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Primo Maggio in Umbria, i sindacati scelgono la piazza di Orvieto per la mobilitazione: "Vogliamo un lavoro più sicuro"

Catia Turrioni

01 Maggio 2025, 08:07

Primo Maggio

Primo Maggio in piazza

Cgil, Cisl e Uil hanno scelto Orvieto per la grande manifestazione regionale del Primo Maggio. Tutti insieme questa mattina alle 10 in Piazza della Repubblica per dire basta alle morti bianche. Tra comizi, slogan e musica.


“Il diritto e la tutela del lavoro sono i pilastri della nostra Costituzione - dice Maria Rita Paggio, segretaria generale della Cgil Umbria - ma purtroppo in Italia come nella nostra regione aumentano gli infortuni e le malattie professionali. E’ inaccettabile che ogni giorno si contino vittime del lavoro, per questo abbiamo voluto dedicare il Primo Maggio al tema della salute e della sicurezza. Abbiamo presentato unitariamente - Cgil, Cisl e Uil - alla Regione una nostra piattaforma proprio sui temi della salute e della sicurezza e nei giorni scorsi c’è stata una convocazione del tavolo con impegni importanti che sono stati assunti dalla nuova giunta. Dobbiamo essere pressanti sia con le istituzioni che con le parti datoriali, perché il lavoro in Umbria cresce ma è lavoro precario che spesso dietro nasconde un gioco di appalti e subappalti. La nostra mobilitazione è per un lavoro sicuro, dignitoso e libero”. Angelo Manzotti, appena riconfermato al vertice della segreteria della Cisl Umbria, evidenzia come questa regione abbia il triste primato, in Italia, per incidenza di infortuni, malattie professionali e morti bianche.


“Il tavolo regionale che si è insediato lunedì scorso - spiega - ha l’obiettivo di sensibilizzare sul tema della sicurezza. Vogliamo dire basta a un modello di globalizzazione che spinge sul capitale mortificando il vero valore del lavoro e del lavoratore. Non si può sacrificare la sicurezza per la produttività. Tra i nostri obiettivi anche quello di coinvolgere in corsi sulla sicurezza e nella formazione gli stessi imprenditori”. Parla di un Primo Maggio all’insegna della mobilitazione anche Maurizio Molinari, segretario generale Uil Umbria: “L’auspicio - dice - è che questa giornata serva finalmente per affrontare e risolvere il tema della sicurezza sul lavoro. Nel 2025 sono già 101 le vittime sul lavoro, l’Umbria registra dati allarmanti sia sulle morti che sugli infortuni. Dobbiamo lavorare tutti ad un profondo cambio di paradigma. La sicurezza non è solo una questione di soldi. Senza personale e controlli, d’altronde, le norme restano sulla carta. Il problema sono gli appalti al massimo ribasso, la logica del profitto a tutti i costi non può essere la soluzione. Sfruttiamo questo Primo maggio per lavorare sulla necessaria sensibilità sui temi del lavoro, impegnandoci affinché tale sensibilità pervada tutta la società. Il lavoro povero e il lavoro fantasma si sconfiggono anche in questo modo, con un grande gioco di squadra nel quale noi organizzazioni sindacali ci mettiamo a disposizione. E’ opportuno ricordarcelo - aggiunge dunque Molinari - quando le piazze del Primo Maggio saranno piene e quando questo tema tornerà nelle ultime pagine della cronaca”.


Secondo i dati dell’Osservatorio sicurezza sul lavoro e ambiente Vega Engineering, aggiornati al 28 febbraio 2025, l’Umbria mantiene al momento un triste secondo posto in Italia per i casi di morte sul lavoro per regione: nei primi due mesi del 2025 sono già stati 5 morti su un totale di 373.057 occupati. L’analisi dell’Inail a livello nazionale evidenzia questa tendenza. “Rapportando il numero dei casi mortali in occasione di lavoro agli occupati Istat nei vari periodi - si legge nel report - si nota come l’incidenza passi da 0,36 decessi denunciati ogni 100 mila occupati Istat del febbraio 2019 a 0,40 del 2025 (+11,1%) e aumenti del +5,3% rispetto a febbraio 2024 (da 0,38 a 0,40). L’incidenza delle denunce di infortunio mortale in occasione di lavoro sul totale dei decessi denunciati è passata dal 67,8% del 2019 al 72,9% del 2025 (è stata del 77,1% nel 2024).


L’incremento ha riguardato la gestione Industria e servizi, che passa da 80 a 82 denunce mortali, e l’Agricoltura (da 10 a 14). Parità nel conto Stato (un caso in entrambi i bimestri).
Dall’analisi territoriale emergono incrementi nel Nord-Ovest (da 27 a 28 denunce), nel Nord-Est (da 20 a 21), al Centro (da 17 a 21) e al Sud (da 19 a 24), e un calo nelle Isole (da 8 a 3). Tra le regioni con i maggiori aumenti si segnalano il Veneto (+6), l’Umbria (+4), la Basilicata e la Puglia (+3 casi entrambe), mentre per i cali più evidenti la Sicilia (-4) e il Friuli Venezia Giulia (-2).

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