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Finto operatore di Poste Italiane prova a truffare l'ex direttrice di un ufficio ma viene smascherato dalle dipendenti

Storia a lieto fine a San Sisto dove una donna ha rischiato di perdere più di 11 mila euro

Gabriele Burini

20 Marzo 2025, 09:45

Finto operatore di Poste Italiane prova a truffare l'ex direttrice di un ufficio ma viene smascherato dalle dipendenti

L'ufficio postale di San Sisto dove si è rivolta la donna (foto Belfiore)

Una volta i truffatori si riconoscevano subito: voce melliflua, accento improbabile e storie tanto fantasiose da sembrare scritte per una fiction di bassa lega. Oggi, invece, siamo di fronte a professionisti del raggiro, gente che studia, si aggiorna e affina tecniche sempre più sofisticate. E non prendono più di mira solo gli anziani, ma chiunque abbia un conto corrente e uno smartphone.L’ultima storia emblematica arriva da Perugia, dove una donna ha rischiato di vedersi prosciugare il conto per colpa di un impostore talmente abile da risultare quasi convincente perfino a un’ex direttrice di un ufficio di Poste Italiane. Sì, avete letto bene: non una pensionata sprovveduta, ma una professionista del settore postale, una che con i soldi ci ha lavorato una vita intera.

Il copione è da manuale: la donna riceve una telefonata da quello che sembra essere un numero ufficiale di Poste Italiane. L’uomo dall’altra parte del telefono è preciso, professionale, convincente. Le dice che qualcuno ha violato il suo conto e ha già sottratto 700 euro. Serve un’azione immediata: trasferire tutti i soldi su un “conto sicuro” prima che sia troppo tardi.
La truffa è orchestrata nei minimi dettagli. L’uomo si presenta in videochiamata con tanto di logo di Poste Italiane in sovrimpressione, conosce informazioni personali della vittima e invia sms con falsi alert bancari. Il tutto con una regia perfetta, capace di incastrare anche il più diffidente.Ma la donna, per sua fortuna, decide di non completare l’operazione tramite app o seguendo le indicazioni del truffatore, che le aveva detto di andare all’ufficio postale di piazza Matteotti. Si reca invece a San Sisto, l’unico aperto di tardo pomeriggio nei pressi dell’abitazione della donna, dove trova impiegate attente e preparate. E qui scatta il colpo di scena.


Mentre l’uomo che si spacciava per operatore del centro antifrode continua a dare istruzioni alla vittima per telefono, una delle impiegate inizia a insospettirsi. Decide di verificare il conto sul quale la donna dovrebbe trasferire il denaro. E cosa scopre? Che il conto, con Iban italiano, rimandava a una carta prepagata aperta in Lituania.
A quel punto, la truffa viene smascherata. La donna realizza di essere a un passo dal perdere tutto, 11.800 euro, e blocca ogni operazione. Nel frattempo, le impiegate mettono in sicurezza i suoi risparmi e segnalano il caso alla Polizia Postale.
Questa vicenda è l’ennesima prova di quanto siano diventati sofisticati i truffatori. Le loro armi? Telefonate con numeri ufficiali, loghi fasulli, videochiamate, SMS con link-trappola e storie talmente credibili da sembrare vere. L’obiettivo? Farci credere di essere in pericolo per spingerci a fare l’errore fatale.
A Perugia, stavolta, si è evitato un finale amaro grazie alla prudenza della vittima e alla prontezza delle impiegate di San Sisto. Ma non sempre va così bene. Ecco perché bisogna tenere gli occhi aperti: mai fidarsi di telefonate che ci mettono fretta, mai cliccare su link sospetti e, soprattutto, mai muovere soldi senza aver verificato con le vere Poste Italiane.
Le tecnologie avanzano, le truffe pure. Ma per fortuna, quando la macchina del raggiro si inceppa, ci sono ancora persone in carne e ossa capaci di fare la differenza.
Una storia quindi emblematica delle tecniche sempre più sofisticate che i truffatori cercano di mettere in atto. Una storia che ci auguriamo sia di monito a tutti coloro che ricevono telefonate analoghe. È una storia che rende onore alle impiegate dell’ufficio postale di San Sisto e al personale tutto di poste italiane.

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