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Il caso

Violenza in carcere a Terni. Detenuto sequestra un poliziotto minacciandolo con una lama sotto la gola

Il Sappe dice basta a questo clima da far west e chiede l'allontanamento immediato dei reclusi che si sono resi responsabili dei disordini ed in tempi strettissimi uno sfollamento consistente dell'istituto di pena

Antonio Mosca

14 Gennaio 2025, 12:25

carcere sabbione terni violenza

Il carcere di vocabolo Sabbione a Terni

Ancora violenza nella casa circondariale di Terni. “Dopo una rissa tra detenuti del reparto comuni e quelli del circuito Alta Sicurezza protetti (cioè che hanno incompatibilità con altri detenuti Alta Sicurezza per motivi vari), uno di questi ultimi, di origini campane, già autore in passato di numerose aggressioni e sopraffazioni con modalità violente nei confronti di altri detenuti, ha sequestrato un assistente capo di polizia penitenziaria che era intervenuto per dare supporto al personale di sezione, minacciandolo al collo con una lunga lama di una forbice venendo aiutato da altri 3 detenuti dello stesso circuito”. A darne notizia è il segretario umbro del Sindacato autonomo di polizia penitenziaria, Fabrizio Bonino. “Solo grazie all'intervento di un ispettore e ad altri agenti intervenuti prontamente, si riusciva a liberare il collega ed a immobilizzare l'aggressore, conducendolo poi, insieme agli altri facinorosi, in isolamento”.

“Il personale di Terni è allo stremo”, denuncia il sindacalista. “Da Natale ad oggi si sono verificati una decina di eventi critici e oltre al sequestro dell'assistente capo ci sono stati tre incendi provocati da detenuti che hanno dato fuoco a lenzuola e materassi, mettendo a repentaglio la vita degli agenti e degli altri reclusi, ed altre aggressioni al personale la più grave delle quali ha costretto un poliziotto penitenziario a ricorrere alle cure dell'ospedale con l'applicazione di 12 punti di sutura e la sospetta lesione di un tendine”.

Bonino denuncia: “il Sappe dice basta a questo clima da far west ed in prima battuta chiede l'allontanamento immediato dei detenuti che si sono resi responsabili dei disordini e successivamente, in tempi strettissimi, uno sfollamento consistente di detenuti, insieme al blocco di nuovi ingressi da altri istituti, anche perché la casa circondariale di Terni risulta avere il tasso più alto di sovraffollamento dell'intero distretto Toscana-Umbria. Ci auguriamo che l’attuale provveditore proprio in occasione dell’assegnazione dei nuovi agenti voglia lasciare un segno davvero importante assegnando un cospicuo numero di agenti a Terni”.

Solidarietà alla polizia penitenziaria di Terni arriva anche da Donato Capece, segretario generale del Sappe: “Per avere un carcere sempre più sicuro occorrerà pensare ad un insieme di misure e strategie che rendano la vita dei detenuti sicura, quella degli agenti meno problematica e quella della macchina meno complessa e più efficace. Va bene la tutela dei diritti, ma si parta da quelli dei poliziotti, delle persone per bene e degli stessi detenuti che scontano la pena senza macchiarsi di nuovi crimini e reati. Ogni giorno nelle carceri italiane, per adulti e minori, succede qualcosa, ed è quasi diventato ordinario denunciare quel che accade tra le sbarre. Così non si può andare più avanti: è uno stillicidio continuo e quotidiano”.

“Eventuali amnistie, indulti e condoni servono a poco se poi non seguono riforme strutturali: ed è dunque del tutto ipocrita invocare soluzioni del genere per fare fronte ad un problema reale che vede coinvolti in primis gli appartenenti al Corpo”, conclude Capece. “Piuttosto, servirebbe un potenziamento nell’ambito dell’area penale esterna, con contestale nuovo impiego operativo del personale di polizia penitenziaria, per coloro i quali si trovano nelle condizioni previste dalle leggi. Ma, nel frattempo, i violenti devono essere destinati ad un regime penitenziario più rigido e severo”.

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