Il caso
Primo colloquio intimo autorizzato nel carcere di Terni
Il carcere di vocabolo Sabbione, a Terni, venerdì 18 aprile, ha ospitato il primo colloquio intimo tra un detenuto dell’Alta sicurezza e la sua partner. Sono state rispettate tutte le linee guida emanate dal ministero della Giustizia. Alle 8 la stanza dell'amore, che si trova vicino alla sala dei magistrati usata per i colloqui tra detenuti e familiari, è stata pulita, come è scritto nelle linee guida, e alle 8.30 è sceso il recluso. Poi, con la propria partner, si è intrattenuto fino alle 10.30 nel pieno rispetto della privacy. La biancheria necessaria (asciugamani, lenzuola o altro) è stata portata direttamente dalle persone autorizzate al colloquio intimo e sottoposta a controllo.
Al termine sono state effettuate le pulizie di cui si è occupato un detenuto lavorante ammesso al regime ex articolo 21 interno, che non ha quindi contatti con la restante popolazione detenuta nella casa circondariale di vocabolo Sabbione. Tutta la questione è dettata scrupolosamente dalle linee guida del ministero. L'ambiente che ospita i colloqui intimi a Sabbione è climatizzato, dotato di un letto matrimoniale, servizi igienici con relativa doccia, un tavolino con due sedie e un televisore. Venerdì 18 aprile, dunque, si è aperto un nuovo capitolo per la storia delle carceri italiane che inizia proprio da Terni.
Nei prossimi giorni anche un altro detenuto potrà avere un colloquio intimo con la partner nel carcere di vocabolo Sabbione. Va ricordato che tutto è iniziato in seguito alla sentenza della Corte Costituzionale del 26 gennaio del 2024, che ha dichiarato illegittime le norme dell’ordinamento penitenziario che vietano colloqui privati fra il detenuto e il partner da svolgersi in strutture adatte e senza il controllo della polizia penitenziaria. Va inoltre evidenziare che la decisione di permettere colloqui intimi è frutto e merito del Tribunale di sorveglianza umbro che con il giudice Fabio Gianfilippi aveva sollevato la questione costituzionale che poi è stata accolta dalla Consulta.
Il garante dei detenuti dell'Umbria, l'avvocato Giuseppe Caforio, già qualche giorno aveva sottolineato che l’apertura della cosiddetta stanza dell’amore è un passo importante per l'intero sistema carcerario e per il detenuto significa continuare a tenere un legame con la famiglia di appartenenza che molto spesso, a causa dei lunghi tempi di reclusione, viene meno. Ciò non toglie il fatto che il carcere di Sabbione da una parte è il primo che ha ospitato colloqui intimi, ma dall'altra ha problemi legati al sovraffolamento e alla carenza di organico che più di una volta sono stati sollevati dai vari sindacati di categoria.
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