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L'indagine

Umbria, ancora giù le imprese: in un anno sparite 670 aziende. Il presidente della Camera di commercio, Mencaroni: "Manca struttura solida"

Catia Turrioni

30 Aprile 2025, 13:17

Chiudono le attività commerciali

Chiudono le attività commerciali

L’Umbria chiude il primo trimestre 2025 con un saldo negativo di 211 imprese, distribuite in modo identico tra le due province: -162 a Perugia, -49 a Terni. Ma il dato più allarmante arriva dal confronto annuale: rispetto allo stesso periodo del 2024, il numero di imprese attive è sceso di 670 unità. In termini percentuali, è una flessione del -0,74%: la seconda peggiore d’Italia, peggio fa solo il Molise (-0,80%). La media nazionale, nello stesso arco di tempo, si ferma a -0,18%.

Il trimestre gennaio-marzo ha confermato il trend negativo, con un calo dello 0,23%, superiore di quasi cinque volte rispetto al dato medio nazionale (-0,05%). Nell’Italia delle imprese, solo Basilicata (-0,54%), Abruzzo (-0,43%) e Piemonte (-0,33%) registrano un peggioramento maggiore.

A calare sono soprattutto le ditte individuali (-0,28%), con un crollo marcato a Terni (-0,68%). In lieve tenuta invece Perugia (-0,05%). Le società di persone arretrano di uno 0,54%.

Le uniche a crescere, ma in continuità con un trend consolidato, sono le società di capitale: +0,54% rispetto al trimestre precedente (contro il +0,7% nazionale), con picchi a Terni (+0,88%).

Nonostante questa crescita, lo squilibrio resta evidente: le ditte individuali sono 33.761 in tutta la regione, 13.840 le società di persone, 25.460 le società di capitale

L’Umbria si inserisce in un contesto nazionale polarizzato: Il trimestre si chiude con -3.061 imprese attive in Italia, ma con segnali di tenuta in alcune aree. Il Lazio, ad esempio, cresce di 1.657 imprese (+0,28%), unico segno più tra le regioni italiane.

Il Centro Italia nel complesso tiene (+422), ma Umbria e Marche (-0,30%) restano in difficoltà. 

“I dati non sono certo buoni e non possiamo più far finta che sia colpa della congiuntura - evidenzia Giorgio Mencaroni, presidente della Camera di commercio dell'Umbria -  La nostra struttura economica è ancora troppo legata a micro-imprese, spesso individuali, fragili e poco capaci di competere in un’economia globalizzata. Il saldo negativo riflette un problema di fondo: manca l’ossatura imprenditoriale solida su cui costruire sviluppo e innovazione. Il rafforzamento delle società di capitale è un processo in atto da anni, ma non basta. L’Umbria deve puntare con decisione su formazione, digitalizzazione, attrazione di investimenti e giovani talenti, transizione green. Altrimenti continueremo a galleggiare in acque stagnanti”.

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