IL MISTERO
Clara Rossignoli e la figlia
Porto di Legnago, Verona. È passato più di un mese dall’8 aprile, giorno in cui Clara Rossignoli, pensionata di 79 anni, è sparita nel nulla. Un giallo fitto di contraddizioni, silenzi e sospetti che ha preso una piega inquietante nelle ultime settimane: la procura di Verona ha iscritto nel registro degli indagati il nipote di Clara, Mattia Nascimben e la sua ex compagna, Erica Chiarion. I due, che condividevano la casa con l’anziana, sono accusati di omicidio e occultamento di cadavere, ma senza alcun provvedimento cautelare.
Clara sarebbe stata vista l’ultima volta l’8 aprile, mentre si muoveva nel quartiere di Porto di Legnago, tra tabaccaio e bar, ma la denuncia di scomparsa è stata presentata solo il 14 aprile, con un ritardo che ha complicato le indagini. Nei giorni successivi, le ricerche si sono concentrate con mezzi aerei, cinofili e droni e si è scandagliato anche il vicino fiume Adige senza esito.
Le ipotesi iniziali spaziavano da una possibile fuga volontaria a un appuntamento galante, ma nessuna traccia è emersa né sul cellulare né sul conto corrente di Clara, che si è fermato subito dopo la sua sparizione. La figlia Marta ha sempre escluso la fuga, convinta che qualcuno possa averle fatto del male.
Un episodio cruciale è emerso dalla testimonianza dei vicini: nella notte tra l’8 e il 9 aprile, la corrente elettrica nella casa di Clara è stata staccata per mancato pagamento di una bolletta. Quel fatto ha scatenato un acceso litigio tra Clara, il nipote e la sua ex compagna, che vivevano con lei ma in una situazione di convivenza difficile e tesa da tempo.
La donna, secondo la figlia, cercava di mantenere con la sua pensione sia il nipote disoccupato sia la sua ex compagna, che lavorava saltuariamente. La convivenza, però, era complicata e il litigio per la bolletta non pagata sembra aver innescato una serie di eventi che ora sono al centro dell’inchiesta.
I carabinieri hanno passato al setaccio ogni angolo della casa e del giardino, compreso un vano nascosto nel retro, alla ricerca di indizi. I due indagati sono stati ascoltati a lungo in caserma, ma al momento non sono stati trovati elementi concreti che possano chiarire il destino di Clara.
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La procura, guidata dal pubblico ministero Maria Federica Ormanni, ha modificato il capo d’imputazione da istigazione al suicidio a omicidio e occultamento di cadavere, un cambio che apre la strada a indagini più approfondite e a un possibile svolgimento giudiziario più pesante.
Il quadro è reso ancora più complesso da testimonianze discordanti. Il nipote sostiene di aver visto Clara l’11 aprile, ma in paese nessuno conferma di averla incontrata dopo l’8 aprile. La figlia Marta è convinta che la madre non sia più viva e chiede giustizia: "Voglio che mi venga restituito il suo corpo e che i carabinieri mi dicano chi l’ha uccisa". Nel frattempo, la comunità di Porto di Legnago è scossa, divisa tra chi crede a una tragedia familiare e chi spera ancora in un miracolo.
La sparizione di Clara Rossignoli resta un mistero fitto, con pochi indizi e molte ombre. La famiglia è distrutta, le indagini sono serrate e la procura non esclude alcuna pista. Il tempo passa e la speranza di ritrovare Clara in vita si affievolisce, mentre la giustizia cerca risposte in un labirinto di silenzi e sospetti.
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