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Miss Fallaci, cosa succede dopo la fine della serie. La storia non raccontata: la guerra in Vietnam, la foto sulla luna, la presunta morte e il tumore

Andrea Pescari

11 Marzo 2025, 19:43

Miss Fallaci, cosa succede dopo la fine della serie. La storia non raccontata: la guerra in Vietnam, la foto sulla luna, la presunta morte e il tumore

Miss Fallaci, la fortunata fiction di Rai 1 in onda con l'ultima puntata stasera in tv martedì 11 marzo, si conclude quando Oriana, pur riuscendo ad ottenere un'intervista con Yves Saint-Laurent, viene licenziata e, dopo un ultimo incontro con Alfredo Pieroni, capisce che non le serve nessuno se non sé stessa e la sua voce. Il suo prossimo obiettivo sarà quello di raccontare le donne in un reportage sulla condizione del sesso inutile nel mondo.

Cosa succede dopo Miss Fallaci?

La serie tv si interrompe al volgere degli anni '60. Periodo in cui Il sesso inutile riscontra una grande accoglienza, diventando il suo primo successo editoriale. Nel 1962 pubblica la sua prima opera narrativa, Penelope alla guerra. Nel 1965 sbarca negli Stati Uniti, in piena era della corsa allo spazio tra Usa e Urss, con l'obiettivo di andare a intervistare astronauti e tecnici della Nasa impegnati nei programmi spaziali. Esperienza da cui nacque l'opera Se il sole muore, che dedica a suo padre. Per la scrittura del libro incontrò Wernher von Braun, colui che sviluppò i missili V2 per la Germania nazista e poi diventò direttore della Nasa. 

Nel 1967, in qualità di corrispondente de L'Europeo, va in Vietnam per vedere con i propri occhi le atrocità della guerra tra statunitensi e sudvietnamiti, definendola una "sanguinosa follia". Racconti ed esperienze che vennero raccolte nel libro Niente e così sia (1969). Nel 1968 lascia il fronte per tornare negli States alla luce della morte di Martin Luther King e Robert Kennedy e seguire le rivolte studentesche di quegli anni. Il 2 ottobre dello stesso anno, con i Giochi Olimpici del Messico alle porte, rimane ferita a colpi di mitra durante una manifestazione di protesta degli studenti universitari messicani contro l'occupazione militare del campus dell'Unam. La giornalista, creduta morta, fu portata in obitorio, dove un prete si accorse che era ancora vivaNel 1969 assiste al lancio della missione Apollo 11. Intervistò Charles Conrad, comandante dell'Apollo 12 (seconda missione ad atterrare sulla luna) che portò con sé una foto di Fallaci da bambina sulla luna

Negli anni '70 incontra Alexandros Panagulis, leader dell'opposizione greca al regime dei Colonnelli, che era stato perseguitato, torturato e incarcerato a lungo. Si incontrarono il 22 agosto 1973, giorno in cui uscì dal carcere: ne diventerà la compagna di vita fino alla morte di lui, avvenuta in un misterioso incidente stradale nel 1976. Secondo quanto scrisse, rimase incinta del patriota greco, ma dopo un litigio con lo stesso Panagulis ebbe un aborto spontaneo. Dalla vicenda della maternità mancata trasse il libro Lettera a un bambino mai nato, il primo libro che non nacque da un'inchiesta giornalistica. Fu un grande successo editoriale: vendette 4 milioni e mezzo di copie in tutto il mondo. La storia di Panagulis verrà raccontata dalla scrittrice nel romanzo Un uomo, pubblicato nel 1979.

Intervistò personalità della politica, protagonisti dei fatti di cronaca e dei temi contemporanei più rilevanti. La più celebre è quella a l'ayatollah Khomeini, che non andò nel migliore dei modi: durante l'intervista gli rivolse domande dirette, lo apostrofò come tiranno e si tolse il chador che era stata costretta a indossare. Lui abbandona l'intervista per poi concluderla il giorno dopo. Tornerà in Iran durante la crisi degli ostaggi (a cavallo tra 1979 e 1980) per provare a intervistare Bani Sadr. Dopo che le fu impedito di uscire dall'albergo di Basiji, non riuscendo a contattare l'ambasciatore, chiamò Ingrid Bergman che a sua volta avvertì il presidente della Repubblica Sandro Pertini. Il presidente Pertini riuscì a contattare l'ambasciata e Oriana fu liberata.

Nel 1990 pubblica il romanzo Insciallah, ambientato ai tempi della guerra civile in Libano negli anni '80 e durante l'intervento delle forze internazionali, a cui partecipò anche l'Italia. Dal ministro della Difesa Spadolini ottenne il permesso di essere accreditata presso il contingente italiano. Dopo l'uscita del romanzo si ritira a New York in un villino a due piani sulla 61esima strada, nell'Upper East Side di Manhattan. All'inizio degli anni '90, scoprì di avere un cancro ai polmoni e attribuì la maggior responsabilità all'aver respirato il petrolio incendiato da Suddam Hussein in Kuwait, dove si trovava per seguire la guerra del golfo nel 1991. 

A New York incominciò a scrivere un romanzo, che venne interrotto dall'attentato delle Torri Gemelle l'11 settembre 2001. Morì a Firenze all'età di 77 anni dopo il peggioramento delle condizioni di salute dovute alla grave malattia ai polmoni. Lasciò Manhattan solo poche settimane prima, per trascorrere gli ultimi giorni di vita nel luogo dove era nata. Per permetterle di ritornare in Italia in modo riservato, Silvio Berlusconi le mise a disposizione un aereo privato. La scrittrice fu ricoverata nella clinica Santa Chiara, dove si spense.

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