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Cronaca

Perugia, il carburante costa 42 mila euro a un carabiniere. Quasi 26 mila litri di benzina e diesel non hanno rifornito i mezzi dei militari

Il brigadiere dovrà risarcire la somma al ministro della Difesa: la condanna della Corte dei Conti

Gabriele Burini

11 Dicembre 2024, 08:00

corte dei conti

La Corte dei Conti ha condannato il militare a pagare 42 mila euro

Quasi 26 mila litri di carburante acquistati attraverso dei buoni che non sono mai finiti nei serbatoi dei mezzi della compagnia dei carabinieri di Perugia e dei reparti dipendenti. Un danno erariale quantificato in 42.197,88 euro che adesso, il carabiniere che dal 2006 al 2020 ha ricoperto l’incarico di brigadiere capo dell’Arma in servizio presso la compagnia di Perugia con funzione di agente contabile come capo deposito carburanti, dovrà risarcire al ministero della Difesa.
E’ questa la condanna che la sezione giurisdizionale della Corte dei Conti ha emesso nei confronti del militare responsabile, secondo l’accusa, di un danno erariale pari a 201.779,89 euro “in ragione della grave e sistematica incuria con cui ha gestito la contabilizzazione delle cedole carburanti negli anni dal 2006 al 2020, causando così un danno patrimoniale emergente per ammanchi di titoli di acquisto di gasolio e benzina rispetto alle giacenze contabili pari a 51.542,62 euro; un danno da disservizio quantificato in 41.876,23 euro per i maggiori costi sostenuti” dall’Arma per ristabilire il corretto andamento del servizio, e “un danno da interruzione del nesso sinallagmatico del contratto lavorativo pari a 108.361,04 euro”, si legge nella sentenza.

L’allora brigadiere capo, difeso dall’avvocato Chiara Arcangeli, è stato condannato a risarcire solo una parte della richiesta – poco più di 42 mila euro – relativi all’ammanco “delle cedule carburanti prese in carico, non scaricate per il rifornimento degli automezzi dell’Arma e non reperite nelle rimanenze fisiche passate in consegna dal brigadiere al suo successore”. Dalla relazione della Commissione d’inchiesta amministrativa istituita dal Comando legione carabinieri emerge che la ricostruzione dell’ammanco è stata effettuata con due modalità differenti. Dal 2010 al 2020, “la verifica è stata basata sull’individuazione dei numeri di serie dei buoni benzina forniti dalle casse petrolifere, sul tracciamento di quelli scaricati contabilmente sia a seguito dell’utilizzo in sede di Compagnia, sia per la distribuzione ai reparti dipendenti”. La Commissione d’inchiesta ha quindi riscontrato la differenza negativa di quasi 13 mila litri di gasolio, di valore pari a 20.809,26 euro, e altrettanti litri di benzina, pari a 21.388,62 euro, “che deriva dai 19 buoni carburante esitati dalle compagnie petrolifere a debito dell’Arma (poiché utilizzati o scaduti e non restituiti), ma non scaricati contabilmente per i rifornimenti dei mezzi della compagnia di Perugia e dei reparti dipendenti”. L’ammanco in questione è “comprovato e quantificato”, a differenza di quello per gli anni dal 2006 al 2010, poiché “non sono rilevabili le movimentazioni effettuate verso i reparti minori”. Cadute invece le altre accuse.

Le indagini della Procura regionale erano partite a seguito di una denuncia di danno presentata il 13 agosto 2020 dal Comando legione carabinieri Umbria, a cui ha fatto seguito la trasmissione il 6 giugno 2022 da parte della Procura militare della Repubblica presso il Tribunale militare di Roma degli atti relativi al procedimento penale per peculato militare continuato ed aggravato, nonché l'acquisizione della relazione del 30 giugno 2022 della Commissione di inchiesta amministrativa istituita dal Comando Legione Carabinieri, ed infine il rapporto presentato dal Nucleo di polizia economico finanziaria della Guardia di finanza di Perugia del 19 ottobre 2023. Il brigadiere è stato capo deposito carburanti della compagnia perugina dal 10 aprile 2006 al 9 marzo 2020 quando è stato trasferito. I militari designati a subentrare hanno verificato la contabilità dei materiali e solo a quel punto sono emerse rilevanti differenze di buoni carburante presi in carico nel tempo, non utilizzati per i rifornimenti dei mezzi in uscita e non reperiti all’atto del passaggio di consegne per migliaia di litri.

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