Il caso
Taglio dei docenti per colpa della denatalità
A settembre in cattedra ci saranno 87 docenti in meno. “E’ il prezzo della denatalità - dice Patrizia Basili, coordinatrice provinciale Gilda insegnanti e nella direzione nazionale del sindacato - ma in questo modo, con la Legge di bilancio vengono disattesi anche gli impegni presi con il Pnrr per la riduzione del numero di alunni per classe”. I numeri per l’anno scolastico 2025-2026 sono stati ufficializzati ieri dall’Ufficio scolastico regionale. Gli studenti iscritti sono 105.204, esattamente 2.492 in meno rispetto all’anno scolastico precedente.
L’effetto del calo demografico aveva già raggiunto la scuola dell’infanzia e primaria, ora si riversa anche nella secondaria di primo grado (le scuole medie) e comincia a sfiorare anche le superiori. Il calo interessa in maniera più marcata la provincia di Perugia che perde 2.111 alunni. Entrando nello specifico, le iscrizioni nella scuola dell’infanzia sono 13.613, nella primaria 30.326, nella secondaria di primo grado 21.750 e 39.515 nella secondaria de secondo grado. Secondo l’informativa data dall’Ufficio scolastico regionale, dunque, le classi attivate saranno 5.512, 47 in meno rispetto all’anno precedente. A questo quadro, inoltre, si contrappone il dato relativo all’aumento esponenziale degli studenti con disabilità che da 5.001 arrivano a 5.302. Ma i posti di sostegno in più sono solo 28.
“La Legge di bilancio - spiega Basili - aveva già previsto per quest’anno un taglio del numero dei docenti in organico di diritto, pari a 87 per l’Umbria, deludendo le aspettative per cui a fronte del calo demografico si sarebbe potuto ridurre il numero degli alunni per classe. Purtroppo, la diminuzione del contingente dei posti, unita alle molteplici esigenze (come salvaguardare l’attivazione di classi nelle zone decentrate oppure salvare gli indirizzi negli istituti con calo di iscrizioni o ancora rispettare i parametri nelle classi con alunni con disabilità), ha comportato che le classi iniziali dei licei e dei grandi istituti continuino ad essere in alcuni casi molto numerose”. Sulla base dell’organico che tiene conto sia dei tagli che dei pensionamenti dal primo settembre (381 le richieste dal personale docente), il 23 maggio dovrebbero essere pubblicati i trasferimenti e i passaggi dei docenti che hanno presentato domanda di mobilità. Solo dopo questa fase sarà possibile quantificare i posti per le immissioni in ruolo, che sono attesissime nel mese di luglio, sulle quali tuttavia grava anche qualche altra incertezza per la pendenza di alcuni contenziosi che potrebbero interferire con le nomine di ruolo. “Dal 2020 fino a quest’anno - evidenzia Basili - il contingente dell’organico era rimasto invariato, anche a fronte del calo demografico consentendo un certo margine per formare classi meno numerose. Quest’anno alcune classi molto numerose non si sono potute evitare, di contro - però - il Ministero ha autorizzato deroghe ai numeri minimi per incentivare le classi iniziali dei nuovi percorsi quadriennali della filiera tecnico-professionale e per il Liceo del Made in Italy. Il che significa che questi percorsi - 4 classi della sperimentazione quadriennale in provincia di Perugia e uno del Liceo Made in Italy - verranno attivati anche con poche iscrizioni, a spese tuttavia dell’organico di tutte le altre classi”.
Intanto, in vista della prossima Conferenza Unificata Stato-Regioni-Comuni convocata per domani, l’assessore regionale all’Istruzione, Fabio Barcaioli, esprime forte preoccupazione per la proposta ministeriale relativa alla distribuzione delle autonomie scolastiche a partire dall’anno scolastico 2026/2027. Nonostante la riduzione del taglio complessivo delle autonomie scolastiche a livello nazionale, sceso da 167 a 80 in meno rispetto al precedente decreto del ministero dell’Istruzione e del Merito, l’Umbria resta immobile. La proposta conferma infatti per la regione le stesse 130 autonomie scolastiche previste in precedenza, senza alcun incremento, a differenza di quanto è avvenuto in altre regioni con parametri simili. Inoltre comporterebbe il dimensionamento di 4 autonomie scolastiche entro il 31 dicembre.
“È inaccettabile che l’Umbria sia l’unica regione a non beneficiare di alcun adeguamento, mentre Liguria, Abruzzo e Friuli Venezia Giulia, che presentano numeri analoghi, vedono riconosciute due autonomie in più - spiega l’assessore Barcaioli - Il nostro sistema scolastico non può continuare a essere trattato come marginale”.
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