Attualità
"Mi mancano i libri che avrebbe scritto, così divertenti e così profondi", il rimpianto per le storie mai raccontate si fa largo tra i ricordi di "quell'amico più grande, esperto e saggio", così l'attore Luca Zingaretti definisce lo scrittore Camilleri in occasione del centesimo anniversario dalla sua nascita. Parole che riecheggiano nell'aria di una giornata dedicata allo scrittore che ha dato vita a "quel mio vecchio amico di Vigata", ricorda Zingaretti riferendosi al rapporto simbiotico con il Commissario Montalbano. Un'amicizia che trascende il ruolo simbiotico con il personaggio e che si estende alla memoria di una grande "voce civile", ha aggiunto l'attore parlando di Camilleri. "Andrea era uno di quei pochi intellettuali autorevoli a cui si guardava quando c'era bisogno di una direzione, di un suggerimento - riporta Italpress citando Zingaretti .- Quando, raramente, si esprimeva su qualcosa faceva il punto nave sull'argomento e rimetteva le cose in ordine". Questa capacità di analisi lucida e di impegno civile è stata una costante nella vita di Camilleri, che non ha mai esitato a prendere posizione su questioni sociali e politiche. In un'intervista al Corriere della Sera del 2017, Camilleri definiva il suo ruolo di intellettuale come quello di chi "deve disturbare, provocare, far riflettere", una missione che anche Zingaretti ha interiorizzato e ammirato profondamente.
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Ma soprattutto "mi manca l'amico. Quello da vedere o a cui telefonare, magari raramente, ma di cui hai bisogno quando cerchi un consiglio o un conforto", Zingaretti descrive Camilleri come un uomo "buono, capace di ascoltare, e giusto. Quegli amici più grandi, più esperti e più saggi che illuminano il cammino", ha aggiunto. Parole che trovano ancora un'eco anche nelle numerose interviste, in particolare una di Repubblica risalente al 2019 - poco dopo la sua scomparsa - quando raccontò di come lo scrittore fosse per lui "un faro, una guida" capace di offrire consigli illuminati.
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Il legame tra Camilleri e Zingaretti nasce con la trasposizione televisiva del Commissario Montalbano, iniziata nel 1999 e divenuta un fenomeno culturale globale. La serie, prodotta da Rai Fiction e Palomar, ha portato le storie di Vigata nelle case di milioni di spettatori, grazie anche alla straordinaria sintonia tra lo scrittore e l'attore. Camilleri apprezzava l’interpretazione di Zingaretti, definendolo "il Montalbano che avevo in mente", aveva dichiarato a Tv, Sorrisi e Canzoni. Questa sintonia non era solo professionale: i due condividevano una visione comune, fatta di ironia, attenzione ai dettagli e amore per la Sicilia. Zingaretti, dal canto suo, ha sempre riconosciuto il ruolo fondamentale di Camilleri nel suo percorso artistico. In un'intervista al Messaggero, l'attore ha raccontato di come il confronto con lo scrittore fosse costante durante le riprese della serie: "Andrea era sempre disponibile, ci consigliava, ci correggeva con garbo. Era un dialogo continuo, e ogni suo suggerimento era una lezione". Questo dialogo si è protratto fino agli ultimi anni di vita di Camilleri, nonostante la progressiva perdita della vista dello scrittore, che non gli impediva di seguire con attenzione il lavoro sul set.
Zingaretti ha sottolineato come Camilleri sia "un autore ancora da scoprire pienamente", da qui l'invito a rileggere le sue opere con occhi nuovi è condiviso da critici e studiosi. "La sua scrittura è un ponte tra tradizione e modernità" - scrive il critico letterario Antonio Di Grado .- e il suo Montalbano è molto più di un detective: è un simbolo dell'umanità che resiste". "Buon compleanno, Andrea caro! Qui ti si continua a volere un gran bene", aggiunge Zingaretti terminando in un saluto che suona come una promessa di mantenere viva la memoria di uno amico e scrittore straordinario.
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