LA DENUNCIA
"Nella giornata di venerdì 14 febbraio, un agente di polizia penitenziaria in servizio presso il carcere di Vocabolo Sabbione a Terni è stato vittima di una grave aggressione da parte di un detenuto. L’episodio, avvenuto all’interno della sezione G della struttura, ha visto il poliziotto subire un attacco violento, durante il quale il detenuto ha tentato più volte di ferirlo, arrivando a mettere con forza le dita negli occhi dell’agente". La denuncia arriva dal Sappe, nella persona del segretario nazionale per l'Umbria, Fabrizio Bonino.
"Nonostante il gravissimo atto di violenza, l’agente - ricostruisce il segretario del Sappe - è riuscito a sottrarsi all’aggressione e a raggiungere un’area sicura, dove ha potuto ricevere le prime cure. Trasportato presso l’infermeria della struttura, è stato poi inviato al pronto soccorso locale per ulteriori accertamenti, data la gravità delle lesioni riportate, che hanno causato la temporanea perdita della vista".
"Il detenuto, di origine nigeriana e con note problematiche psichiatriche, è già noto - spiega Bonino - per precedenti episodi di violenza nei confronti del personale penitenziario, che negli ultimi mesi hanno messo a dura prova la sicurezza e l’ordine all’interno dell’istituto. Questi continui atti di aggressione non solo minano la serenità del contesto carcerario, ma aggravano ulteriormente la già critica carenza di personale, costringendo i colleghi feriti a periodi di convalescenza e cure mediche.
"Alla luce di quanto accaduto, si rende necessario un intervento immediato delle autorità competenti per garantire la sicurezza del personale e degli altri detenuti. Si richiede, pertanto - afferma Bonino - il trasferimento urgente del detenuto in questione e l’adozione di misure preventive per evitare il ripetersi di simili episodi". La Polizia Penitenziaria di Terni "ribadisce l’importanza di tutelare la sicurezza e l’incolumità del personale, auspicando un maggiore sostegno istituzionale e risorse adeguate per affrontare le criticità che emergono quotidianamente all’interno delle strutture carcerarie".
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