televisione
Ugo Tognazzi
Rai 3 dedica una serata speciale a uno dei più grandi interpreti della storia del cinema italiano. Giovedì 19 giugno alle 21.20 andrà in onda Tognazzi. La voglia matta di vivere, un documentario che celebra la figura di Ugo Tognazzi attraverso lo sguardo privilegiato del figlio Ricky e dei suoi familiari.
Non un semplice documentario biografico, ma un viaggio emozionale nella vita di un artista poliedrico che ha segnato la storia del cinema italiano. Ricky Tognazzi, primogenito di Ugo, ha scritto e diretto questo omaggio al padre, raccontandone non solo la carriera straordinaria ma soprattutto l'umanità, con le sue luci e le sue ombre.
Il documentario si snoda attraverso interviste, racconti intimi e preziose immagini d'archivio, inclusi filmati Super8 girati dalla famiglia, che rivelano l'Ugo Tognazzi privato, lontano dai riflettori. Un lungo flashback che parte dal cimitero monumentale di Velletri, dove l'attore riposa, per ripercorrere i luoghi simbolo della sua vita: dalla natia Cremona, dove nacque il 23 marzo 1922, fino alla casa di Torvajanica, teatro di memorabili incontri con amici e colleghi.
Il percorso artistico di Tognazzi inizia nella sua Cremona, dove lavorò come impiegato alla Negroni prima di dedicarsi completamente alla recitazione. Un talento precoce che si manifestò già all'età di quattro anni, quando debuttò al Teatro Donizetti di Bergamo. Durante la Seconda Guerra Mondiale, richiamato alle armi, organizzava spettacoli di varietà per i commilitoni, mostrando già quella vena artistica che lo avrebbe reso celebre.
La sua carriera cinematografica lo ha visto protagonista di oltre 150 film, spaziando con straordinaria versatilità tra generi diversi. Dal cult Amici miei di Mario Monicelli, dove interpretò l'indimenticabile Conte Mascetti, a La tragedia di un uomo ridicolo di Bernardo Bertolucci, che nel 1981 gli valse la Palma d'Oro come miglior attore al Festival di Cannes dopo ben otto candidature.
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Impossibile non ricordare i suoi successi internazionali come La grande abbuffata di Marco Ferreri, Il vizietto, Barbarella e Il federale, che testimoniano la sua straordinaria capacità di muoversi tra commedia e dramma, tra cinema popolare e d'autore.
La voglia matta di vivere racconta anche l'Ugo privato, l'uomo che amava la convivialità, la cucina e il tennis. La sua casa di Velletri, soprannominata Casa Vecchia, era un cenacolo dove accoglieva amici e colleghi, organizzando memorabili feste e il celebre torneo di tennis con in palio lo Scolapasta d'oro.
Al racconto dei familiari - i figli Ricky, Gianmarco, Maria Sole e Thomas Robsahm - si affiancano le testimonianze di amici e colleghi come Pupi Avati, Alessandro Haber, Simona Izzo, Luca Barbareschi, Arturo Brachetti, Michele Placido, Ornella Muti e Barbara Bouchet. Tutti concordi nel ricordare non solo il grande attore ma soprattutto l'uomo, con la sua energia contagiosa e la sua passione per la vita.
Negli ultimi anni della sua carriera, Tognazzi scelse di tornare al teatro, sua prima passione.Un ritorno maturo e consapevole che lo vide protagonista di interpretazioni memorabili, come quella de L'avaro di Molière, che portò in scena nel 1988 con la regia di Mario Missiroli, riscuotendo grande successo di critica e pubblico. Questa scelta testimonia la sua continua ricerca artistica e il desiderio di misurarsi con la dimensione più autentica della recitazione, anche quando ormai era un attore affermato e riconosciuto.
Tognazzi. La voglia matta di vivere è una coproduzione Rai Documentari e Ruvido Produzioni, Dean Film, Surf Film e Mact Productions, realizzata in collaborazione con il Comune di Cremona e i Salumi Negroni, con il sostegno di Regione Lazio e Roma Lazio Film Commission.
La sceneggiatura, firmata da Simona Izzo, Valentina Pattavina e Ricky Tognazzi, ripercorre la vita di un artista che ha attraversato quasi mezzo secolo di storia del cinema italiano, lasciando un'impronta indelebile. Il titolo stesso del documentario richiama uno dei suoi film più celebri, La voglia matta di Luciano Salce, ma è soprattutto un riferimento all'approccio che Tognazzi aveva verso la vita: intenso, appassionato, sempre alla ricerca di nuove esperienze. Un appuntamento imperdibile per riscoprire un gigante del nostro cinema, che a oltre trent'anni dalla sua scomparsa continua a vivere nell'immaginario collettivo e nel cuore di chi lo ha amato.
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