Cronaca
In 30 sono stati condannati per il processo Quarto passo
Trenta condannati per un totale di circa 277 anni di pena per la gestione di attività economiche, estorsione, usura, bancarotta fraudolenta e traffico di sostanze stupefacenti: la sentenza in primo grado del processo Quarto passo segna una svolta storica nella lotta alla mafia in Umbria, certificandone la presenza a Perugia.
I giudici del tribunale di Perugia, nel tardo pomeriggio di mercoledì, hanno condannato 30 dei 51 imputati mentre il pm Gemma Miliani (nella foto in basso) aveva avanzato richieste di condanna per 49 imputati, chiedendo l’assoluzione per altri tre. Ad essere condannati, come si legge nel dispositivo della sentenza, sono stati Salvatore Facente (13 anni e 5 mesi), Cataldo Ceravolo (28 anni e 8 mesi), Mario Campiso (14 anni e 5 mesi), Cataldino Campiso (14 anni e 8 mesi), Antonio Lombardo (13 anni e 10 mesi), Luigi Orlando (12 anni), Cataldo De Dio (27 anni), Natalino Paletta (15 anni), Nicodemo Blefari (10 anni e 2 mesi), Rosario Petrozza (6 anni e 8 mesi), Rocco Vincenzo Cataldi (11 anni e 9 mesi), Silvia Blefari (7 anni e 7 mesi), Ashraf Abballa Abdelsamad Soliman detto Stefano (6 anni), Luigi Marino (10 anni), Giuseppe Gentile (6 anni e 8 mesi), Angelo Maese (6 anni e 1 mese), Gennaro Cavallo (7 anni e 6 mesi), Immacolata Pariota detta Imma (4 anni), Vincenzo Martino detto Mario (12 anni e 4 mesi), Francesco Manica (4 anni), Ervis Lyte (6 anni e 6 mesi), Leonart Istrefi (7 anni), Simone Verducci (8 anni e 5 mesi), Francesco Pellegrino detto Raffaele (8 anni), Natale Murgi (5 anni), Vincenzo Brunetti (3 anni), Teresa Pignola (5 anni), Larisa Vetrescu (4 anni), Lenoard Vetrescu (4 anni) ed Endrit Celanji (7 anni). A molti dei condannati è stato riconosciuto anche il 416 bis, ovvero l’associazione di stampo mafioso, e dovranno provvedere al pagamento, a titolo di provvisionale, di 170 mila euro in favore di coloro che si sono costituiti parte civile nel processo, tra cui il Comune di Perugia, la Regione Umbria, la Cgil e varie associazioni contro le mafie.
Assolti, invece, Carmine Saullo, Mohamed Abballa Abdelsamad Soliman detto Massimo, Mauro Piergiovanni, Letizia Gennari, Ardit Mici, Toni Dedej, Christian Fioretti, Saverio Caputo, Cataldo Iuele, Francesco Manfredi, Indrit Disha, Daniele Crugliano, Gennaro Crugliano, Salvatore Ferrazzo, Mario Ferrazzo, Nicodemo Calabretta, Lulzim Resuli, Adelusa Ichim, Indrit Disha detto Landi, Arber Stafa detto Fabio. Dichiarato infine il non luogo a procedere nei confronti di Michele Liotti per la morte dell’imputato.
La sentenza “ha disarticolato un organismo delinquenziale ripristinando l’ordine pubblico violato ed assicurando la tranquillità sociale dei cittadini di Perugia e di quelli appartenenti alla comunità umbra”, ha detto all’Ansa l’avvocato Nicola Di Mario che ha rappresentato come parte civile Regione Umbria e Comune di Perugia. “A questo epilogo decisorio si è pervenuti in esito alla scrupolosa attività di indagine svolta dalla Procura della Repubblica di Perugia, al determinante contributo offerto dal pubblico ministero Gemma Miliani nella fase dibattimentale di formazione della prova e al qualificato supporto operativo garantito dalla Sezione anticrimine del Ros carabinieri”. Parla di “giornata significativa per l’Umbria” l’associazione Libera: “Come cittadini e cittadine abbiamo il dovere di difendere la legalità e il diritto di vivere democraticamente in una terra che assicura i principi della giustizia sociale. Riconoscere che non siamo esenti da infiltrazioni mafiose ci permette di aprire gli occhi e prendere coscienza di un problema di cui tutti e tutte dobbiamo farci carico, perché la presenza delle mafie ci toglie la possibilità di vivere democraticamente”.
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