LA DICHIARAZIONE
Massimo Lovati, avvocato di Andrea Sempio
Si riaccendono i riflettori sul delitto di Garlasco, a quasi vent’anni dall’omicidio di Chiara Poggi, uccisa nella sua abitazione il 13 agosto 2007. La Procura di Pavia ha aperto una nuova fase d’indagine, e intorno al caso tornano a muoversi piste alternative e testimonianze che potrebbero rimettere in discussione verità processuali già acquisite.
Tra le voci che si fanno sentire c’è quella di Massimo Lovati, avvocato di Andrea Sempio, figura già sfiorata dall’inchiesta in passato e oggi tornata all’attenzione mediatica. Intervenuto a Il Diario del giorno e ospite a Quarto Grado il 23 maggio scorso, Lovati ha avanzato una tesi destinata a far discutere: Chiara Poggi sarebbe stata uccisa da un sicario, presumibilmente legato al Santuario della Madonna delle Bozzole, distante poche centinaia di metri dalla casa della giovane.
Un testimone avrebbe collocato Sempio nei pressi del santuario, in compagnia della vittima. Il legale smentisce con decisione: "Non mi risulta che Sempio frequentasse né il Santuario né l’oratorio. Per me è una cosa nuova", ha dichiarato, aggiungendo che il suo assistito si sarebbe sempre dichiarato contrario al cattolicesimo.
L’attenzione dell’avvocato si sposta poi su Alberto Stasi, l’ex fidanzato di Chiara, condannato in via definitiva nel 2015 a 16 anni di reclusione. Lovati ne mette in dubbio il ruolo di esecutore materiale, sostenendo invece un’ipotesi ben più articolata: "Il racconto di Stasi è falso, ma non perché lo abbia inventato lui. È stato costretto a mentire da chi lo ricattava. Stasi, per me, è una pedina di un'organizzazione criminale che lo ha minacciato per fargli coprire altri".
A supporto di questa ricostruzione, l’avvocato elenca quelle che definisce incongruenze decisive nella versione dell’imputato:
– lo scavalcamento del muro di cinta, alto due metri;
– la descrizione della ragazza ancora agonizzante, nonostante fosse già morta;
– la telefonata al 118 in cui dice: "forse l’hanno uccisa";
– la dichiarazione: "è la mia fidanzata";
– e infine le scarpe perfettamente pulite con cui si sarebbe mosso nella casa intrisa di sangue;
L'avvocato ha continuato: "Per me Stasi non è mai entrato in quella casa. Ha solo riportato ciò che gli è stato detto di dire. È una messinscena sotto costrizione". Lovati ammette apertamente che si tratta di una ricostruzione personale, senza fondamento probatorio: "Non ho né prove né indizi. È una visione suggestiva, come avvocato con un’impostazione criminologica. Ma contro Andrea Sempio non ci sono prove né indizi, eppure si trova coinvolto in un procedimento penale. È tutto fumo".
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