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Il sito DHgate
Le tensioni commerciali tra Stati Uniti e Cina, esplose durante la presidenza di Donald Trump con l’introduzione di dazi sulle importazioni, hanno generato una serie di conseguenze impreviste. Il confronto tra le due superpotenze ha finito per stravolgere anche il panorama del commercio elettronico. Ultima, sorprendente protagonista di questa nuova geografia digitale è DHgate piattaforma cinese di ecommerce che, da perfetta sconosciuta, è balzata in cima alle classifiche dell’App Store americano. Secondo i dati di Sensor Tower, DHgate si è piazzata tra le prime due app più scaricate negli Stati Uniti, scalando posizioni a una velocità che ha lasciato tutti a bocca aperta: fino alla settimana precedente, non figurava neppure nella top 100. Ma cos’è DHgate? Da dove arriva? E soprattutto: ci si può davvero fidare?
Il sito di DHgate
Fondata nel 2004 da Wang Shutong, ex dipendente di Microsoft e Cisco, DHgate si propone come un ponte tra produttori cinesi e acquirenti stranieri. Il nome stesso è un omaggio alla città di Dunhuang, crocevia storico della Via della Seta. Inizialmente concepita come piattaforma B2B per vendite all’ingrosso, ha permesso per anni ai commercianti di tutto il mondo di accedere a fornitori cinesi a prezzi estremamente competitivi, ben prima che colossi come Alibaba conquistassero la scena globale. Oggi DHgate dichiara numeri impressionanti: 77 milioni di utenti registrati e 2,6 milioni di venditori attivi, anche se alcuni dati comunicati dall’azienda sembrano un po’ troppo ottimistici – come il numero di paesi e regioni serviti, che supererebbe quello reale.
La popolarità esplosiva di DHgate è legata a un fenomeno social ben preciso: TikTok. Video virali mostrano rappresentanti di fabbriche cinesi che affermano di produrre articoli per noti marchi del lusso, suggerendo che gli utenti americani possano aggirare i rincari causati dai dazi acquistando direttamente da loro – a un costo decisamente inferiore. L’espressione "China exposes luxury brands" è diventata un hashtag di tendenza. Ma attenzione: non tutto ciò che luccica è oro. Molti di questi articoli sono repliche, a volte ben fatte, altre meno. "Non è così valido come sembra nei video su TikTok – avverte Arnold Ma, esperto di ecommerce cinese –. Ci sono truffe, ma anche prodotti davvero simili agli originali, realizzati nelle stesse fabbriche, a un prezzo molto più basso".
Usare DHgate è semplice: si scarica l’app, ci si registra e si sfogliano i prodotti, molti dei quali senza marchio o chiaramente ispirati a brand famosi. I prezzi sono spesso molto vantaggiosi, soprattutto per gli acquisti in blocco, ma la piattaforma non garantisce la qualità. È fondamentale leggere recensioni, valutare i venditori e procedere con cautela.
A livello di sicurezza, DHgate adotta sistemi di pagamento con tutela dell’acquirente: il denaro viene trattenuto fino alla conferma della ricezione del prodotto. Ma i rischi non mancano, soprattutto per quanto riguarda la dogana: negli USA, articoli contraffatti possono essere sequestrati, e molti prodotti sono soggetti a dazi fino al 145%, che annullano qualsiasi convenienza.
DHgate può rappresentare un’alternativa economica, ma con molte incognite. "La qualità è altalenante – avverte Ben Graham, consulente ecommerce –. Alcuni venditori sono seri, altri no. È un po’ una scommessa". Inoltre, anche se gli influencer promuovono DHgate per guadagnare percentuali sulle vendite, molti prodotti sponsorizzati – come gioielli o sneakers – sono imitazioni, e talvolta di bassa qualità. Per articoli soggetti a norme di sicurezza, come giocattoli o dispositivi elettronici, il rischio è ancora maggiore.
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