LA SCOMPARSA
Grande dolore in Umbria per la morte di Giorgio Armani, che proprio con Perugia, prima di diventare il re della moda internazionale, ebbe un profondo legame. Fu proprio nel capoluogo umbro infatti che mosse i primi passi da stilista, lavorando e collaborando con Umberto Ginocchietti. Non fu l’unico questo l’unico rapporto che Giorgio Armani ebbe con l’Umbria. Fu lui infatti a decretare, per un quarto di secolo, la fortuna di Icap (Industria confezioni Antonio Ciai) e poi però, quando decise di spostare la linea di produzione altrove, anche il fallimento e la fine.
Nelle ultime ore anche il procuratore della Repubblica di Perugia, Raffaele Cantone, parlando con l’Ansa ha espresso “dispiacere” per la sua morte. Cantone ha ricordato di una cena a cui partecipò, da presidente dell’Anac, alla Casa Bianca insieme allo stilista, e, tra gli altri, l’allora premier Matteo Renzi. “Di lui - ha detto - ricordo soprattutto il grande stile e la grande umiltà”. Cantone ha aggiunto che “tutti negli Stati Uniti sapevano chi fosse”.
Armani si è spento nella sua casa di Milano a 91 anni dopo avere mancato la sfilata di giugno a causa di una malattia non resa nota. Soprannominato Re Giorgio, guidava la sua azienda da oltre mezzo secolo. Giorgio Armani era nato a Piacenza l’11 luglio 1934, ma è milanese d’adozione. Dopo il liceo e un breve percorso universitario in medicina, iniziò la carriera nella moda alla Rinascente come commesso e vetrinista.
L’ingresso nello staff di Nino Cerruti gli permise di sviluppare la sua idea di stile e nel 1975 fondò la Giorgio Armani S.p.A. Da Milano parte un successo che avrebbe presto varcato i confini italiani. Partendo da una giacca sfoderata, un semplice paio di pantaloni e una palette urbana, Armani ha introdotto lo stile prêt-à-porter italiano sulla mappa della moda internazionale alla fine degli anni ’70, creando una silhouette rilassata immediatamente riconoscibile. La copertina del Time lo consacrò come uomo dell’anno nel 1982.
L’affermazione arrivò con il cinema: Richard Gere indossò i suoi abiti in American Gigolò e grazie al film, gli abiti iconici di Giorgio Armani sono diventati il simbolo del glamour Made in Italy. Da allora il marchio si è espanso in tutto il mondo, con linee dedicate a uomo, donna, giovani e bambini, oltre a profumi, accessori, arredi e hotel di lusso.
Armani ha sempre difeso l’indipendenza della sua azienda, rifiutando di cedere a grandi gruppi del settore. Nel corso della sua carriera ha ricevuto premi e riconoscimenti internazionali, è stato protagonista di una retrospettiva al Guggenheim di New York e nel 2002 è stato nominato Ambasciatore di Buona Volontà dell’Onu per i rifugiati. Figura riservata e determinata, Armani ha guidato il suo impero fino all’ultimo, incarnando un modello di eleganza sobria e senza tempo.
*Iscrivendoti alla newsletter dichiari di aver letto e accettato le nostre Privacy Policy