Attualità
In dieci anni l'Umbria ha perso 40 mila residenti
L’Umbria in 10 anni perde 40 mila residenti e fa un salto indietro nel tempo di 20 anni ritrovandosi ai livelli del 2005. Al primo gennaio 2025, secondo i dati pubblicati nei giorni scorsi dall’Istat relativi al bilancio demografico per l’anno 2024, la popolazione che vive nel cuore verde ammonta a 851.954 unità. Quindi meno di 860 mila, proprio come nel 2005. L’ultima volta che si era scesi sotto questa cifra l’Italia non aveva ancora vinto il suo quarto mondiale di calcio, Valentino Rossi si portava a casa il settimo titolo nel motomondiale, Carlo Azeglio Ciampi era presidente della Repubblica mentre il consiglio dei ministri veniva guidato da Silvio Berlusconi. Sembra ieri, è passata una vita. Tornando ai dati resi noti dall’istituto di statistica, emerge che degli oltre 851 mila residenti in Umbria, 90.587 hanno la cittadinanza straniera, pari al 10,6% del totale, a fronte dell’11,3 nel Centro Italia e del 9,2 a livello nazionale. Se si prendono in considerazione i numeri del 2024, il calo dei residenti si attesta a 1.114 (-1,3‰), superiore sia alla media nazionale che a quella del Centro Italia, ma inferiore rispetto al trend che ha interessato il cuore verde nell’ultimo decennio, quando l’Umbria ha perso in media il 4,1‰ della popolazione ogni anno.
“L’evoluzione demografica della popolazione umbra dal 2001 al 2025 mostra due fasi distinte - spiega Giuseppe Coco in uno studio realizzato per l’Agenzia Umbria Ricerche - Una crescita costante fino al 2013, seguita da una contrazione persistente. Il massimo storico è stato toccato nel 2013 con 892.742 residenti. Da quel momento in poi la curva si è invertita”. Negli ultimi dieci anni, in particolare, l’Umbria ha perso 40 mila residenti, pari a tutto il Comune di Città di Castello e a quello di Pietralunga. “A diminuire sono stati soprattutto i bambini e le persone in età attiva, mentre la componente anziana ha continuato a crescere, rafforzando la tendenza all’invecchiamento strutturale - va avanti Coco - Nel 2024, gli over 65 rappresentano il 27% della popolazione umbra, contro il 23% del 2004. La popolazione tra i 15 e i 64 anni è scesa di quasi tre punti percentuali, mentre quella tra 0 e 14 anni ha perso un punto secco. Il declino ha raggiunto il suo picco nel 2022, con una riduzione della popolazione pari a -7,7‰”, mentre tra il 2023 e il 2025 la popolazione si è ridotta di circa 4.450 unità, con tassi annui inferiori rispetto al picco negativo del 2022. “Il fenomeno potrebbe suggerire un primo accenno a una nuova fase, ma non ancora una vera inversione di tendenza”, spiega sempre lo studio realizzato dall’Aur.
Quel che è certo, però, è che il tasso di natalità è al minimo storico: “Nel 2024 sono stati registrati 4.725 nati, in calo dello 0,9% rispetto all’anno precedente (-41 unità). Il tasso scende ulteriormente al 5,5‰, mentre il tasso di fecondità totale si ferma a 1,11 figli per donna, valore nettamente inferiore alla soglia di sostituzione demografica (2,1)”, spiega l’Istat. Nel 2008, anno da record prima che la curva iniziasse una discesa lunga e - apparentemente - senza fine, i nuovi nati erano stati 8.271. Stabile rispetto agli ultimi anni, invece, il tasso di mortalità (12,4% contro il 12,6 del 2023), con il picco che era stato registrato nel periodo della pandemia. Nel 2024, infatti, il saldo naturale della popolazione umbra si attesta a -5.834 unità, in miglioramento rispetto al 2023 (-6.044), grazie alla riduzione dei decessi, passati da 10.810 a 10.559 (-2,3%). “Il processo di invecchiamento è il fattore strutturale che alimenta la crescita della mortalità e aggrava il saldo naturale negativo - evidenzia Coco - La struttura per età della popolazione umbra mostra un progressivo sbilanciamento verso le classi più anziane. Fino al 2011 i decessi si attestavano sotto le 10.000 unità. Da allora si osserva un progressivo incremento, con punte superiori alle 11.000 annue nel triennio 2020-2022. Negli ultimi due anni il dato si è leggermente riassestato, ma senza tornare ai livelli pre-2012”. A non far deragliare definitivamente l’Umbria, a livello di residenti, ci hanno pensato gli immigrati, sia dall’estero che da altre parti d’Italia: il saldo con chi arriva da oltreconfine “si conferma positivo (+4.088 residenti)”, così come quello interno che torna a crescere “(+632 residenti)”, segnando un cambiamento rispetto al 2023, quando la regione aveva perso popolazione (-405) a favore di altre aree del Paese”, dicono i numeri dell’Istat. “Nel complesso, il saldo migratorio totale ammonta a +4.720 unità, in aumento rispetto al 2023 (+3.869). Tali flussi migratori rivestono un ruolo sempre più rilevante nel contenere il calo demografico determinato da una dinamica naturale strutturalmente negativa, soprattutto alla luce del fatto che le politiche per la natalità necessitano di tempi lunghi per produrre effetti concreti sul piano sociale ed economico”.
“Nel corso di poco più di vent’anni, la demografia umbra ha subito una trasformazione profonda - conclude lo studio dell’Aur - La riduzione della popolazione, il calo delle nascite e l’aggravarsi del saldo naturale negativo delineano una traiettoria chiara, che fra l’altro non dà segnali significativi di inversione. In questo quadro, le migrazioni rappresentano l’unico fattore in grado di rallentare il processo, senza tuttavia arginarlo. La fotografia che emerge è quella di una regione sempre meno in equilibrio, che deve fare i conti con una popolazione che invecchia, si restringe e cambia lentamente composizione”.
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