Il caso
In aumento anche in Umbria il numero di truffe con le criptovalute
Aumentano i casi di truffa con le criptovalute in Umbria. Alessandro Petruzzi, presidente Federconsumatori Perugia, parla di un fenomeno che sta mietendo parecchie vittime anche nel Cuore verde. “Soltanto io - racconta - sto seguendo quattro casi molto complessi. Ogni giorno sentiamo parlare in Tv di criptovalute e di quanto stiano andando bene in Borsa, poco ci viene detto invece sui pericoli a queste direttamente o indirettamente legati”. E’ una piccola imprenditrice cinquantenne dell’Alta Valle del Tevere l’ultima vittima in ordine di tempo. Una donna molto attenta e scrupolosa che ha sempre preso le distanze persino dagli acquisti online. Ma la prospettiva di un investimento dagli enormi potenziali - come le veniva prospettato sulla rete - l’ha fatta cadere nella trappola.
E’ iniziata con 250 euro, poi 500, poi 750... tutto veniva registrato e rigirato in un conto corrente aperto con una banca di Malta, realmente esistente. Il finto broker fa anche videochiamate con la signora, la rassicura, le fa installare nello smartphone due App che riportavano il logo della banca (evidentemente un falso) attraverso le quali monitorare anche l’andamento dell’investimento. Tutto procede bene, i guadagni sembrano reali. Ma non lo sono. Nel frattempo, però, i soldi investititi sono diventati 116 mila euro. Quando l’imprenditrice in questione ha difficoltà economiche e fa presente il suo bisogno di liquidità, si sente rassicurare in tutto, anche sulla possibilità di avere un piccolo prestito a condizioni ovviamente improponibili. La donna decide allora di mettersi in contatto direttamente con la banca di Malta ed è a questo punto che, sorpresa, si sente rispondere che nessun conto corrente a suo nome risulta registrato. E’ incredulità, rabbia, disperazione. Il primo passaggio è alla polizia postale, il secondo alla sede Federconsumatori di Perugia.
“Il nostro lavoro adesso - dice Petruzzi - è quello di cercare di farle recuperare almeno una parte dei soldi persi, cosa difficile ma non impossibile”. Il caso, purtroppo, non è unico. “Soltanto noi come Federconsumatori ne stiamo seguendo quattro in questo frangente - conferma Petruzzi - uno, peraltro, dai contorni del tutto simili a quello che coinvolge la signora dell’Alto Tevere ma che vede vittima un perugino. Il primo contatto è sempre online, molti cadono nel tranello dei facili guadagni”. In questo caso sono andati bruciati 120 mila euro. Negli ultimi cinque anni le truffe nel settore delle criptovalute hanno visto un aumento significativo e la tendenza è attribuibile alla crescente popolarità che ha aumentato l’adozione di queste attività digitali. L’età non è una discriminante: giovani e anziani possono cadere vittime di queste pratiche ingannevoli che si basano spesso sulla considerazione che le persone sono facilmente attratte dalla prospettiva di incredibili guadagni, spesso sovrastimando i potenziali rendimenti e sottovalutando i rischi.
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