Attualità
Sul fronte della "tutela delle produzioni agricole" queste specie "arrecano danni alle produzioni agricole regionali. Le grandi aziende vitivinicole - è scritto nell'atto - e olivicole, note a livello internazionale per le loro produzioni Docg, Doc e Igt e le produzioni minori, ma ugualmente importanti per l'economia regionale, subiscono ogni anno perdite di prodotto in particolare da parte dello storno. Per le uve, vengono segnalati danni, in continuo aumento, a partire dai primi di luglio (vigneti a uve precoci) fino alla metà di ottobre. Analogamente per le produzioni olivicole i fenomeni di danneggiamento si protraggono da agosto a tutto dicembre. Per quanto riguarda i Columbidi, le maggiori criticità si riscontrano nelle coltivazioni di girasole, mais e legumi, ma meritano attenzione anche situazioni in cui, a fronte di un esiguo numero di segnalazioni e di superficie coinvolta, è potenzialmente elevata l’entità del danneggiamento in ragione del prezzo del prodotto, della concentrazione spaziale dello stesso (stoccaggio mangimi) e della possibilità di danni indiretti (contaminazioni da fecalizzazione) o danni a strutture.
Non ci sono solo i problemi all'agricoltura. Come detto c’è un rischio sanitario. Vengono evidenziate, nell'istruttoria della delibera, "criticità nelle aree urbane e nei luoghi di lavoro: piccioni e storni causano problemi igienico-sanitari dovuti all'accumulo di deiezioni che richiedono interventi di pulizia straordinaria da parte delle amministrazioni locali". La scelta di sparare è stata presa "in assenza di alternative soddisfacenti: gli strumenti di dissuasione negli anni non sono risultati efficaci, soprattutto in ambito agricolo" rileva Palazzo Donini.
Lo stato di conservazione delle specie è considerato "favorevole". I dati ufficiali della European red list of birds 2021 confermano che lo storno e la tortora dal collare sono classificate come Least concern (Lc) con popolazioni rispettivamente "stabili e in incremento". Sulla base del "Monitoraggio degli uccelli nidificanti in Umbria (2001-2024) - Aggiornamento degli andamenti delle specie comuni e degli indicatori dello stato di conservazione dell'avifauna" storno e piccione domestico "risultano stabili, mentre la tortora dal collare è in forte aumento".
L'attività venatoria è consentita in modalità "da appostamento, nelle immediate vicinanze della coltura passibile di danneggiamento (massimo 100 m di distanza dal margine della coltura interessata) con utilizzo sinergico di metodi ecologici di prevenzione, esclusivamente con 'frutto pendente' o a ridosso della semina. È consentito l’utilizzo del fucile con canna ad anima liscia come previsto dall’articolo 13 della legge 157/92 e simili nel rispetto di quanto ripetutamente suggerito dall'Ispra si auspica l'utilizzo di munizionamenti non contenenti piombo, al fine di ridurre efficacemente il rischio di saturnismo". Sono abilitati "esclusivamente i cacciatori muniti di tesserino venatorio digitale per la rendicontazione in tempo reale dei capi abbattuti". Quando si spara? Nelle giornate in cui è consentita la caccia alla migratoria. Ossia, per lo storno: dal 15 ottobre 2025 al 15 dicembre 2025, per la tortora dal collare dal 15 ottobre 2025 al 31 gennaio 2026 e per il colombo di città: dal 15 ottobre 2025 al 31 gennaio 2026. Interessato tutto il territorio a caccia programmata ad esclusione delle Zone di protezione speciale (Zps). Il carniere varia a seconda delle specie.
Per lo storno il limite giornaliero di 5 capi per ogni cacciatore. Il limite complessivo è pari a 2.500 capi. Cinque capi a testa anche per tortora dal collare e piccione, anche per la prima il tetto complessi è di 1.500 esemplari e per il secondo di 2.500.
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