Tecnologia
Una nuova generazione di autovelox è pronta a fare il suo ingresso sulle strade italiane. Alimentati da avanzati sistemi di Intelligenza Artificiale (AI), questi dispositivi promettono di rivoluzionare il controllo del traffico stradale, rendendolo più preciso, automatizzato e, secondo alcuni, anche più severo. Ma come funzionano davvero? Quando potrebbero essere installati? E quali sono i rischi per gli automobilisti?
I nuovi autovelox intelligenti non si limitano più alla semplice rilevazione della velocità. Grazie all’uso di telecamere ad alta risoluzione e algoritmi di riconoscimento visivo, questi dispositivi sono in grado di analizzare in tempo reale una vasta gamma di comportamenti alla guida.
Oltre al superamento dei limiti di velocità, gli autovelox AI possono rilevare:
- Il mancato utilizzo delle cinture di sicurezza
- L’uso del cellulare alla guida
- Il superamento della linea continua
- Il mancato rispetto dei semafori
- L’assicurazione e la revisione scadute, attraverso la lettura automatica delle targhe
In pratica, si tratta di veri e propri "occhi elettronici" che incrociano i dati rilevati con le banche dati pubbliche per una verifica immediata delle infrazioni.
Alcuni prototipi sono già stati sperimentati in diverse regioni italiane, come Lazio, Lombardia e Toscana, ma la diffusione su scala nazionale è prevista tra il 2025 e il 2026, in base agli sviluppi normativi. Il Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti sta lavorando a un aggiornamento del Codice della Strada che permetta un impiego sistematico di queste tecnologie, anche in ambito urbano.
In parallelo, si stanno definendo le linee guida per l’omologazione tecnica dei dispositivi, necessarie per la validità legale delle sanzioni emesse.
La maggiore preoccupazione tra i cittadini riguarda la capacità di questi sistemi di rilevare più infrazioni contemporaneamente. Un singolo passaggio sotto l’occhio dell’autovelox AI potrebbe comportare l’arrivo di diverse multe: per eccesso di velocità, mancata cintura e cellulare in mano, ad esempio.
Inoltre, la natura automatica del processo lascia poco spazio all’interpretazione umana. Se un comportamento viene rilevato come illecito dal sistema, la sanzione viene generata in modo quasi immediato, con margini ridotti per contestazioni.
Un altro punto critico riguarda la privacy. Le immagini ad alta definizione catturate dai dispositivi sollevano interrogativi sulla tutela dei dati personali, nonostante la garanzia che i dati siano trattati nel rispetto delle normative europee (GDPR). Tuttavia, il dibattito è ancora aperto.
Secondo le autorità, l’obiettivo primario resta quello di aumentare la sicurezza sulle strade. “L’intelligenza artificiale non è qui per punire, ma per prevenire,” affermano i promotori del progetto. E i numeri sembrano dare loro ragione: nei comuni dove i dispositivi AI sono già stati testati, si è registrata una riduzione fino al 30% delle infrazioni gravi nei primi sei mesi.
Tuttavia, per gli automobilisti si profila l’esigenza di una maggiore attenzione alla guida e alla manutenzione dei veicoli. La tolleranza, in questa nuova era tecnologica, potrebbe diventare un lusso del passato.
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