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Novellino: "Mi piace il Grifo di Faroni. L'esonero di Abate? Pazzesco"

L'ex grifone e tecnico di 15 squadre in oltre 30 anni in panchina ha fatto il punto sui temi caldi del calcio nostrano durante la visita al Corriere dell'Umbria

Giorgio Palenga

15 Aprile 2025, 17:11

Novellino: "Mi piace il Grifo di Faroni. L'esonero di Abate? Pazzesco"

Walter Alfredo Novellino a cuore aperto. L’ex gloria del Perugia dei miracoli, poi allenatore di ben 15 squadre nel calcio professionistico, l’ultima delle quali la Juve Stabia, è stato ospite nella redazione centrale del Corriere dell’Umbria, accolto dal vicedirettore, Federico Sciurpa, e dalla redazione.

Novellino ha poi partecipato a “L’Umbria in diretta”, la striscia quotidiana di Radio Corriere dell’Umbria condotta, dal lunedì al venerdì a mezzogiorno, da Paola Costantini, raccontando la sua straordinaria carriera di uomo di calcio, prima da giocatore e poi da tecnico, incalzato anche dalle domande del vicedirettore, Alfredo Doni. Prima della diretta radiofonica, “Monzon” – come era stato ribattezzato negli anni giovanili per la somiglianza col campione mondiale dei pesi medi di pugilato – ha risposto anche alle domande della redazione sportiva sui temi di più stretta attualità del calcio professionistico umbro.

- Novellino, ha seguito quest’anno il “suo” Perugia?

Certo che sì, ho visto diverse partite. Anche perché questa società mi piace. Parlano poco e mi sembra stiano cercando di fare i fatti, come ad esempio sistemare i campi del settore giovanile. Conosco il direttore sportivo Meluso, una persona in gamba, anche lui uno che non parla molto ma che cerca di essere concreto. Sono queste le persone che a me piacciono di più.

- La panchina del Grifo, però, è stata particolarmente… bollente, il che magari è anche un bene per la categoria degli allenatori visto che comunque si creano posti di lavoro. Come ha visto questi cambi?

Intanto mi faccia dire che la nuova norma che hanno fatto a Coverciano, quella che consente a chi è stato esonerato entro dicembre di riaccasarsi subito, a me non piace. Un allenatore quando viene mandato via dovrebbe concludere la stagione, così si potrebbe dare spazio magari anche a tecnici più giovani e si allargherebbe il campo di coloro che potrebbero lavorare e migliorarsi. I cambi al Perugia sono stati causati ovviamente dai risultati che non sono arrivati, come sempre succede. Anche se le responsabilità non erano solo tutte dei tecnici che sono stati allontanati.

- Vediamoli uno per uno.

Formisano secondo il mio punto di vista è un buon allenatore, anche se dà l’idea di essere uno un po’ presuntuosetto, come se volesse fare il saputello e questo lo penalizza. Però, a mio avviso, capisce di calcio. Zauli è stato un mio giocatore, anzi un mio pupillo, prima a Ravenna e poi nella stessa Sampdoria. Secondo me non è stato fortunato perché il Perugia ha avuto diversi infortuni di giocatori importanti, soprattutto nel reparto arretrato. Non a caso Cangelosi sta facendo bene, perché ha recuperato diversi elementi di qualità, specie nella retroguardia, e poi ha portato calma e serenità nell’ambiente. Io penso che un Perugia al completo dall’inizio sarebbe entrato senza tanti problemi nei play off.

- Sembra quasi darli ormai per persi…

Questo no, anche se il pareggio con il Sestri Levante è stata una battuta d’arresto, era una gara dalla quale uscire con i 3 punti. Però un bel favore lo ha fatto il Rimini che, vincendo la Coppa Italia, ha liberato un ulteriore posto nei play off. Se recuperano qualche infortunato importante e mettono insieme 6 punti ancora possono farcela.

- A proposito di allenatori e di esoneri, restando in Umbria e spostandosi pochi chilometri più a sud c’è una Ternana che ha cacciato il proprio tecnico secondo in classifica a 4 giornate dalla fine. Che idea si è fatto?

Pazzesco. Ma già lo era stato il primo esonero, quello di febbraio, quando i giocatori si erano ribellati e tutto era rientrato. Purtroppo esistono ancora tipi di presidenti che vogliono fare i padroni andando anche contro la logica e il buon senso. Ignazio (Abate ndr) è un buon allenatore, aveva fatto un lavoro egregio e se la società non si fosse messa in mezzo la Ternana poteva sicuramente salire, perché ha dimostrato di essere una buona squadra.

- Quando si caccia un allenatore si cerca sempre “la svolta”, in questo caso anche i tempi erano e sono piuttosto ridotti…

Ma è evidente, subentrano poi anche aspetti psicologici e magari anche un po’ di sfortuna. Nelle prime due partite Liverani ha fatto 0 punti, e dire che è sicuramente un buon allenatore e, per come ha giocato la squadra, qualche punto avrebbe potuto anche farlo. Lui ha accettato perché voleva rientrare nel giro e lo capisco. Oggi come oggi, però, un allenatore per affermarsi deve riuscire a coinvolgere i giocatori nel suo progetto e ci deve essere il tempo per farlo. L’altra sera ad esempio ho sentito parlare Fabregas in televisione e mi è piaciuto tantissimo. Ha detto che lui chiede alla squadra di seguire il suo credo tattico e che i giocatori sono disponibili a farlo e infatti i risultati stanno arrivando, anche se bisogna dire che il Como ha una buona squadra. E’ un po’ la ricetta che aveva anche il Novellino che vinceva i campionati uno dietro l’altro, per almeno un decennio. I giocatori devono condividere in tutto e per tutto lo stesso progetto tecnico: è la base delle vittorie.

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