Royal Family
Il principe William allo stadio con George e, a destra, un dono ricevuto ieri a Leith (Scozia) in onore della sua squadra del cuore
Calcio e Royal Family. Meglio: football e William, il principe e una grande passione. Ormai quella di una famiglia, la sua con i due figli maschi (c'è anche una femmina, Charlotte di Galles). E quello di ieri, 21 maggio, è stato un giorno di impegno, solidarietà e anche di rivelazioni. C’è infatti un’immagine del Principe William che sfugge alla narrazione istituzionale, più vicina alla realtà di un padre che a quella di un erede al trono: in giacca e cravatta, ma con lo sguardo di chi, sotto sotto, vorrebbe entrare in campo. È successo a Leith, quartiere popolare di Edimburgo, ieri, quando William si è presentato al Leith Community Centre per incontrare i ragazzi e gli operatori di Street Soccer Scotland, una realtà che usa il calcio per abbattere muri sociali, dare voce agli invisibili e offrire un’alternativa a chi vive ai margini.
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“Abbiamo visto cosa può fare lo sport quando viene messo al servizio della comunità,” ha raccontato William durante l’incontro, lasciando trapelare un coinvolgimento personale che va ben oltre i doveri ufficiali. Il progetto, sostenuto dalla Royal Foundation che guida insieme alla Principessa Kate, ha l’ambizione di trasformare il centro di Leith in un polo di inclusione e aggregazione, anche grazie alla collaborazione con organizzazioni locali come la YMCA di Edimburgo.
Il calcio, in fondo, è una lingua che William parla da sempre. È un tifoso appassionato dell’Aston Villa, una scelta controcorrente per un principe, motivata — come lui stesso ha raccontato — “dal legame emotivo nato in gioventù, quando mi portarono a vedere una partita e mi colpì l’atmosfera tra i tifosi.” Negli ultimi mesi, mentre la stagione della Premier League entrava nel vivo, ha portato più volte suo figlio George allo stadio. “Vederlo esultare al mio fianco è una delle cose che mi rende più felice,” ha confidato in una recente intervista riportata da People.
Ma non è solo George a respirare calcio in casa Windsor. Durante la visita a Leith, William ha condiviso un aneddoto che ha strappato più di un sorriso: “Louis, il più piccolo, tifa già per cinque squadre diverse. Non riesce a decidersi!” ha rivelato con l’ironia di un genitore alle prese con le prime passioni dei figli, come raccontato anche da Hello Magazine.
E così, in un mercoledì qualsiasi in Scozia, un principe ha parlato di futuro non con promesse o discorsi solenni, ma con storie, strette di mano e partite immaginarie. Perché il calcio, per William, non è solo uno sport. È un modo per costruire comunità, trasmettere valori, e forse – più di ogni altra cosa – un ponte generazionale tra ciò che ha ricevuto e ciò che vuole lasciare.
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