POLITICA
La ministra Varsen Aghabekian e la presidente dell'Umbria Stefania Proietti
La Regione Umbria ribadisce in maniera forte e chiara da che parte della storia vuole stare. E proprio quella bandiera palestinese, esposta ormai quasi un mese fa dal balcone principale di palazzo Donini, segno tangibile della dichiarata intenzione dell’Ente di riconoscere lo Stato di Palestina, ieri ha portato a Perugia la ministra degli Affari esteri e degli espatriati dello Stato di Palestina, Varsen Aghabekian e l’ambasciatrice designata della Palestina in Italia, Mona Abuamara. Un incontro, quello di ieri mattina, in cui la presidente della Regione Stefania Proietti e l’assessore regionale alla Pace Fabio Barcaioli, hanno dialogato con la delegazione palestinese, accompagnata dal magnifico rettore dell’Università degli Studi di Perugia, Maurizio Oliviero, da padre Ibrahim Faltas e dalla sindaca di Perugia, Vittoria Ferdinandi.
La ministra Aghabekian, rispondendo ai giornalisti al termine del colloquio ha sottolineato che “nessun gesto è piccolo. Il riconoscimento del nostro Stato da parte della Regione Umbria è importante, è quello che dovrebbero fare anche altre Regioni e l’Italia che invece non fa abbastanza. Dovrebbe riconoscere lo Stato di Palestina perché il riconoscimento non è simbolico. In questo modo invierebbe un messaggio molto chiaro agli israeliani: l’illusione di occupare un’altra nazione e mantenere il controllo del territorio per l’eternità non funzionerà”.
Parlando della situazione degli effetti del genocidio nella striscia di Gaza da parte di Israele, la ministra ha detto che si tratta di qualcosa che va “oltre il catastrofico”. “Sono passati 23 mesi - ha aggiunto - e abbiamo assistito alla negazione dell’accesso ai giornalisti internazionali e al tentativo di mettere a tacere la verità perché Israele non vuole che nessuno sappia cosa sta succedendo nella parte occidentale, dove la brutalità è estrema, inconcepibile e non dovrebbe verificarsi in questa fase. Tutta l’umanità dovrebbe alzarsi e dire basta ne abbiamo abbastanza. Il diritto dei popoli all’autodeterminazione è sancito da quello internazionale e in quanto tale tutto il mondo libero che ama la libertà dovrebbe alzarsi in piedi, alzare la voce e dire che è ora che i palestinesi siano liberati, perché vivono sotto pressione da troppo tempo e chiedono solo che venga rispettato il diritto internazionale, nient’altro”.
La presidente Proietti ha dichiarato: “Accanto alla bandiera della nostra Regione sventola quella della Palestina: è un gesto che racchiude un grande significato, per la nostra storia, per l’Italia intera e per l’Umbria. Riconosciamo nel popolo palestinese un grande popolo e un grande Paese. E oggi riconosciamo che in queste sale ci sono un ministro di governo e un ambasciatore che vogliamo diventi l'ambasciatore in Italia. Lo chiediamo con forza al nostro Governo, lo continueremo a chiedere e saremo a disposizione per ogni atto, anche formale, che potrà aiutarci non solo ad accogliere ma anche a rendere libera la Palestina. La vostra visita per noi ha un’importanza profonda: nell’ambito delle nostre responsabilità istituzionali desideriamo ribadire a gran voce questa vicinanza. Lo facciamo non soltanto con le parole, ma anche con i gesti, con i segni esteriori e soprattutto con le azioni di cooperazione e collaborazione che portiamo avanti”.
L’assessore alla Pace, Fabio Barcaioli, ha aggiunto: “Siamo onorati che la ministra palestinese Varsen Aghabekian abbia scelto l’Umbria per il suo primo incontro. Grazie a un protocollo con Università, Anci, Caritas e Sant’Egidio siamo pronti ad accogliere chi lascerà Gaza, con alloggi, integrazione e assistenza sanitaria già predisposti. Ringraziamo l’Università per il lavoro che sta svolgendo, ponendo la formazione alla base della costruzione di uno Stato palestinese libero. Abbiamo già dato ospitalità a otto studenti palestinesi e accolto due famiglie arrivate da Gaza per cure mediche, tra cui un bambino gravemente ferito. Condanniamo il genocidio in corso e rafforziamo ogni forma di solidarietà, auspicando che si apra presto la strada della pace per garantire un futuro ai bambini palestinesi”.
Il rettore, Maurizio Oliviero, che negli anni ha accolto già molti studenti palestinesi, ha detto: “È un percorso iniziato tanti anni fa, anche grazie alla collaborazione con figure straordinarie come padre Ibrahim Faltas, che ci hanno spinto a non dimenticare mai la responsabilità di prenderci cura delle persone più fragili. Oggi possiamo dire che questo progetto ha avuto successo: oltre trecento giovani palestinesi hanno studiato in Italia e sono rientrati in patria. Il nostro impegno, come Università e come sistema accademico italiano, è ora quello di rafforzare e ampliare questo percorso. Quest’anno, insieme alle università palestinesi, abbiamo già selezionato centosessanta nuovi studenti che potranno formarsi qui, in Italia. A nome di tutte le università italiane - ha concluso - chiediamo sostegno e collaborazione per rendere possibile questo progetto”.
La sindaca di Perugia, Vittoria Ferdinandi, delegata Anci per la pace, ha dichiarato: “Non abbiamo bisogno di proclami, abbiamo bisogno di fare. Per questo desidero richiamare le parole di Aldo Capitini che ci ha insegnato che per costruire la pace è necessario preparare la pace. Da sindaca e da delegata nazionale Anci raccolgo questo insegnamento e lo traduco in un impegno concreto: lavorare alla costruzione di una rete di Comuni italiani pronti a formarsi e a collaborare per sviluppare processi sempre più solidi di cooperazione con la Palestina. L’8 e il 9 settembre - ha continuato la sindaca - grazie alla collaborazione con la Regione Umbria, ospiteremo a Perugia una delegazione di sindaci palestinesi. In quell’occasione anche il Comune di Perugia esporrà la bandiera della Palestina dal palazzo dei Priori: un segno di vicinanza e di fratellanza”.
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