porte e impianti elettrici. E poi hanno appiccato incendi in diverse aree del reparto e aggredito il personale penitenziario intervenuto, ferendo un agente che ha riportato ferite lacero-contuse alla testa, necessitando di punti di sutura".
Dopo ore di tensione, gli agenti sono riusciti a ristabilire il controllo dell'area, isolando il reparto e utilizzando dispositivi di sicurezza per sedare la rivolta. Attualmente tutti i detenuti coinvolti sono stati separati e trasferiti nei passeggi dell'istituto in gruppi, sottoposti a una perquisizione generale; il reparto è stato dichiarato inagibile a causa dei danni strutturali, rendendo necessaria una riallocazione provvisoria dei detenuti. "Questa drammatica situazione delle carceri umbre - denuncia il Sappe - rende evidente la necessità di un cambiamento. Il sindacato autonomo di polizia penitenziaria invita il provveditore regionale a considerare le proprie dimissioni o ad essere sollevato dall'incarico da parte del Dap, a causa del totale fallimento del sistema penitenziario umbro".
"La situazione - afferma il senatore Walter Verini (Pd) - è insopportabile, insostenibile. Con questo sovraffollamento e con il caldo, non si può garantire la benché minima sicurezza dei detenuti e degli agenti che svolgono il loro difficile lavoro. In tutto questo, cosa fa il ministro Nordio? Perché non va a visitare subito le carceri dove la situazione è più difficile e dove c’è bisogno di interventi urgenti e provvedimenti per colpire il sovraffollamento?".
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