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Il principe che non impara mai: Andrea di York e l’ombra del nuovo scandalo Covid che imbarazza la Corona

Il duca è ancora al centro dell’attenzione per una presunta vicenda legata a fondi e operazioni oscure durante l’emergenza. Altri pensieri per Sua maestà re Carlo

Ambra Costanzi

30 Aprile 2025, 19:00

Il principe che non impara mai: Andrea di York e l’ombra del nuovo scandalo Covid che imbarazza la Corona

Il principe Andrea in una foto LaPresse

Non bastava il caso Epstein, le accuse di abuso e un risarcimento milionario pagato per evitare un’aula di tribunale. Ora il principe Andrea, duca di York, è di nuovo al centro dell’attenzione per un presunto scandalo legato a fondi e operazioni oscure durante l’emergenza Covid. Secondo le rivelazioni più recenti, Andrea avrebbe aperto – sotto lo pseudonimo di “Andrew Inverness” – una società denominata Naples Gold Ltd. nel 2019, usata per operazioni finanziarie opache proprio mentre il mondo affrontava la crisi sanitaria ed economica più devastante del XXI secolo.

Un membro della famiglia reale che si muove nell’ombra, con un nome fittizio, in una rete societaria senza bilanci trasparenti e senza attività apparente: un copione che somiglia più a una trama da serie crime che a una condotta accettabile per chi appartiene alla Corona britannica. A denunciare il caso è Republic, il principale movimento anti-monarchico del Regno Unito, che accusa apertamente Andrea di aver abusato della sua posizione per scopi privati. Non è la prima volta che l’ex “figlio prediletto” della regina Elisabetta viene sospettato di sentirsi al di sopra della legge.

Il paradosso è evidente: mentre milioni di cittadini facevano sacrifici, perdevano lavoro o si ammalavano, il duca di York giocava a fare l’uomo d’affari con il suo alter ego. Il fatto che lo pseudonimo richiami il titolo nobiliare – conte di Inverness – la dice lunga sul livello di arroganza e impunità che sembra permeare ogni sua scelta.

A livello formale, Andrea è ancora duca e resta ottavo in linea di successione, ma di fatto è un reietto di Palazzo. Ha perso il trattamento di Altezza Reale, è stato privato di tutti gli incarichi ufficiali e la famiglia reale, ora guidata da re Carlo III, lo tiene a debita distanza. Nessun invito alle cerimonie ufficiali, nessun ruolo pubblico, nessun margine di rientro in agenda. Eppure, paradossalmente, è ancora consigliere di Stato: una figura che, almeno sulla carta, potrebbe sostituire il sovrano in caso di impedimento. Un’assurdità che mina ulteriormente la credibilità della monarchia.

La posizione di Andrea è imbarazzante per tutti: per il re, che non può estrometterlo del tutto; per William, che incarna l’immagine della "nuova monarchia"; e persino per le sue figlie, Beatrice ed Eugenie, costrette a convivere con il peso di un padre diventato simbolo di privilegi fuori controllo.

L’impressione è che Andrea non abbia mai compreso la gravità delle sue azioni né il danno arrecato all’istituzione che rappresentava. Ogni suo passo, anche oggi, suona come una sfida all’opinione pubblica, alla legge e alla decenza. E mentre la Corona tenta disperatamente di reinventarsi, il duca di York resta il suo più grande errore: ingombrante, impresentabile, eppure ancora lì, incollato a un titolo che nessuno può o osa togliergli.

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