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L'intervista

Riverock Festival a Rocca Maggiore ad Assisi, Fabri Fibra: "Il rap è ancora la voce dell'Italia reale"

Sabrina Busiri Vici

23 Luglio 2025, 19:20

Fabri Fibra

Alla Rocca Maggio (Foto di Karim El Maktafi)

Sarà Fabri Fibra ad aprire il 23 luglio la nuova edizione del Riverock Festival alla Rocca Maggiore di Assisi. Un inizio ad alto impatto per la rassegna che da anni porta musica e cultura contemporanea nel cuore dell’Umbria, unendo suoni urbani e paesaggi storici. L’occasione segna anche il ritorno dal vivo di uno dei nomi più iconici del rap italiano, impegnato nel Festival Tour 2025 dopo oltre due anni di assenza dai palchi. Lo abbiamo intervistato in vista della tappa umbra.

Il Festival Tour 2025 segna il tuo ritorno dal vivo dopo oltre due anni. Che tipo di energia stai portando con te in questo nuovo tour, e cosa ti aspetti dal confronto con il pubblico dei festival?
"Sono molto contento di come è partito il tour. Le prime date sono andate molto bene e la risposta del pubblico è stata davvero esaltante. Sul palco anche questa volta siamo solo io e DJ Double S: una scelta voluta, perché voglio che sia solo la musica a parlare, le canzoni e la scaletta. Il pubblico sta reagendo bene anche alla nuova scaletta e questa è la cosa più interessante per me. Andando avanti con i nuovi dischi si aggiungono man mano nuovi brani, quindi tocca trovare un equilibrio dall’inizio alla fine dello show. E quell’equilibrio è la magia dello show, la magia della musica".

Nel corso della tua carriera hai trasformato il rap in un genere capace di raccontare l’Italia reale. Pensi che oggi il rap italiano stia ancora svolgendo questo ruolo?

"Credo che il rap stia ancora svolgendo la sua funzione di racconto, di fotografia, e questa cosa non cambierà. Basta vedere il racconto dei rapper di seconda generazione, ragazzi che raccontano della loro vita nel nostro Paese, delle difficoltà di case fatiscenti e lavori mal pagati".

Il 23 luglio sarai alla Rocca Maggiore di Assisi: un luogo carico di spiritualità e silenzio. Che effetto ti fa portare la tua musica in un contesto così unico?
"È sempre una bella esperienza suonare in luoghi così particolari, e questo è uno dei lati positivi dei tour nei festival. Scoprire l’Italia e luoghi meravigliosi del nostro Paese. Credo che la musica, la mia ma qualunque genere, non debba avere confini, e non debba essere confinata in luoghi classici o che ti aspetti".

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