Curiosità
La CIA - la celebre agenzia investigativa statunitense - avrebbe usato un finto sito di Star Wars per comunicare segretamente con le sue spie. Il sito, chiamato StarWarsWeb.net, appariva identico a una qualsiasi pagina dedicata alla saga di Guerre Stellari, con una sola eccezione: nascondeva un sistema di login segreto che, se si inseriva la password corretta nella barra di ricerca, sbloccava un canale di comunicazione con gli agenti della CIA.
I dettagli di questa vicenda sono stati raccontati dal sito 404media, che cita il ricercatore amatoriale di sicurezza informatica Ciro Santilli che ha recentemente scandagliato Internet alla ricerca di siti creati dall’agenzia di intelligence nei primi anni 2000 per mantenere i contatti con i suoi informatori all’estero.
Tra i siti scoperti c’era StarWarsWeb.net, che includeva un'immagine stock di un bambino vestito da Jedi, foto di R2D2 e C-3PO e pubblicità di videogiochi e set Lego a tema Star Wars. Santilli ha esaminato una grande quantità di nomi di dominio storici, analizzando l’HTML di ciascun sito e utilizzando bot per aggirare le limitazioni della Wayback Machine, cercando di ricostruire l’aspetto originario delle pagine. Il sito è stato chiuso oltre dieci anni fa e oggi reindirizza alla homepage della CIA.
Secondo quanto riportato da DailyMail, quello di Star Wars non era l’unico sito fasullo usato dall’agenzia. Altri includevano una pagina dedicata al comico Johnny Carson, uno sugli sport estremi, e un altro ancora per appassionati di musica brasiliana. Secondo quanto rivelato in precedenza da Reuters, esistevano anche siti chiamati Rasta Direct, Fitness Dawg, pagine sul calcio iraniano e sulla lotta russa. Alcuni di questi siti erano mirati a paesi come Francia, Spagna e Brasile, basandosi sulla lingua e sui contenuti.
Tuttavia, nel 2009, quando l’allora presidente Barack Obama annunciò la scoperta di un impianto nucleare iraniano segreto, le autorità iraniane intensificarono gli sforzi per scovare chi stava collaborando con l’intelligence americana - secondo un’inchiesta di Yahoo News del 2018. L'agenzia investigativa, secondo le fonti, si rese conto della compromissione solo nel 2013, quando notò la sparizione di molti agenti. A quel punto riuscì a evacuare alcuni informatori e smantellò i siti compromessi.
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