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Addio a Papa Francesco, infiniti i messaggi di cordoglio dall'Umbria: tutte le reazioni

Andrea Pescari

21 Aprile 2025, 13:06

Addio a Papa Francesco, infiniti i messaggi di cordoglio dall'Umbria: tutte le reazioni

Infiniti i messaggi di cordoglio per la morte di Papa Francesco, scomparso alle ore 7.35 di lunedì 21 aprile all'età di 88 anni. Oltre al presidente della Repubblica Sergio Mattarella e il presidente del consiglio Giorgia Meloni, anche dall'Umbria arrivano reazioni dal mondo della politica e non solo. 

Sergio Mattarella, presidente della Repubblica Italiana

"Ho appreso con grande dolore personale la notizia della morte di Papa Francesco, avvertendo il grave vuoto che si crea con il venire meno del punto di riferimento che per me ha sempre rappresentato. La morte di Papa Francesco suscita dolore e commozione tra gli italiani e in tutto il mondo. Il suo insegnamento ha richiamato al messaggio evangelico, alla solidarietà tra gli uomini, al dovere di vicinanza ai più deboli, alla cooperazione internazionale, alla pace nell’umanità. La riconoscenza nei suoi confronti va tradotta con la responsabilità di adoperarsi, come lui ha costantemente fatto, per questi obiettivi".

Giorgia Meloni, presidente del Consiglio dei Ministri

"Papa Francesco è tornato alla casa del Padre. Una notizia che ci addolora profondamente, perché ci lascia un grande uomo e un grande pastore. Ho avuto il privilegio di godere della sua amicizia, dei suoi consigli e dei suoi insegnamenti, che non sono mai venuti meno neanche nei momenti di prova e di sofferenza. Nelle meditazioni della Via Crucis, ci ha ricordato la potenza del dono, che fa rifiorire tutto ed è capace di riconciliare ciò che agli occhi dell’uomo è inconciliabile. E ha chiesto al mondo, ancora una volta, il coraggio di un cambio di rotta, per percorrere una strada che non distrugge, ma coltiva, ripara, custodisce. Cammineremo in questa direzione, per ricercare la strada della pace, perseguire il bene comune e costruire una società più giusta e più equa. Il suo magistero e la sua eredità non andranno perduti. Salutiamo il Santo Padre con il cuore colmo di tristezza, ma sappiamo che ora è nella pace del Signore".

Stefania Proietti, presidente Regione Umbria

“Oggi l’Umbria perde un amico, un fratello, un padre spirituale. Papa Francesco ha incarnato i valori di San Francesco d’Assisi: la pace, la fraternità, la cura del creato e l’amore per i poveri e gli ultimi. La sua guida ha illuminato il cammino di molti, ispirando una Chiesa sempre più vicina alle persone e alle loro sofferenze. Non trovo le parole per spiegare il dolore personale, la commozione e la mancanza, il senso di vuoto che provo in questo momento, e che provano tantissime cittadine e cittadini umbri. E’ enorme il senso di vuoto e sgomento, perché avevamo anche uno straordinario rapporto personale oltre che istituzionale, lo ho incontrato in tutte le visite che ha fatto ad Assisi, dalla prima visita nel 2013 in cui lo incontrai da volontaria, alle tante straordinarie visite in cui lo ho incontrato come Sindaca, ad Assisi e in Vaticano. Anche in tutte le sue lettere mi ha sempre spronato ad andare avanti nell’attività per il bene comune della terra di San Francesco e per la promozione dei suoi valori, primo tra tutti la pace, nel mondo ed in particolare in quella Terra Santa per cui nel 2023 in occasione della mia visita a Betlemme dopo lo scoppio della guerra mi scriveva "Mentre il sogno di costruire insieme la giustizia e la pace sembra un'utopia, le sue parole offrono speranza. Sono commosso per il Suo impegno in questo senso".
La Regione Umbria, in segno di rispetto e riconoscenza per il Santo Padre, ha deciso di far esporre le bandiere a mezz’asta in tutti gli edifici regionali, di sicuro saranno organizzati momenti di raccoglimento in tutte le principali città umbre. In questo momento di dolore, l’Umbria nella persona della Presidente, della Giunta e della regione tutta, si unisce al cordoglio della Chiesa, dei fedeli e del mondo intero, ricordando con singolare affetto e infinita gratitudine il pontificato straordinario di Papa Francesco. 

Conferenza episcopale umbra

I Vescovi umbri hanno appreso con tristezza la morte del Sommo Pontefice Francesco. Ricordano con immensa gratitudine gli anni di ministero petrino (2013-2025) nei quali ha servito il Vangelo e la Chiesa senza risparmiarsi, con dedizione e semplicità, con saggezza e prossimità, con misericordia e speranza. In modo particolare i Vescovi fanno grata memoria dell’ultima Visita ad limina Apostolorum con Papa Francesco nel marzo 2024: un incontro familiare, non formale, di condivisione su vari temi ecclesiali. E poi, le varie visite del Papa in Umbria: da quelle ufficiali ad Assisi e Santa Maria degli Angeli a quelle informali al monastero di Vallegloria a Spello e al Protomonastero di Assisi, senza dimenticare la vicinanza ai terremotati con la visita a S. Pellegrino di Norcia il 4 ottobre 2016. I Vescovi, infine, elevano preghiere al Signore misericordioso affinché, per l’intercessione dei Santi Benedetto da Norcia, Francesco e Chiara d’Assisi, Angela da Foligno e Rita da Cascia, e dei beati Carlo Acutis e madre Speranza, lo accolga nella Gerusalemme celeste.

Ivan Maffeis, arcivescovo di Perugia-Città della Pieve

"E’ rimasto al suo posto fino all’ultimo giorno. E’ rimasto al suo posto testimoniando la gioia del Vangelo e la vita di fraternità che ne sgorga. La sua parola, i suoi segni, la sua vicinanza ai poveri - fino alla visita ai carcerati di pochi giorni fa, Giovedì Santo - restano per tutti un forte richiamo: una Chiesa che sappia andare incontro ad ogni persona con la disponibilità ad accoglie sofferenze ed attese e a donare la speranza cristiana". Così l’arcivescovo di Perugia-Città della Pieve Ivan Maffeis nell’apprendere la notizia della morte di Papa Francesco, disponendo che alle ore 11 di oggi, Lunedì dell’Angelo, 21 aprile, le campane delle chiese dell’Arcidiocesi suonino a morto e domani, 22 aprile, vangano celebrate in tutte le parrocchie una S. Messa in suffragio del Papa. Lo stesso arcivescovo Maffeis, sempre domani 22 aprile, alle ore 18, presiederà la celebrazione eucaristica nella cattedrale di San Lorenzo a Perugia.

Vittoria Ferdinandi, sindaca di Perugia

"Oggi, con profondo dolore la città di Perugia si unisce al lutto del mondo intero per la scomparsa di Papa Francesco. Una figura che ha saputo incarnare i valori di giustizia, di fratellanza, rivolti alla promozione della pace e del bene, lasciando un'impronta indelebile nei cuori e nella vita di milioni di persone.
Con la scomparsa di Papa Francesco si spegne una luce di verità. Non è stato solo un leader spirituale, ma un autentico padre, capace di attraversare le anime con parole di giustizia e di esortazione verso il bene. La sua umiltà e il suo impegno per i più vulnerabili hanno ispirato un cambiamento profondo, invitandoci a costruire una società più giusta e solidale.
Ho amato la sua ostinazione nella difesa del creato. Con la sua enciclica "Laudato Si'", Papa Francesco ha richiamato la nostra attenzione sulla crisi ambientale, esortandoci a prenderci cura della Terra e a rispettare il nostro ambiente come un dono prezioso. Ha sempre sottolineato l'importanza di un approccio ecologico integrale, promuovendo la responsabilità collettiva nel proteggere il nostro pianeta per le generazioni future.
Papa Francesco ha sempre creduto nelle fedeltà all'uomo, sostenendo che il rispetto per la dignità umana è alla base di ogni convivenza pacifica. La sua ultima ammonizione risuona ancora con forza: "Faccio appello a tutti quanti nel mondo hanno responsabilità politiche a non cedere alla logica della paura che chiude, ma a usare le risorse a disposizione per aiutare i bisognosi, combattere la fame e favorire iniziative che promuovano lo sviluppo. Sono queste le 'armi' della pace: quelle che costruiscono il futuro, invece di seminare morte!" Le sue parole ci ricordano che la vera giustizia può essere raggiunta solo attraverso la comprensione reciproca e la solidarietà.
Il suo instancabile lavoro per la fratellanza e il dialogo tra culture e religioni diverse ha segnato un passo significativo verso la pace. La sua capacità di costruire ponti tra le comunità, spesso in conflitto, ha offerto un esempio luminoso di come il dialogo possa trasformare le divisioni in unità.
In questo momento di tristezza, desidero esprimere la mia vicinanza a tutta la comunità cattolica e a tutti coloro che hanno trovato in lui una guida e un modello da seguire. È fondamentale, ora più che mai, unirci in silenzio, riflettendo sul suo messaggio di speranza e di amore universale.
Rivolgiamo il nostro pensiero a Papa Francesco, onorando la sua memoria attraverso le azioni quotidiane, impegnandoci a portare avanti i suoi insegnamenti. La sua eredità vivrà in ciascuno di noi, spingendoci a lavorare per un mondo migliore, all'insegna della pace, della giustizia e della cura del creato".

Fra Marco Moroni, OFMConv, Custode del Sacro Convento

"I suoi gesti - ha sottolineato - sono stati esemplificazione del Vangelo e questo, a mio parere, è l’aspetto più importante. Ha messo al centro l'annuncio evangelico attraverso una testimonianza di fede, attraverso tanti segni, tanti gesti, tante parole che ci hanno richiamato al cuore dell’esperienza cristiana. Penso in particolare alle encicliche, alla Fratelli Tutti, firmata proprio qua sulla Tomba di San Francesco, penso alla Laudato si’, penso agli altri testi magisteriali forse meno famosi ma che davvero ci portano al cuore del Vangelo. Il suo nome, Francesco, è diventato così un segno molto forte che ce l'ha fatto sentire ancora più vicino".

Emanuele Prisco, sottosegretario al Ministero dell'Interno

"Esprimo un profondo cordoglio per la scomparsa di Papa Francesco. Il suo impegno per i più deboli, il suo instancabile richiamo alla fratellanza e al dialogo resteranno  un’eredità preziosa per l’umanità".

Erigo Pecci, sindaco di Bastia Umbra

"Anche Bastia si stringe nel cordoglio per la scomparsa di Papa Francesco. Un pontefice che ha fatto della semplicità e della vicinanza agli ultimi il fulcro della sua azione, vicino ai poveri e sempre rispettoso delle differenze.

Lo scorso 19 Settembre la nostra Città ha avuto il privilegio di essere ricevuta in Udienza Generale per la benedizione della statua del nostro Patrono, San Michele, un momento storico e pieno di emozione che probabilmente rimarrà sempre nei cuori di tutti i cittadini e le cittadine venuti insieme a noi per vedere il Pontefice.

In quell’occasione ho avuto l’onore di potermi avvicinare e stringergli la mano. Ricordo ancora le parole che mi rivolse in quell’istante e che porterò sempre con me.

Oggi Papa Francesco torna alla casa del Padre, ma lascia a tutti noi il compito di portare avanti il suo messaggio di pace, tolleranza e amore".

Andrea Sisti, sindaco di Spoleto

"Nei suoi 12 anni di pontificato Papa Francesco è stato un punto di riferimento non solo per i credenti, ma attraverso la sua saggezza, la sua umanità ed il suo buon senso è stato in grado di fornire alla Chiesa e alla società civile una visione del mondo fatta di dignità, solidarietà e misericordia. In questi tempi difficili il suo insegnamento continuerà a dare forza ai nostri cuori e alle nostre menti".

Guido Castelli, Commissario Straordinario ricostruzione sisma 2016

“La scomparsa di Papa Francesco segna un momento di profondo dolore per la Chiesa e per tutti coloro che hanno trovato nelle sue parole e nei suoi gesti una guida spirituale autentica. Per me e per tutta la comunità colpita dal sisma del 2016, il suo ricordo resta indissolubilmente legato alla vicinanza che non ha mai cessato di dimostrarci. Papa Francesco ci ha insegnato a guardare alle ferite del nostro tempo - come quelle lasciate dal terremoto - non solo come simboli di distruzione, ma anche come segni di una possibile rinascita. Le sue parole di conforto, pronunciate in uno dei momenti più difficili per l’Italia centrale, restano scolpite nella memoria collettiva delle nostre comunità. Il 24 novembre di due anni fa volle incontrarci nella Sala Clementina: in quell’abbraccio ai terremotati, c’era tutto lo spirito di un Pontefice che ha saputo mettere al centro i più fragili, donando speranza e forza anche dove sembravano venute meno. Ci lascia un’eredità preziosa: costruire senza mai perdere di vista la dignità della persona, il valore delle comunità, la responsabilità verso il Creato. Se vogliamo onorare la sua memoria, dobbiamo raccogliere questo testimone e continuare a edificare un futuro che abbia al centro l’uomo, la sua spiritualità e la sua capacità di prendersi cura degli altri. A Dio, Papa Francesco".

Anna Ascani, deputata e vicepresidente Camera (Pd)

"Dalla fine del mondo al Pontificato: Francesco, il Papa degli ultimi. Le ultime parole ieri ancora una volta di speranza e di fiducia. Continua a pregare per noi e per la tua Chiesa anche dalla casa del Padre. Riposa in Pace uomo Santo, portavoce e guida della povera gente".

Marco Squarta, parlamentare europeo (Fdi)

"Nel giorno in cui la vita vince la morte, se n’è andato un uomo di Dio.
Papa Francesco ci ha lasciati proprio nel Lunedì dell’Angelo, quel giorno in cui il cielo ricorda al mondo che l’amore non muore mai.
E forse non è un caso. Perché lui, quell’amore, l’ha incarnato ogni giorno.
Ha scelto di essere il Papa degli ultimi. Di parlare con gli occhi, con gli abbracci, con la verità scomoda del Vangelo vissuto.
Ci ha insegnato che Dio si trova tra i poveri, nei vicoli dimenticati, nei cuori spezzati.
Con le sue parole semplici ha guarito ferite profonde. Con la sua voce tremante ha gridato pace in un mondo sordo.
Con la sua umiltà ha ricordato a tutti noi che la grandezza non sta nei troni, ma nelle ginocchia piegate davanti al dolore dell’altro.
Oggi il mondo intero piange.
Ma il cielo festeggia.
Perché torna a casa un pastore buono, che ha speso la vita per portare un po’ di cielo quaggiù.
Grazie, Francesco.
Per averci insegnato che la fede non è un dogma, ma una carezza.
Che la Chiesa può essere madre, rifugio, tenerezza.
Che ogni essere umano merita rispetto, ascolto, amore.
Tu sei salito al Padre proprio nel giorno della Resurrezione che continua.
E noi, mentre piangiamo, ti promettiamo di non dimenticare.
Il tuo amore resta. Il tuo esempio resta. Tu resti.
Buon viaggio, Santo Padre.
Nel silenzio, ora, preghiamo. E piangiamo.
Con il cuore pieno di gratitudine". 

Andrea Romizi, consigliere regionale dell'Umbria (Fi)

"Ha saputo parlare a tutti, andando oltre le questioni puramente religiose. Con quella capacità di analizzare la realtà e quello spirito critico che solo Lui aveva.

Nei suoi anni di pontificato ha indirizzato questa grande comunità alla riscoperta di valori troppo spesso dimenticati o trascurati.

Sensibilissimo alle tematiche attuali, nella sua celebre enciclica “Laudato si’”, più volte fonte di riflessione per me, ha voluto sottolineare quanto le sorti dell’umanità e quelle dell’ambiente fossero strettamente collegate, invitandoci a tutelare questo legame indissolubile, promuovendo una nuova alleanza tra essere umano e creato, “un’ecologia integrale” che ci avrebbe consentito di esplorare “nuovi cammini”.

Una figura carismatica e rassicurante che con la sua saggezza sapeva unire e conciliare.

Per me è stato un vero punto di riferimento.
Resterai nei nostri cuori Papa Francesco".

Donatella Tesei, consigliera regionale dell'Umbria (Lega)

"Con profonda commozione mi unisco al cordoglio del mondo intero per la scomparsa di Papa Francesco. Un uomo di straordinaria umanità, capace di parlare al cuore di credenti e non credenti con parole semplici, ma rivoluzionarie, sempre al fianco degli ultimi e dei dimenticati. La sua visita ad Assisi ha lasciato un’impronta indelebile anche sulla nostra terra umbra, richiamandoci al valore universale della fraternità, della pace e della solidarietà. Con il suo esempio di tenacia e resilienza, sopratutto in queste settimane di malattia, ci ha indicato la strada della speranza anche nei momenti più bui. Che il suo messaggio continui a guidarci sempre".

Istituto Serafico di Assisi

Quando Papa Francesco entrò nella cappella del Serafico non si limitò a benedire. Abbracciò, accarezzò, ascoltò. Quel giorno - era il 4 ottobre del 2013 - mostrò al mondo la Chiesa che aveva in mente: una Chiesa inginocchiata davanti alle piaghe della carne e non davanti al potere.

Quella visita, nata nel primo pellegrinaggio del suo pontificato sulle orme di San Francesco, segnò anche l’inizio di un rapporto speciale tra il Pontefice e i ragazzi del Serafico, rafforzatosi poi nel corso degli anni durante il Giubileo del 2016 ed Economy of Francesco. Un legame che ha accompagnato il cammino di un magistero incentrato sul valore della fragilità del prendersi cura come forma alta di giustizia evangelica.

Francesco, infatti, scelse di iniziare il suo pellegrinaggio ad Assisi da un luogo di cura. Varcò il cancello dell’Istituto Serafico e passò oltre ogni formalità. Senza fretta, si fermò con ciascuno dei bambini e ragazzi con disabilità gravi e gravissime accolte nell’Istituto. Rivolse a ognuno un sorriso o una carezza. E ripeteva, con voce bassa ma ferma: “Io sono commosso”. Erano i primi mesi del suo pontificato, ma già in quel gesto era chiara la direzione: voleva una Chiesa capace di lasciarsi toccare. Perché  commuoversi - come ha sempre testimoniato - significa riconoscere l’altro nel cuore e riconoscere Cristo nei più fragili. Non lesse il discorso preparato, parlò braccio proprio come si parla in famiglia, e indicò nei corpi feriti dei ragazzi “le piaghe di Gesù”; disse che quelle piaghe “devono essere ascoltate” e aggiunse “non come notizie da prima pagina, destinate a durare pochi giorni: devono essere ascoltate da chi si dice cristiano, come parte viva del Vangelo”. 

Al termine dell’incontro - non una visita caritatevole ma un’espressione concreta di teologia incarnata -  rivolgendosi alla presidente del Serafico disse semplicemente: “Io oggi sono stato baciato da Dio”.

“Quella visita non è stata un ricordo da conservare ma è diventata una responsabilità ” racconta Francesca Di Maolo, presidente del Serafico di Assisi. “Papa Francesco- ha aggiunto - ha indicato con chiarezza dove dobbiamo guardare se vogliamo davvero seguire il Vangelo: verso chi è fragile, invisibile, dimenticato”. Il Serafico, fondato nel 1871 dal beato Ludovico da Casoria, è da sempre un luogo in cui la fragilità viene accolta con competenza e umanità. Ma con quella visita Francesco ne ha fatto anche un luogo simbolico, un punto da cui rileggere la missione stessa della Chiesa. “Non cercava gesti eclatanti - continua Di Maolo - ma ha semplicemente mostrato cosa vuol dire stare accanto. Il suo modo di guardare i ragazzi, di farsi toccare, di fermarsi ad ascoltare le famiglie: ha dato corpo a un’idea di Chiesa che deve ripartire dagli esclusi”. 

Oggi, nel giorno della sua morte, il Serafico non restituisce un’icona da commemorare, ma un messaggio ancora vivo: in tempi in cui il valore delle persone viene spesso misurato sulla base della produttività o dell’efficienza, Papa Francesco ha rimesso al centro chi non ha voce, chi ha bisogno di essere semplicemente accolto. E il suo passaggio al Serafico ha tracciato una linea chiara ricordando che il Vangelo si misura sulla capacità di riconoscere e custodire la dignità di ogni persona soprattutto quando è fragile.

Javier Faroni, presidente Perugia Calcio

"Per tutto il mondo e in particolare per il popolo argentino è un giorno triste. È stato il primo papa latinoamericano e la sua fede, il suo coraggio, la sua umiltà, hanno toccato il cuore di milioni di persone, punto di riferimento morale del nostro tempo, non a caso aveva scelto di chiamarsi Francesco, in onore al santo di Assisi che significa uomo dei poveri, uomo della pace. L’unico leader al mondo che ha sempre parlato di pace, il suo esempio ci guiderà per molto tempo".

Danilo Valenti, presidente Legacoop Umbria

"A nome mio personale e delle cooperative associate a Legacoop Umbria, esprimo profondo cordoglio e vicinanza per la scomparsa del Santo Padre Francesco. Con la sua testimonianza di fede, umiltà e impegno per la giustizia sociale, Papa Francesco ha rappresentato una guida spirituale e morale per il mondo intero. Ha sostenuto la pace in ogni angolo del mondo, da sempre vicino agli ultimi e con gli ultimi. Una perdita non solo per la comunità cattolica ma anche per tutti gli uomini e le donne che ogni giorno si impegnano ad essere costruttori di pace e giustizia. La sua instancabile opera per la pace e il dialogo tra i popoli, per l’affermazione dei diritti universali e il suo impegno a tutela dell’ambiente, mettendo sempre al centro il bene delle persone, rimarranno un’eredità preziosa e viva per l’umanità. Ci stringiamo alla Chiesa universale e alla comunità ecclesiale umbra in questo momento di lutto e preghiera".

Domenico Sorrentino, vescovo delle diocesi di Assisi - Nocera Umbra - Gualdo Tadino e di Foligno

La notizia della morte di papa Francesco ha scioccato anche noi, come tutto il popolo di Dio. Avendolo visto in queste ultime settimane addirittura farsi fisicamente presente, nonostante la convalescenza, eravamo fiduciosi che lo avremmo visto domenica prossima in piazza San Pietro per la canonizzazione del beato Carlo. Oggi, pur nella certezza della vita eterna e nella gioia della Pasqua, uniamo le nostre lacrime a quelle di tutta la Chiesa. Papa Francesco aveva davvero il volto e il cuore di un papà. Così lo sentivano soprattutto i più semplici, i poveri, ai quali egli dedicava tante premure. Anche guardando ad essi aveva preso il nome del nostro Francesco d’Assisi, il Poverello, ed è rimasto coerente con questa scelta programmatica. Ce l’ha illustrata in tutti i modi.  Non possiamo dimenticare quanto ci consegnò nella sua   prima visita a questa Città nel 2013. Gesti indimenticabili e profetici: volle iniziare con i disabili dell’Istituto Serafico, volle mangiare con i poveri, venne alla Sala della Spogliazione per spiegare – mi disse – come la Chiesa si deve spogliare. Di lì in poi   una serie di altre visite di non minore impatto: il 4 agosto 2016 a Santa Maria degli Angeli per l’VIII centenario del Perdono di Assisi, il 20 settembre dello stesso anno alla Basilica di San Francesco per la commemorazione dello “spirito di Assisi” inaugurato nel 1986 ad Assisi da Giovanni Paolo II con la convocazione dei leaders cristiani e di tutte le religioni in preghiera per la pace.  Il 3 ottobre 2020 venne a firmare sulla tomba di san Francesco l’enciclica Fratelli tutti. Nel novembre 2021 torna per la giornata mondiale dei poveri. E come dimenticare il filo d’oro tutto francescano, intonato al Cantico di frate Sole, dell’enciclica Laudato si’? E’ poi tornato nel settembre 2024 per firmare il patto con i giovani di Economy of Francesco, il movimento da lui suscitato per il rinnovamento dell’economia a vantaggio dei più poveri.

Assisi non poteva non sentire un particolare affetto per lui, e lo ha sentito. Per questo anche la sua dipartita ci vede profondamente addolorati. 

La Città in questi giorni è gremita di pellegrini. Sono venuti per l’alleluia pasquale, ora si sono velati di mestizia. Con tutti i cristiani, residenti e pellegrini, facciamo coro di preghiera e di sentimenti, esprimendo il nostro cordoglio, ma soprattutto rinnovando la nostra speranza Cristo è risorto!. Ad Assisi, non possiamo dimenticare che Francesco nel Cantico parla di “sorella morte”. Sentimenti   che salgono da entrambe le Chiese particolari affidate alle mie cure, quella di Assisi-Nocera Umbra-Gualdo Tadino e quella di Foligno.       

Tanti devoti sono giunti ad Assisi in vista della canonizzazione. Il Signore ci ha costretti a un aggiustamento di rotta, nella sicurezza tuttavia che il traguardo rimane vicino.   

Riecheggia nel cuore specialmente l’ultimo messaggio papale Urbi et Orbi. Francesco si è speso fino all’ultimo respiro per invocare pace sul nostro mondo ferito. Avevo chiesto la sua benedizione, che non ha fatto in tempo ad arrivare, sulla nostra lettera mensile di invito ai cristiani ed anche ai credenti di altre religioni, per invitarli a pregare, proprio il giorno 27 aprile, per tutti i popoli in guerra, con un focus sul Myanmar. Confidavo al papa nel mio scritto l’impressione che anche tramite il prossimo santo, Carlo Acutis, ci arrivasse un segno dal cielo, dato che il miracolo di guarigione esaminato ed accolto per la canonizzazione è avvenuto per una ragazza della Costa Rica, l’unico paese – o uno dei pochissimi paesi al mondo – che ha rinunciato ad avere un esercito.  Dal cielo papa Francesco ci aiuterà a perseguire ancora questo grande obiettivo di un mondo, nel quale si realizzi la profezia di Isaia: un popolo non alzerà più la spada contro un altro popolo, non si eserciteranno più nell'arte della guerra (Is. 2,4). Un grande sogno di pace.

Francesco Maria Ferranti, vice presidente della Provincia di Terni

"Ha compiuto fino all'ultimo il suo dovere celebrando ieri la Resurrezione di Cristo e svolgendo anche importanti incontri istituzionali. Il mondo perde un punto di riferimento per quanto riguarda il rispetto per i propri doveri e una guida verso l’obiettivo irrinunciabile di perseguire la pace tra i popoli, il rispetto per i deboli e la tolleranza come conquista di civiltà.

La sua morte giunta oggi nel giorno dell'Angelo - aggiunge il vice Presidente - acquisisce un valore quasi mistico e sarà un elemento di valenza storica rilevante, così come i suoi ultimi appelli durante la benedizione urbi et orbi di ieri che dovrebbero essere assunti a guida per i governanti".

Luca Secondi, sindaco di Città di Castello

Profondo cordoglio anche a Città di Castello per la scomparsa di Papa Francesco. Il sindaco Luca Secondi e la giunta nel ricordare con deferente e commosso omaggio che oggi è il giorno della preghiera commenta il recente legame del Santo Padre con la comunità’ Tifernate attraverso la canonizzazione della santa Margherita da Città di Castello la prima santa disabile proclamata tale attraverso la speciale procedura (possibile quando ricorrono condizioni quali l’antichità del culto, una generale e costante attestazione delle virtù e un’ininterrotta fama di prodigi), con il benestare dato proprio da papa Francesco nel 2021 alle conclusioni della Congregazione delle Cause dei Santi. "Si e’ trattato e tutti ne siamo grati di uno straordinario dono per l’umanità perché la storia di Margherita – disabile – ci ricorda ogni giorno che le persone sono tutte uguali senza distinzione e coloro che hanno bisogno di aiuto e vicinanza rappresentano un punto fermo del nostro vivere". "Ricorderemo per sempre il Papa - prosegue Secondi - gigante della ricerca della Pace e convenienza fra i popoli anche attraverso opere ed iniziative che hanno legato la nostra città con il suo Alto Mandato Pontificale come la realizzazione di copie di quadri ed altre opere d’arte e la recente iniziativa della realizzazione della eco-bandiera collettiva della pace più grande del mondo a Lui dedicata con grande affetto dai oltre 800 bambini che l’hanno costruita assieme a chi l’ha ideata l’artista Moira Lena Tassi". In riferimento a questo il maestro Stefano Lazzari titolare assieme alla sorella Francesca della azienda specializzata nella riproduzioni di opere d’arte su supporti originari ricorda con commozione il momento vissuto nel 2019 in Vaticano a Casa Santa Marta, residenza di Papa Francesco quando ha sistemato in un angolo una “copia” identica all’originale della Crocifissione Bianca, di Marc Chagall portata a termine con certosina tecnica e attenzione nella sua bottega-laboratorio di Città di Castello dopo oltre sei mesi di lavoro. L’opera è stata ricreata lavorando con pigmenti naturali strato su strato, dipingendo i particolari con una lente d’ingrandimento poiché la sua dimensione è circa 2,5 volte più piccola dell’originale: cm 60×53,5. "Il Santo Padre ha visto questo dipinto a Firenze in una mostra all’opera del Duomo e si è talmente innamorato della rappresentazione del dipinto e lo ha richiesto per poterlo avere all’interno della sua residenza. Noi quindi, fra incredulità e gioia immensa per essere stati scelti a realizzare una copia dell’opera originale ci siamo messi subito al lavoro e dopo oltre sei mesi lo abbiamo terminato ed abbiamo avuto l’onore di poterlo consegnare direttamente al Santo Padre", ha dichiarato il maestro Stefano Lazzari precisando
che proprio quella volta "mi esortò a continuare il mio lavoro perché l'arte è bellezza e la bellezza aiuta le persone ad essere in pace ed armonia tra di loro".

Camilla Laureti, parlamentare europea (Pd)

"Ci ha guidato in questi anni difficili. Il monito costante alla pace e alla giustizia sociale, al rispetto dell’ambiente. E’ stato l’incarnazione dei principi dell’amore e dell’accoglienza del Vangelo. Un Papa vicino alle persone, soprattutto alle più fragili e vulnerabili. Pontefice del dialogo e della speranza. Fin dall’inizio nella scelta del nome, Francesco, la conferma di una fedeltà profonda e assoluta alla Chiesa degli ultimi e all’amore per il Creato".

Walter Verini, senatore della Repubblica (Pd)

"Non l’avevamo visto arrivare. Ora tutti abbiamo visto Francesco andarsene. E il mondo piange perché se ne va un Papa e uomo di pace, di giustizia, di dialogo. E queste cose non muoiono".

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