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Stasera in Tv John Rambo: perché è il film giusto al momento giusto

Torna il reduce più famoso del cinema. Ma il quarto film della saga dice molto più di quanto sembri: sul trauma, sull’occidente e sulle guerre che fingiamo di non vedere

Ambra Costanzi

16 Maggio 2025, 17:19

Stasera in Tv John Rambo: perché è il film giusto al momento giusto

John Rambo torna in tv: cosa ci dice oggi questo film

Venerdì 16 maggio, in prima serata su Italia 1, torna John Rambo – e no, non è solo un film d’azione con proiettili e muscoli.

Il quarto capitolo della saga con Sylvester Stallone, uscito nel 2008, è forse il più cupo e spietato della serie. Meno pop, più violento, ma anche più consapevole. È un film che parla – in modo brutale e diretto – dell’impotenza morale dell’Occidente, del fallimento della diplomazia e dell’orrore rimosso delle guerre dimenticate.

Ambientato in Birmania, John Rambo mostra un ex soldato ormai ritiratosi in Thailandia, chiamato a salvare un gruppo di missionari cristiani rapiti da un esercito brutale. Rambo, che sembrava aver sepolto il passato, torna alla violenza con una furia quasi mitologica. Ma dietro l’azione c’è una verità: non è l’eroismo che lo muove, ma la rabbia repressa di chi ha perso ogni fiducia nel mondo.

Il film non si nasconde: è cinico, estremo, a tratti disturbante, e Stallone – che ne è anche regista – lo concepisce come una denuncia. Non tanto contro il nemico esterno, ma contro l’indifferenza internazionale. Rambo, nel 2008, non è più un reduce smarrito (come in First Blood), né un super soldato iperamericano (come nei sequel anni ’80). È un relitto umano che non riesce a morire. Il suo linguaggio è la violenza, ma il messaggio è chiaro: Quando uccidi, ferisci l’anima.”

Paradossalmente, in un mondo dove si parla sempre più di salute mentale, PTSD, veterani dimenticati e guerre infinite, John Rambo anticipava temi che oggi sono al centro del dibattito.
Non è un film nostalgico. È una pugnalata contemporanea.

Nel 2008, quando uscì nelle sale, John Rambo fu criticato per l’eccessiva violenza. Ma aveva ragione a essere feroce: raccontava un conflitto reale, quello della giunta militare birmana contro i Karen, una delle guerre civili più ignorate al mondo.

Stallone fu addirittura minacciato dal governo birmano, e molti attivisti oggi considerano il film uno dei pochi prodotti occidentali ad aver messo il riflettore su quel massacro.

Ecco perché, nel 2025, quando sui social l’attenzione dura 15 secondi, John Rambo torna utile. È una denuncia travestita da film muscolare.

Italia 1 lo propone in prima serata e non è solo un effetto nostalgia. I film di Rambo funzionano perché sanno leggere il sottotesto della nostra epoca. La violenza non è mai fine a se stessa. È simbolo di una società che ha smesso di cercare soluzioni morali, e si rifugia nella forza bruta.

Nel 2025, tra guerre ignorate, polarizzazione politica e crisi di identità collettiva, John Rambo non è fuori tempo. È in anticipo.

Rambo oggi è un relitto, ma anche uno specchio. Se ti sintonizzi stasera su Italia 1 e pensi di trovare solo un vecchio action, sbagli bersaglio.

John Rambo è una storia di disperazione globale che parla – con voce roca e dita insanguinate – a un presente che preferisce non ascoltare.

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